ASSISI – L’AI Assisi Act arriva a Roma, nella sede dell’associazione della Stampa Estera in Italia. La carta sull’Intelligenza Artificiale nel campo della comunicazione e del giornalismo verrà presentata giovedì 13 marzo, alle ore 15, nella sede di Palazzo Grazioli.
Il documento ispirazionale, dalla chiara valenza etica, è nato grazie alla collaborazione tra i frati minori conventuali del Sacro Convento di San Francesco in Assisi e l’Ordine dei giornalisti dell’Umbria ed è stato presentato ufficialmente per la prima volta il 15 settembre dello scorso anno, durante la giornata conclusiva del Cortile di Francesco, l’evento culturale organizzato dalla comunità dei frati, ad Assisi.
In questa occasione la dichiarazione di intenti è stata sottoscritta da Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti, Giovanni Caprara, presidente dell’Unione giornalisti italiani scientifici, fra Giulio Cesareo, direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento, Cosimo Lorusso, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, Maurizio Oliviero, rettore dell’Università degli studi di Perugia, Giovanni Parapini, direttore della sede regionale Rai, Sergio Sottani, procuratore generale della Repubblica di Perugia, e Riccardo Stefanelli, Ad Brunello Cucinelli.
LA GENESI DEL DOCUMENTO
Nel gennaio 2024 l’Ordine dei giornalisti dell’Umbria ha coinvolto i frati del Sacro Convento di San Francesco in Assisi e, nei mesi successivi, altri partner, per approfondire, conoscere e considerare insieme, e per questo da una prospettiva multidisciplinare, il fenomeno dell’Intelligenza Artificiale (AI) dal punto di vista del coinvolgimento della libertà e responsabilità personali (etica) nel campo della comunicazione. A questo scopo si sono svolti seminari e incontri, talora per gruppi ristretti, altri aperti alla partecipazione di un maggior numero di persone (riportiamo qui di seguito tutti coloro che – a vario titolo – hanno partecipato e offerto il loro contributo professionale e personale), verifiche e confronti con esperti (da ultimo il prof. Paolo Benanti – attualmente, mentre scriviamo, presidente della commissione AI per l’informazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana) – che ha progressivamente portato alla stesura di una dichiarazione di priorità e intenti. Essa – nelle intenzioni – vuole essere un punto di partenza condiviso, e pertanto autorevole, per ‘abitare’ eticamente – cioè responsabilmente – e sapientemente l’era dell’AI nel campo dell’informazione, della comunione per la ricerca e la condivisione della verità dei fatti con l’opinione pubblica.
Ci rendiamo conto infatti che intorno a questa questione se ne concentrano tante altre, in primis la qualità e la sopravvivenza stessa della libertà democratica delle nostre società.
I PARTECIPANTI
Il progetto ha visto impegnati anche gli Ordini dei giornalisti di Marche, Toscana, Emilia Romagna e Lazio; il Consiglio dell’Ordine nazionale dei giornalisti; l’Università degli studi di Perugia; la Procura generale della Corte d’Appello di Perugia; Confindustria Umbria, la sede Rai dell’Umbria e l’Unione giornalisti italiani scientifici (UGIS).
La Carta si è avvalsa di numerosi contributi, tra cui: il filosofo Dario Antiseri; il teologo Paolo Benanti; Giovanni Caprara, presidente UGIS; Mario Morcellini, direttore del Coris (Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale, Università La Sapienza) e membro ordinario del Consiglio superiore delle comunicazioni; Sergio Sottani, procuratore generale della Repubblica di Perugia; don Alessandro Picchiarelli, sacerdote e esperto di etica della tecnologia; Massimo Mercati, AD Aboca; Norberto Patrignani, docente di Computer Ethics, Politecnico di Torino; Francesca D’Alessandro, docente di Letteratura italiana, Italiano per la comunicazione e storia della critica presso l’Università cattolica di Milano e Brescia; Barbara Strappato, dirigente Polizia di Stato (Postale); Luca Ferrucci, Dipartimento di Economia Università di Perugia; Raffaele Federici, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università di Perugia; Luca Angelini, vice direttore Confindustria Umbria e direttore Digital Innovation Hub; Giovanni Parapini, direttore Rai dell’Umbria; Giampaolo Marchini, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana; Silvestro Ramunno, presidente ODG Emilia-Romagna; Giuliana Scorsoni, Ordine avvocati Terni.
Questa dichiarazione di intenti, di carattere etico – tradotta anche in francese, inglese, spagnolo, tedesco, giapponese e cinese – nell’affrontare il delicato tema del ricorso dell’Intelligenza Artificiale nell’ambito della comunicazione pone all’attenzione alcune riflessioni sulla centralità e la dignità dell’essere umano; sulla ricerca della verità; sulla necessità di attivarsi concretamente per trasmettere alle generazioni future il patrimonio comune di valori contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti umani e che sono alla base delle istituzioni democratiche, riconosciuti anche dall’Unione Europea nella legge sull’I.A. approvata dal Parlamento di Bruxelles.
DICHIARAZIONE DI FRA GIULIO CESAREO, PORTAVOCE DEI FRATI DEL SACRO CONVENTO
«Può sembrare fuori luogo – o forse ingenuo – il coinvolgimento di una comunità francescana come quella dei frati del Sacro Convento in un progetto così ambizioso come la redazione e la condivisione di una dichiarazione di intenti (l’AI Assisi Act) circa il rapporto tra intelligenza artificiale e informazione/comunicazione. Credo però che la visione del mondo all’insegna della fraternità, della cura e del radicale rispetto dell’altro vissuta e trasmessaci da Francesco d’Assisi, sono un punto di vista “umano” – forse più correttamente “umanistico” – sono di fatto una sorta di alveo e di humus alla riflessione etica che qui presentiamo. Ogni sviluppo culturale, sociale e/o tecnologico è tale solo se effettivamente fa crescere la vita umana nella sua globalità, sia a livello individuale che universale: altrimenti si verificano gli strani “cortocircuiti” di quei medicinali che fanno bene a un organo ma ne danneggiano gravemente altri. Il contributo francescano crediamo sia proprio in questa rinnovata valorizzazione della persona umana e dell’umanità nel suo complesso, perché depositarie di una dignità incommensurabile e inalienabile, su cui non è possibile né opportuno scendere mai a patti. Ed è proprio per questo che abbiamo deciso di tradurre l’AI Assisi Act in alcune tra le principali lingue del pianeta, affinché sia davvero terra e luogo di condivisione e di crescita attraverso il confronto franco e rispettoso».
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