Carta docente, troppi ricorsi: quasi 900 nel 2024, Tar Piemonte intasato. Il presidente: “Così non si può continuare”

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Troppi ricorsi da parte di insegnanti relativi alla mancata erogazione della Carta Docente da 500 euro: questo è quanto sta succedendo in Piemonte, il cui Tar, a quanto pare, è intasato a causa di queste questioni. Lo riporta Il Corriere della Sera.

“Il grave problema – ha detto nella sua relazione per l’apertura dell’anno giudiziario il presidente del Tar del Piemonte Raffaele Prosperi – è costituito dagli 887 ricorsi per l’ottemperanza al giudicato dei tribunali civili sulla cosiddetta carta del docente, una sorta di voce retributiva specificamente attribuita agli insegnanti per l’acquisto di materiale utile per la formazione propria e degli alunni”.

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“Come si può immaginare”, visto il “non versato dai relativi uffici di pagamento; la questione ha investito molti tribunali amministrativi italiani, ma dai dati che ho avuto il possesso il Tribunale amministrativo del Piemonte si trova in un’area altamente critica per la mancata corresponsione, il tutto dovuto a problemi a me non noti”, ha aggiunto.

“Disfunzioni a catena”

“Quindi è una sorta di disfunzioni a catena: gli uffici dell’Istruzione che non corrispondono le somme dovute per la carta del docente, gli insegnanti che agiscono davanti al tribunale del lavoro, ordinario, le cui sentenze non vengono eseguite in massa dall’Amministrazione con la conseguenza che gli insegnanti devono promuovere il giudizio di ottemperanza alle sentenze del giudice ordinario dinanzi a noi. È del tutto evidente – ha proseguito Prosperi – quante conseguenze negative derivano da tali mancati pagamenti, tra l’altro ammontanti a circa 500 euro annuali, ma tali da creare l’esplosione del contenzioso davanti al giudice del lavoro, i giudizi di esecuzione dinanzi al giudice amministrativo e la loro difficile risoluzione in tempi brevi, senza contare anche le difficoltà all’Avvocatura dello Stato”.

“È un numero del tutto insopportabile per un ufficio giurisdizionale come il nostro, calibrato sull’ingresso di ricorsi che vanno dai 1000 ai 1300 annui. La terza sezione sta pazientemente cercando di sfoltire i numeri, ma quando tanti ne entrano quanti ne escono, fa comprendere che la questione non può essere risolta con pronunce giurisdizionali, ma solamente con una presa di coscienza che può essere una diversa formazione delle voci retributive all’interno del contratto collettivo nazionale di lavoro, oppure un provvedimento normativo che risolva la questione una volta per tutte, poiché è evidente che ciò non vuol dire rendere giustizia, ma solamente intasare un Tribunale impedendogli o limitando le funzioni che gli sono realmente commesse dall’ordinamento giuridico. Contiamo un numero enorme di ricorsi, fa impressione la loro crescita, anche se si tratta di cause cosiddette ‘a stampone’, ovvero non particolarmente complesse dal punto di vista giuridico. Nel 2025, già 261 su 455 ricorsi sono relativi alla carta del docente, così non si può continuare”, ha concluso.

Tar Toscana, anche qui troppi ricorsi “scolastici”

Abbiamo parlato di un caso simile in Toscana: qui, sempre nel 2024, è esploso il numero di ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR), con un’impennata delle contestazioni contro le bocciature scolastiche e le questioni urbanistiche.

Il dato emerge dal report dell’attività giudiziaria presentato dalla presidente del TAR Toscana, Silvia La Guardia, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Palazzo Medici Riccardi: “Non siamo la scuola, non possiamo giudicare nel merito delle scelte”.

Come riporta Il Corriere, secondo Riccardo Giani, presidente della quarta sezione del TAR, i procedimenti contro le bocciature sono in aumento, ma le vere e proprie promozioni sono rare: “Nel 2023 ne ricordo una o due al massimo”. Questo perché il giudizio della scuola gode di un’ampia discrezionalità e il massimo che un tribunale può disporre è il riesame del caso da parte del consiglio di classe.

Dove invece l’intervento dei giudici amministrativi è più incisivo è nei casi di mancata applicazione del Piano Didattico Personalizzato per studenti con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Qui il TAR può intervenire per garantire misure compensative come tempi più lunghi per verifiche e interrogazioni.

Tra i ricorsi in ambito scolastico, anche qui, in forte crescita anche quelli presentati dagli insegnanti precari per ottenere il riconoscimento della Carta del Docente, il bonus da 500 euro per l’acquisto di strumenti formativi. Nel 2024 sono stati presentati 503 ricorsi, contro i 132 definiti.

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