Condizioni stabili per Papa Francesco, giornata senza crisi: “Nella notte tornerà alla ventilazione meccanica”. Il bollettino

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Condizioni stabili in una situazione che resta complessa. È in sintesi il quadro clinico di Papa Francesco dopo il 19esimo giorno di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma. Dopo una notte tranquilla, il pontefice ha passato la giornata senza febbre, vigile, collaborante alle terapie, orientato e soprattutto non ha presentato né insufficienze respiratoriebroncospasmi, crisi che avevano contraddistinto gli ultimi giorni e in particolare quello di lunedì. Francesco ha alternato preghiera e riposo e stamani ha ricevuto anche l’Eucarestia, come specifica la sala stampa vaticana. La prognosi resta comunque riservata. “Questa mattina è passato alla ossigenoterapia ad alti flussi ed ha eseguito la fisioterapia respiratoria – spiegano ancora dal Vaticano -Questa notte, come programmato, verrà ripresa la ventilazione meccanica non invasiva fino a domani mattina”, mercoledì.

I medici, del resto, hanno sempre affermato che Bergoglio non è fuori pericolo. Quanto alla possibilità di un nuovo punto stampa, resta la disponibilità dello staff che cura il Papa ma non è in agenda nell’immediato. L’umore del Papa, nonostante le dure prove delle ultime ore, secondo le fonti vaticane resta “buono”.

Il capo della sala stampa vaticana Matteo Bruni, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha fatto sapere tra le altre cose che dal 9 marzo, prima Domenica di Quaresima, inizieranno, “in comunione spirituale” con il Papa, gli esercizi spirituali della Curia romana, nell’Aula Paolo VI. Le meditazioni saranno proposte da padre Roberto Pasolini, Predicatore della Casa Pontificia, sul tema “La speranza della vita eterna”. Il titolo “era stato scelto in precedenza e non ha alcun collegamento con la situazione di questi giorni”, ha sottolineato Bruni.

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Nel frattempo, da registrare una nuova nomina firmata dal Papa ricoverato al Gemelli: oggi ha scelto il vescovo della diocesi di Daet (Filippine): sarà padre Herman Guinto Abcede, membro dei Rogazionisti del Cuore di Gesù, finora Superiore di Comunità presso la Our Lady of the Most Holy Rosary, Parañaque City. Ieri, si leggeva nel bollettino medico diramato in serata dal Vaticano, il Pontefice “ha presentato due episodi di insufficienza respiratoria acuta, causati da importante accumulo di muco endobronchiale e conseguente broncospasmo. Sono pertanto state eseguite due broncoscopie con necessità di aspirazione di abbondanti secrezioni”. Nel pomeriggio di ieri era stata ” ripresa la ventilazione meccanica non invasiva. Il Santo Padre è sempre rimasto vigile, orientato e collaborante”. I medici mantengono la prognosi riservata.

Il quadro clinico di Bergoglio, del resto, è oggetto di commento da parte della comunità scientifica. Secondo Saverio Cinti, docente di Anatomia dell’Università Politecnica delle Marche e direttore scientifico del Centro di ricerca e servizio sull’obesità della stessa università, la polmonite bilaterale di cui soffre il Papa potrebbe essere legata al sovrappeso, in particolare all’accumulo del grasso addominale che è un fattore di rischio anche per quanto riguarda il livello di ossigenazione del sangue. “E’ una possibilità poco nota, ma da prendere in considerazione in quanto esistono terapie specifiche” ha osservato il medico. “Una nostra recente scoperta – ha proseguito – individua la possibilità che l’eccessivo accumulo di grasso viscerale può causare embolie grassose con conseguente polmonite bilaterale, causa di distress respiratorio aggravato anche dalla formazione di membrane jaline che ridurrebbero la possibilità di una buona ossigenazione del sangue”. Il collegamento fra sovrappeso e polmonite bilaterale, è stato descritto nel 2020 dal gruppo di Cinti in collaborazione con le Università di Brescia e di Milano. “Conoscere la patogenesi di una malattia – ha osserva Cinti – è una premessa indispensabile per proporre un’adeguata terapia. Anti-infiammatori liposolubili e dieta ridotta al minimo necessario sono interventi suggeribili in queste situazioni cliniche”.

Stefano Nardini, ex presidente della società italiana di pneumologia, ha analizzato quale potrebbe essere il percorso per un paziente che si trova in condizioni come quelle del Papa dopo le ultime crisi respiratorie: “Come succede sempre in queste situazioni, più si prolunga lo stato acuto è più l’organismo si debilita ulteriormente. Si cammina su un crinale” ha spiegato. E ancora: “L’immobilità e la ventilazione è debilitante per i muscoli respiratori – ha spiegato – e le vie respiratorie si seccano rendendo difficile l’espulsione dei muchi”. Per questo motivo è poi necessario procedere con broncoscopia che permette di aspirare “le abbondanti secrezioni” che rendevano difficile il respiro del Papa.



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