IL GIORNALISMO CULTURALE: E SE TORNASSE LA… TERZA PAGINA?

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Può un incontro formativo suscitare nei partecipanti nostalgia di… sala cinematografica?

Ebbene sì: in una quasi primaverile Reggio Calabria, al mattino del due di marzo s’è tenuto l’evento, titolato “Il giornalismo culturale dalla terza pagina agli influencer. Etica e deontologia del giornalista”, promosso dal sindacato dei giornalisti e degli operatori dell’informazione e della comunicazione Figec Cisal con InformaGiovani Ets.

Al tavolo dei relatori sedevano: Carlo Parisi, segretario generale della Figec Cisal e consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, presidente della Figec Cisal, i consiglieri nazionali Stefano Biolchini, giornalista delle pagine culturali del Sole 24Ore e Ilda Tripodi e il presidente del Circolo Culturale Rhegium Julii Giuseppe Bova.

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Ad aprir le danze, però, è stata Anna Briante, giornalista nonché assessore comunale a Istruzione, Università e Pari Opportunità, che ha sottolineato l’urgenza di restituire alla professione anzitutto la passione, quindi quel necessario senso di responsabilità, che deve caratterizzare ogni giornalista, e quell’impegno a rispettar chiunque, nonostante la golosità della notizia da lanciare, magari in anteprima.

Quindi, moderati da Carlo Parisi, i quattro relatori hanno riflettuto attorno alla sacralità, alla necessità, alla sparizione – in tanti casi, della mitica terza pagina, vivificazione di quel giornalismo culturale fiore all’occhiello dell’italico stivale.  

E se Carlo Parisi, introducendo i lavori, non ha nascosto la delusione per il venir meno delle redazioni, quegli stanzoni dove tanti giovani sono stati formati, oramai rimasti vuoti, soprattutto privi di maestri, di esempi da ascoltare e imitare, dai quali apprendere un metodo e ai quali avvicinar la miccia per rubare un po’ di quel sacro fuoco ch’è anima e motore di colui che è giornalista, Stefano Biolchini, giornalista e scrittore che lavora presso la redazione della Domenica de Il Sole 24Ore, dove scrive di narrativa contemporanea e cura la rubrica sugli autori esordienti, ideatore e curatore fin dal 2005 delle pagine culturali on-line del sito del Sole 24Ore, ha esordito confidando che… è la prima volta che carezzo la Terra della Vostra Città. È strepitosa Reggio. Forse, però, ha una colpa: non si racconta per quanto realmente vale… Ho incontrato i Bronzi, ne sono rimasto estasiato: e lo stile Liberty che caratterizza pezzi di Città, e il lascito degli Aragonesi? Così, solo per fare qualche piccolo esempio…

Poi, con fare semplice e incisivo, Biolchini riflette sulla critica letteraria. La critica seria, evidenzia, presuppone le competenze, possedute e aggiornate dal giornalista. Quelle competenze consentono al giornalista, critico letterario, di formulare un giudizio. Quel giudizio contribuirà a formare il lettore. Una critica ben fatta è… cassetta degli attrezzi per il lettore: il giornalista, insomma, aiuterà il lettore a farsi una sua idea.

Ora, si chiede e domanda Biolchini, la pagina della critica, la cosiddetta Terza Pagina, incide? Un tempo la si considerava come strumento che eleva culturalmente e artisticamente il pubblico. Oggi, invece, ci troviamo sovente ad avere a che fare con una piattezza conformatrice dei media…

Ed ecco la proposta, simpatico espediente per cimentarsi in una utile lettura della realtà nazionale: ricordate “Il conformista”, il film di Bertolucci tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia? Riguardatelo: scoprirete che su quella pellicola ci sta l’immagine dell’Italia che viviamo oggi noi…

E fornendo intriganti strumenti al giornalista che naviga nell’oceano della critica letteraria – è bene tenere a portata di mano “Storia e discorso” di Seymour Chatman oppure “Estasi e terrore. Dai greci a Mad Men” di Daniel Mendelsohn, e non scordiamoci il formalismo russo – Biolchini chiosa: assecondando quell’esigenza di… rapidità, di sintesi, d’andare subito al cuore striminzito della questione, stiamo anche noi contribuendo a disabituare i nostri giovani alla lettura. E pure alla scrittura. Le pillole d’informazione sono utili, ma non esaurienti. Lavoriamo affinché nasca in tutti e ad ogni età il desiderio di trascorrere del tempo in compagnia di un libro, passeggiando fra i quadri di una mostra, recandosi in edicola e/o in libreria, sfogliando, sul telefono o sul tablet, pagine d’informazione esaurienti, ricche di contenuti, spunti di riflessione, capaci di suscitar domande e di mettere in crisi.

E in sala – ad ospitar l’evento è il reggino Teatro Metropolitano – ci stanno anche il fiduciario Figec Cisal di Reggio Calabria, Federica Morabito, e i consiglieri nazionali Franco Arcidiaco (autentico motore di questa iniziativa, sottolinea Carlo Parisi), Valeria Bonacci e Francesco Cangemi.

Conto e carta

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E se Carlo Parisi chiude rammentando che la libertà di stampa non rilascia una licenza a diffamare, Giuseppe Bova esorta il mondo della carta stampa ad educare al dubbio, poiché ormai facciamo cose e formuliamo ragionamenti solo in virtù – perché ci fa comodo – di ciò che altri ci propinano, Lorenzo del Boca sottolinea che se la società si trasforma è inutile mettersi di traverso. Meglio accompagnare i cambiamenti, gestirli e correggerli dove possibile, Ilda Tripodi scolpisce la funzione del giornalista in un’epoca che vede donne e uomini lasciarsi vincere dalla fretta del sapere. Il giornalismo culturale, invece, deve stimolare donne e uomini a riappropriarsi di quella sana e necessaria curiosità, principio e fonte di un pensiero formatosi all’ombra di buone fonti sicure e di ragionamenti creati con elementi acciuffati anche nei libri o nelle arti altre, poesia o musica o teatro o pittura…

 




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