Sembra un miracolo. Scampato per un pelo un governo di estrema destra (Fpoe) con un Herbert Kickl «Volkskanzler», eccoti alla fine in Austria un governo non solo democratico, senza il Partito della libertà, ma con qualche tratto persino di sinistra. Lo si può leggere nel programma di 210 pagine, che va da sinistra a centro-destra, non facile da attuare, e nella scelta dei ministri. A cinque mesi dalle politiche di fine settembre ieri è arrivato l’atteso evento, il giuramento del nuovo governo dal presidente della repubblica Alexander Van der Bellen. In passato capogruppo dei Verdi, Van der Bellen si era battuto perché per questo risultato, richiamando il partito popolare (Oevp) e i socialdemocratici (Spoe) alla virtù del compromesso. Vincitrice delle elezioni era stata la Fpoe col 28% dei consensi, ma grazie al sistema proporzionale non basta arrivare primi. Così è nato, dopo un parto travagliato, un governo che rappresenta i molti, il 72% di chi non ha votato la Fpoe.
PER LA PRIMA VOLTA in Austria la coalizione è a tre: il nuovo Cancelliere è Christian Stocker, dei popolari, che arriva dalle seconde file; Andreas Babler, il leader della Spoe costantemente sotto tiro – anche interno – per le sue posizioni «troppo a sinistra, veterosocialiste» diventa vicecancelliere; Beate Meinl Reisinger dei più piccoli liberali Neos, – che per primi avevano lasciato il tavolo a tre del primo tentativo di formazione del governo – europeista convinta, diventa ministra degli Esteri. A unire stavolta le tre forze molto diverse al loro secondo tentativo è stato proprio lo sfondo della distopia trumpiana che Kickl era pronto a realizzare in Austria.
Tratti di sinistra dicevamo. A sorpresa, come rilevano tutti i commentatori, Babler si è mostrato un grande negoziatore con i popolari e anche dentro il suo partito: sei ministri, a parità con i popolari, compreso il ministero delle Finanze che dopo 25 anni ritorna “rosso”. Rosso con tutte le premesse giuste, con Markus Marterbauer, economista capo della Camera del lavoro di Vienna (organo ufficiale della Sozialpartnerschaft), ala sinistra della Spoe, vicino a Babler. Keynesiano convinto, autore di vari libri, nell’ultimo «Paura e istigazione alla paura» (2022) mette in guardia contro una politica economica neoliberale, perorando un forte stato sociale. «Marterbauer risanerà il budget in maniera equilibrata e socialmente equa», l’ha presentato Babler, «non sprofondando nella crisi a causa dei tagli, ma uscendone con degli investimenti». Riconosciuto come pezzo da 90, «il migliore ministro delle Finanze degli ultimi decenni», l’ha definito il settimanale viennese Falter, avrà un compito arduo, casse vuote, un deficit di 6400 miliardi da risanare solo nell’anno in corso, deindustrializzazione, inflazione al 3,5%. Dovrà fare i conti col ministro dell’economia del Partito popolare Wolfgang Hattmansdorfer che rappresenta gli interessi industriali.
TASSARE I RICCHI con patrimoniale e tasse sull’eredità come vorrebbe Marterbauer è impossibile con i Popolari che comunque hanno fatto cadere alcuni tabù sul versante delle entrate, come il contributo delle banche, motivo del fallimento del primo round di trattativa per la formazione di governo. Dopo lo shock e l’umiliazione vissuti nella loro trattativa con Kickl, i popolari sono passati a più miti consigli. E ha fatto breccia l’appello lanciato per primo dal sindaco di Vienna Michael Ludwig a riprendere il confronto con la Spoe. Stessa posizione del ministro delle finanze esprime la ministra del lavoro, welfare e sanità Korinna Schumann, vicepresidente dell’Oegb, la centrale sindacale austriaca.
PASSA AI SOCIALDEMOCRATICI un altro ministero molto sensibile, quello della Giustizia, dato l’alto numero di processi che coinvolgono i politici, in primo luogo l’excancelliere Sebastian Kurz e la sua entourage, e la Fpoe. Con Anna Sporrer, vicepresidente della Corte di cassazione, femminista dichiarata, in passato anche capogabinetto di due ministre per i diritti delle donne, considerata di altissima levatura. Il programma di governo prevede un rafforzamento dell’ indipendenza della magistratura dalla politica con la creazione di una procura federale collegiale. Al vicecancelliere Andreas Babler vanno i settori media, arte cultura e sport, ma anche gli alloggi, mai apparsi come settore specifico nazionale. Tema, questo, da sempre occupato dalla Spoe, che sarà centrale anche per la madre di tutte le battaglie, le comunali di Vienna anticipate al 29 aprile. Il programma di governo come primo passo prevede riduzioni e congelamento degli scatti di aumento degli affitti.
L’ IMPRONTA di centro destra si manifesta pienamente nel ministero degli Interni dove rimane in carica Gerhard Karner, Oevp. Maggiore durezza verso migranti e rifugiati già nel linguaggio, tanto più sull’onda del recente attentato islamista di Villach. Sospensione dei ricongiungimenti familiari contraddetto però dall’esplicito richiamo alla Convenzione europea dei diritti umani che li prevede. Lo stesso vale per le altre misure restrittive, un po’ ridimensionate dal richiamo alle leggi internazionali. Previsto un maggiore investimento sull’integrazione, con corsi dal primo giorno, di lingua ma anche sulla Costituzione e, si legge, sui «diritti lgbtq». Sanzioni per chi non segue il programma.
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