I risultati finanziari presentati da Mercedes-Benz la scorsa settimana hanno evidenziato un calo del 30% degli utili e del 23% delle vendite di auto elettriche. Si tratta di un risultato tale da tradursi in tagli significativi dei suoi bilanci, da qui al 2026.
In questo quadro non proprio esaltante, anche l’azienda tedesca si ritrova a dover fare i conti con le conseguenze della normativa CAFE, ovvero quella emanata in ambito UE per riuscire a contenere le emissioni di CO2 all’interno del suo territorio. E da quanto affermato da Harald Wilhelm, direttore finanziario del marchio di Stoccarda, il prezzo da pagare per evitare le multe si prospetterebbe compreso in una forbice “nell’ordine delle centinaia di milioni di euro”.
Normativa CAFE: Mercedes dovrebbe pagare tra i 100 e i 300 milioni di euro, per evitare le multe UE
Le dichiarazioni del direttore finanziario di Mercedes sono state pronunciate nel corso di una conferenza stampa con i dirigenti del marchio tedesco. Durante il suo svolgimento, infatti, a Harald Wilhelm è stato chiesto quanto costerebbe all’azienda il conseguimento degli obiettivi sulle emissioni CAFE dell’UE, intendendo con ciò l’acquisto dei crediti da altre aziende per evitare lo sforamento dei limiti indicati
La risposta è stata giudicata abbastanza enigmatica dai convenuti. Queste, infatti, le parole pronunciate, al riguardo: “Una cifra bassa, nell’ordine delle centinaia di milioni”. Per poi aggiungere, rivolto ai giornalisti: “Possiamo stare tranquilli su questo punto, nonostante tutte le preoccupazioni che abbiamo per il 2025”.
A decifrare le parole in questione è stata la stampa economica, come spiegato da Autonews. Secondo gli specialisti della questione, infatti, si può comprendere in un range tra i 100 e i 300 milioni di euro la cifra necessaria al brand teutonico per acquistare i crediti di emissione necessari da Volvo, Polestar e Smart. Ovvero i marchi di auto elettriche del suo partner Geely Group, con cui l’azienda di Stoccarda ha deciso di condurre il suo pooling.
Termine con cui si intende l’unione di più flotte auto nella dichiarazione delle emissioni inquinanti delle proprie vetture in ambito UE. Grazie al quale è possibile “camuffare” quelle rilasciate dai modelli Mercedes versandole in un calderone con le emissioni zero delle auto elettriche, evitando in tal modo il pagamento di sanzioni molto salate.
Le parole di Ola Kallenius sulla questione delle multe
Per il 2025, l’Unione Europea impone ai costruttori un limite oltre il quale non possono andare, ovvero i 93,6 grammi per chilometro. Emissioni superiori farebbero scattare multe estremamente elevate, che preoccupano non poco l’intero settore. La decisione di Mercedes è del tutto logica, considerato come non accorpando i suoi dati sulle emissioni con quelle di Geely Group il conto risulterebbe molto più salato.
Per riuscire a conseguire tale obiettivo, ogni casa costruttrice dovrebbe riuscire ad aumentare le proprie vendite di veicoli elettrici. Un compito molto complicato per quelle che producono anche veicoli con motorizzazioni diverse. Dovrebbero infatti posizionarsi tra il 20 e il 22%, un dato molto lontano dal 14% che ha caratterizzato il mercato degli EV nel corso del 2024.
Ad affrontare la questione è stato anche Ola Kallenius , CEO di Mercedes-Benz, il quale ha sottolineato che la partnership con i marchi di auto elettriche rappresenta “il modo migliore per evitare di pagare multe”. Il costo che ne consegue, infatti, è inferiore a quello delle sanzioni. Per poi aggiungere che la collaborazione instaurata con i marchi elettrici di Geely sarebbe soltanto una soluzione temporanea prima dell’arrivo di nuovi modelli di auto elettriche nella gamma di Mercedes, a partire dalle prossime CLA e GLC.
Kallenius, al riguardo, ha quindi affermato: “Una volta lanciati tutti questi prodotti nei prossimi 36 mesi, aumenteremo la nostra quota di vendite di auto elettriche e raggiungeremo naturalmente gli obiettivi dell’UE”.
Soltanto Volkswagen, BMW e Renault non fanno ricorso al pooling
Naturalmente, la strada scelta dalla casa tedesca sarà abbastanza affollata. Basti pensare che anche Tesla ha lanciato il suo pool, di cui faranno parte Toyota, Stellantis, Ford, Mazda e Subaru. All’interno del quale la casa di Elon Musk apporterà i crediti derivanti dalla vendita di circa 327mila EV lungo il territorio del vecchio continente.
Gli unici grandi produttori europei che faranno a meno del pooling sono il gruppo Volkswagen, BMW e Renault. Se la soluzione ai loro problemi potrebbe essere rappresentata da BYD, l’amministratore delegato di Renault Luca de Meo ha chiuso la porta a questa ipotesi. Ha infatti affermato di trovare surreale il pagamento di soldi a concorrenti non europei per conseguire gli obiettivi delineati in sede UE. Preferendo con tutta evidenza pagare eventualmente le multe all’Unione Europea.
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