Ppe e Lega contro le bozze del piano Ue per l’auto: “Irrealistico puntare solo sulle e-car”. “Follia, congelare le multe ai produttori”

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Le bozze del piano Ue per l’automotive, che la Commissione presenterà il 5 marzo, scatenano le proteste della Lega e del Ppe. La prima spara alzo zero, ostentando incredulità per l’assenza di risposte sul nodo delle multe ai costruttori che non rispettano gli obiettivi di taglio delle emissioni e accusando Bruxelles di “follia“. Il partito a cui aderisce Forza Italia usa toni più felpati ma torna a bocciare esplicitamente lo stop alle auto diesel e benzina a partire dal 2035, che pure nella scorsa legislatura aveva votato. Ora lo ritiene “più irrealistico che mai”, si legge in un post su X, e chiede di revocarlo “per riflettere la neutralità tecnologica“.

Nel testo rivelato venerdì scorso dall’Ansa, ancora suscettibile di modifiche, la Ue si concentra sulla promozione della domanda di auto elettriche attraverso linee comuni per sostenere gli incentivi nazionali all’acquisto, sostegno ai Paesi nel trovare fonti di finanziamento, promozione del leasing sociale e del mercato dell’usato, rinnovo delle flotte aziendali con e-car. Nessun riferimento alla richiesta principale del settore – fatta propria già nei mesi scorsi dal governo italiano e dal Ppe – di congelare le multe previste già quest’anno per chi non centra i target intermedi di taglio delle emissioni di CO2 e in vista delle quali diversi costruttori hanno stretto un accordo con Tesla per acquistare crediti di carbonio. Poi Bruxelles promette un pacchetto dedicato alle batterie per lo sviluppo “di un’industria europea di celle e componenti”, si impegna a pubblicare “orientamenti e raccomandazioni agli Stati membri” sulle infrastrutture di ricarica per accorciare i tempi di attesa per le connessioni alla rete, annuncia che continuerà a vigilare sui maxi-sussidi della Cina alle e-car.

Il documento presenta ancora spazi vuoti al paragrafo dedicato all’allineamento delle case automobilistiche agli standard di emissione CO2. Benjamin Krieger, segretario generale dell’Associazione europea dei fornitori automobilistici (Clepa), ha subito accusato la Commissione di concentrarsi “troppo strettamente sull’elettrificazione, trascurando significativi rischi finanziari e occupazionali”. E chiesto un “sostegno urgente all’innovazione e a un approccio tecnologico diversificato”, che includa anche i motori ibridi Plug In e l’idrogeno. Anche Roberto Vavassori, presidente dell’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, ha criticato la bozza per l’assenza di un “ridisegno complessivo del percorso della transizione alla decarbonizzazione della mobilità”, ovvero il via libera a “utilizzo dei carburanti non di origine fossile a basso o nullo contenuto carbonico secondo il principio Lca”.

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La Lega con il sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, a caldo aveva parlato di visione miope: “Serve un approccio pragmatico e realistico: incentivi sì, ma per tutte le tecnologie a basse emissioni, compresi biocarburanti, e-fuel e motori endotermici di ultima generazione, che garantiscono sostenibilità ambientale senza distruggere posti di lavoro. Non staremo a guardare mentre la Commissione Europea condanna la nostra manifattura all’estinzione“. Ora Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo e coordinatore Patriots in commissione Industria, rincara: “Non contenti di aver messo in ginocchio l’industria automobilistica europea, a Bruxelles preparano un piano Ue per l’automotive che, ancor prima di essere presentato, già si rivela l’ennesima follia. Anziché fare mea culpa, l’Ue accelera nel processo di distruzione di settori fondamentali per la nostra economia, passando sopra la neutralità tecnologica. Gli incentivi sui Bev (Battery electric vehicles) saranno come quelli sulle case green, che ancora non si sa da dove escano? E tutto questo senza nemmeno ascoltare il grido d’allarme degli operatori, che da tempo chiedono a gran voce il congelamento delle multe e una drastica revisione delle regole troppo stringenti e distanti dalla realtà, del tutto insostenibili”.

Stringato il commento di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che l’anno scorso aveva proposto di anticipare al 2025 la revisione del regolamento europeo sui veicoli leggeri che prevede la vendita di auto solo elettriche dal 2035: “Sulle auto serve una svolta vera, sono ore decisive, massimo impegno”.



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