Nonostante qualche problema di salute che lo perseguita, il re del Marocco Mohammed VI, ha deciso di proseguire nella sua opera riformatrice che fa del suo paese quello arabo più occidentalizzato e amico di Israele.
Dopo aver affrontato di petto il problema del codice di Famiglia, mettendo mano ad una nuova riforma, il monarca illuminato ha deciso di intervenire su un altro tema considerato tabù dalla tradizione islamica ma che invece è necessario toccare alla luce del cambiamento climatico e dei suoi effetti sulla popolazione. Il monarca di Rabat ha invitato i suoi cittadini ad astenersi dal compiere sacrifici di Eid al-Adha quest’anno a causa del significativo calo del numero di bestiame causato dalla grave siccità che il regno sta attraversando per il settimo anno consecutivo. Il re ha affermato in un messaggio letto dal ministro degli Affari religiosi Ahmed Toufiq sulla televisione pubblica: “Invitiamo il nostro caro popolo a non celebrare quest’anno il rito del sacrificio dell’Eid al-Adha”, previsto per l’inizio di giugno. Ha spiegato che il motivo di questa richiesta sono “le sfide climatiche ed economiche che sta affrontando il nostro Paese, che hanno portato a un calo significativo del numero di capi di bestiame”.
Il sacrificio di Eid al-Adha
In Marocco, il re è colui che decide in materia religiosa nella sua veste di “Comandante dei fedeli”. La siccità che ha colpito il Marocco per il settimo anno consecutivo ha causato un calo del 38 percento del numero di capi di bestiame, con un deficit di precipitazioni del 53 per cento rispetto alla media degli ultimi 30 anni, ha affermato a metà febbraio il ministro dell’Agricoltura Ahmed Bouari. Il re ha spiegato nel messaggio pubblicato dall’Agenzia di Stampa Marocchina “Map” che “considerando che l’Eid al-Adha è una Sunnah confermata, quando possibile, celebrarla in queste difficili circostanze causerà un danno reale ad ampi segmenti del nostro popolo, in particolare a coloro con un reddito limitato”. In Marocco è molto diffusa la tradizione di celebrare l’Eid al-Adha (letteralmente “banchetto del sacrificio”) macellando animali sacrificali, soprattutto tra i circoli popolari. Il calo del numero di capi di bestiame ha causato un aumento dei prezzi della carne rossa per un anno e il governo ha approvato un sostegno finanziario per gli importatori, senza tuttavia che i prezzi scendessero, cosa che ha suscitato critiche.
La crisi climatica e la carenza dei pascoli
Il defunto re Hassan II, padre del re Mohammed VI, aveva già preso una decisione simile per le stesse ragioni nel 1996. Quella di quest’anno è la peggiore siccità che il Regno abbia mai sperimentato dall’inizio degli anni ‘80. La mancanza di precipitazioni ha causato una carenza di pascoli per il bestiame e un calo della produzione di carne, con conseguenti prezzi più alti sul mercato locale e maggiori importazioni di bovini, ovini e carne rossa vivi. Il paese ha recentemente firmato un accordo per importare fino a 100mila pecore dall’Australia e, nel bilancio del 2025, il Marocco ha sospeso i dazi all’importazione e l’imposta sul valore aggiunto su bovini, ovini, cammelli e carne rossa per mantenere stabili i prezzi sul mercato locale.
I problemi di salute di Mohammed VI
La decisione è stata presa questa volta poche ore prima che il monarca si sottoponesse a un nuovo ciclo di fisioterapia. Il Ministero della Casa Reale, del Protocollo e della Cancelleria del Marocco ha dichiarato che Mohammed VI, è sottoposto a sedute di riabilitazione funzionale in seguito all’intervento chirurgico a cui è stato sottoposto alla spalla sinistra. Secondo il comunicato pubblicato dall’Agenzia di Stampa Marocchina, “questo processo di riabilitazione è accompagnato da alcune limitazioni e difficoltà legate ad alcuni movimenti e posizioni, come quelle legate alla difficoltà di stare seduti per lunghi periodi o di stare in piedi”.
Da Rabat assicurano che il re è in buona salute. Siti web, pagine e account sui social media hanno fatto circolare la voce della “morte di Mohammed VI”, diffondendo un’immagine inventata della notizia attribuita al quotidiano elettronico locale “Hespress”. Il quotidiano ha smentito la voce e ha descritto come “parti ostili al Marocco” per averla pubblicata.
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