“Da magra ero infelice. In scena corteggio Napoli”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 




Non litiga mai perché detesta i conflitti e le rare volte in cui lo fa piange, come i bambini. Però dice che la paura è il suo motore perché misurarsi con nuove sfide la accende. Ha qualche rito scaramantico che ripete su ogni set. È morbida, empatica e non si nasconde. Serena Rossi, quarant’anni il prossimo 31 agosto, non si incaglia nella «divaggine». Manca completamente di diffidenza nei confronti del prossimo. Ha avuto tre fidanzati in tutta la vita ed è una delle poche persone (ancora più rara se si considera che fa parte dello showbiz) che ti arriva addosso e ti risponde con tutto ciò che è. Intervalla ogni frase con un sorriso largo come un sole sulla bocca.

Nell’ultima puntata di Mina Settembre (fiction di Raiuno) è ancora incinta e strizza l’occhio in camera. Quarta stagione?

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

«Non so, poi vediamo, si sono mosse un po’ di cose. Ci sono tanti progetti in ballo».

Un posto al sole, Mina Setttembre, 7 ore per farla innamorare, Il treno dei bambini… e il suo spettacolo SereNata a Napoli. Ha messo la sua città al centro.

«Le mie radici sono qui. E Napoli è una città che non smette mai di raccontare. I miei personaggi, parlano di tutte le anime di questa città».

La immaginiamo simile a Mina. Anche lei ha una rete di amiche come la protagonista?

«Purtroppo non ho la fortuna di una rete di amiche storiche. Aver iniziato a fare questo mestiere presto mi ha privata di certe cose. C’è un buco nella mia adolescenza. L’ho fatto con gioia, ma qualche rinuncia c’è stata. Però ho amiche conosciute sul lavoro, per esempio Christiane Filangeri, che interpreta Irene».

Una cosa «da Mina» l’ha fatta. Ha fatto rincontrare sua nonna, che era davvero su quel treno dei bambini nel ’46, con i suoi «fratelli di Modena».

«È stato emozionantissimo (si commuove) quel film di Cristina Comencini parlava anche di lei. E io ho voluto farle rivedere la famiglia che la ospitò al Nord per tre mesi. Quando rientrò a Napoli la mia bisnonna stentò a riconoscerla: aveva le scarpe, era ingrassata, parlava con l’accento emiliano e voleva i tortellini. All’altra famiglia è rimasta legata tutta la vita. Si erano riuniti dopo un po’ e alla fine della visita la nonna si ritrovò centomila lire nella tasca del cappotto: gliele aveva messe il papà di Modena».

Li ha riuniti sul set della Comencini. Un film pieno di «segni».

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

«Mi viene la pelle d’oca solo a pensarci. Intanto mia suocera mi aveva regalato il libro da cui il film è tratto. Raccontava anche la storia di mia nonna, dissi alla mia agente di quanto mi sarebbe piaciuto fare un ruolo drammatico così. Dopo poco mi chiamò e mi disse la Comencini ti vuole parlare».

I suoi genitori come sono?

«Musicali, ricci, belli. Si amano moltissimo. Oggi la gente non ha pazienza per i rapporti e si arrende molto facilmente. Questo mi dispiace. L’amore ha tante fasi, quelle dopo sono perfino più belle. Ma bisogna avere pazienza».

Chi chiama quando qualcosa non va? O quando va benissimo?

«Davide (Devenuto, l’attore, marito di Serena, ndr.) e mia sorella Ilaria. Perché lei ed io abbiamo sviluppato una sorta di protezione nei confronti dei nostri genitori. Perciò se qualcosa non va, evitiamo di preoccuparli. Se invece va benissimo chiamo tutti».

É vero che ha «googolato» Sergio Mattarella?

«É stato quando hanno insignito Davide del titolo di Cavaliere della Repubblica per il progetto di spesa sospesa che si inventò durante il Covid e che oggi è un’iniziativa ancora più grande e meravigliosa. Non ci potevamo credere. Gli ho detto È uno scherzo! Controlla su internet il numero che ti ha chiamato».

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Il regalo che ha fatto ai suoi col primo cachet?

«Sarebbe stato molto ambizioso e non sono riuscita a farlo. Avrei voluto far smettere mio padre di lavorare. Ma ormai è in pensione. Ha sempre fatto il tecnico di laboratorio in ospedale. E quando tornava, la sera, non si risparmiava. Faceva giocare noi, aiutava mia mamma… Ha un arretrato di sonno da quarant’anni. Io invece mi sono regalata una videocamera».

Con suo marito funziona perché siete diversissimi o perché simili?

«Siamo diversi. Ma simili nelle cose importanti. Abbiamo gli stessi valori, veniamo entrambi da famiglie umili che ci hanno trasmesso cose importanti come il senso del lavoro, dello studio…».

Ricorda il primo appuntamento con lui?

«Certo l’ho provocato io. Giravo in Tunisia e abitavo ancora a Napoli. Sarei dovuta partire da Roma la mattina presto, l’ho chiamato e gli ho chiesto Stanotte posso dormire a casa tua?. Se vuoi vieni mi ha risposto. Siamo usciti a mangiare sushi ed è iniziato tutto».

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

State insieme da tanto.

«Quindici anni di fidanzamento e due di matrimonio. Quando abbiamo deciso di sposarci ci siamo semplicemente organizzati, una cosa molto semplice».

Avete un figlio di otto anni, Diego. Che madre è?

«Diego è un bambino buonissimo, aperto e ascoltato. Rende molto facile essere la sua mamma. Gli piace essere coinvolto. Tipo dico: Riunione di famiglia, dobbiamo cambiare il divano, Diego a te che colore piacerebbe? Guardiamo film, ascoltiamo musica vintage, nel calcio e in altre cose lo segue il papà».

Lei litiga?

«Mai. Il conflitto mi fa stare troppo male, lo evito. Piuttosto covo le cose ma non esplodo mai. E le rarissime volte in cui lo faccio piango, come i bambini. Davide è più fumantino, ma gli passa subito».

Il set più divertente?

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

«Il mio lavoro mi diverte sempre. É faticoso fisicamente e psicologicamente ma non capisco quelli che se ne lamentano. Bisogna fare le cose seriamente senza prendersi sul serio».

Rituali scaramantici?

«Faccio un discorso motivazionale alla troupe quando arrivo. E prendo tre caffè: uno a casa, uno al trucco, uno sul set. Poi sono piena di corni, Madonnine. E se cade il copione lo batto tre volte a terra».

Il regista con il quale le sarebbe piaciuto lavorare.

«Vittorio De Sica. E mi sarebbe piaciuto interpretare una delle donne di Almodovar, così colorate, eccessive, forti… Mi ricordano le donne della mia famiglia».

Il suo spettacolo, che parte il 22 marzo da Torino, è già sold out in un sacco di città.

«Ci tengo molto, è prodotto e ideato da me e mio marito che è l’uomo che sta realizzando tutti i miei sogni. È uno show multisensoriale. Nasce un po’ dal senso di colpa che abbiamo tutti noi napoletani che abbandoniamo Napoli. Un modo per rientrare nelle sue grazie. Si parla di immigrazione, guerra, della storia della città. Si cantano musiche della tradizione… È un inno d’amore e ci sono anche schegge di rabbia. Speriamo di svegliare questa Sirena che si è assopita per amore».

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

C’è qualche ruolo che ritiene di aver perso?

«Mi vanno bene i provini, meno gli incontri, quelli nei quali ti fanno parlare di te. Lì tocca un po’ gonfiarsi e non ne sono capace. Preferisco fare che parlare».

Che rapporto ha con il suo corpo.

«Non è la carta che mi sono giocata. Sono pigra, non faccio ginnastica, mi piace fare la spesa, cucinare e mangiare. E sono felice di essere partenopea. Piaccio alle donne perché non rappresento una minaccia. E le volte che sono stata magra, non ero felice».

Di chi pensa di essere un bel ricordo?

«Oggi non so.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Ma un giorno vorrei essere ricordata come una brava persona. E vorrei sapere di aver ispirato qualcuno. La mia storia professionale è dritta, semplice, pulita. Mi dicono essere una rarità. Invece vorrei aver dimostrato ad altri che è possibile farcela senza sporcarsi».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link