Il viceministro per gli Affari multiculturali e la Cittadinanza Julian Hill ribadisce l’importanza di non sfruttare crisi internazionali per cercare consensi.
MELBOURNE – Le elezioni si avvicinano di gran passo e giovedì scorso abbiamo avuto l’occasione di intervistare via Skype, dagli studi de Il Globo Tv, il viceministro per gli Affari multiculturali e la Cittadinanza, Julian Hill.
Il governo Albanese, ha assicurato il parlamentare laburista, è sempre stato vicino alle comunità etniche a sostegno di un multiculturalismo che, anche se ultimamente è stato messo per circostanze varie un po’ sotto tiro, rimane una colonna portante del Paese, una realtà essenziale per il mantenimento di una società solida e coesa.
Sottolineando che il multiculturalismo è armonia, e che è ora è a rischio con la serie di aggressioni dettate da antisemitismo e islamofobia, ho chiesto al viceministro di fare un po’ il punto su questa spiacevole situazione che si è creata nel Paese.
Hill ha risposto ammettendo che senza dubbio, la coesione sociale è sotto pressione in Australia: “Penso che la maggioranza degli australiani sia favorevole e applauda la nostra diversità culturale, ma è anche vero che i conflitti globali, in particolare la guerra a Gaza, abbia polarizzato una parte della società australiana. Il governo si è focalizzato in iniziative a sostegno di chi è coinvolto nel conflitto, con assistenza umanitaria e con collaborazione con comunità internazionali per promuovere la pace e la soluzione dei due stati, uno palestinese e uno israeliano che possano convivere armoniosamente. Ma i verdi e Peter Dutton stanno ‘usando’ la guerra per cercare consensi. Il ministro della Giustizia Mark Dreyfus, i cui genitori sono sopravvissuti all’olocausto, ha descritto i tentativi liberali di sfruttare la guerra come grotteschi, e ha ragione”.
Il governo Albanese è finito sotto accusa per aver organizzato una serie di cerimonie di cittadinanza proprio prima che venga indetta un’elezione, ma per Hill si tratta di critiche assurde e ridicole: “Con tutto il rispetto per i liberali e per il sindaco di Fairfield (NSW) che hanno sollevato critiche, penso che tutti gli australiani siano lieti che i migranti che hanno deciso di vivere qui, formalizzino il loro impegno per il nostro Paese”.
Ho provato più volte nell’intervista a Julian Hill, a scoprire, senza successo, la data delle elezioni: “Ti dò una dritta – ha detto il viceministro -, le elezioni si terranno 34 giorni dopo che il primo ministro le avrà annunciate”.
Sulla recente missioni a Washington del ministro del Tesoro Jim Chalmers, a sostegno di un’esenzione dai dazi sulle importazioni di alluminio e acciaio ventilate dalla nuova amministrazione americana, il rappresentante del seggio di Bruce (Vic), ha sottolineato che il presidente Donald Trump ha un’idea diversa delle regole del commercio globale rispetto al suo predecessore, e ciò è ragione di frustrazione, “ma noi continueremo a lavorare positivamente, puntando sul dialogo, salvaguardando i nostri interessi”.
“Siamo una nazione commerciale, il 90% del nostro benessere va e viene via mare. L’Australia beneficia da un sistema commerciale aperto e competitivo, e importa più dagli Usa di quanto esporta e crediamo e speriamo che questa eccedenza commerciale a favore di Washington sia sufficiente per scongiurare i dazi”.
Il ministro del Tesoro dovrebbe presentare una manovra di bilancio il 25 marzo prossimo, ma tutto dipenderà dalla data delle elezioni. Se il primo ministro deciderà di andare alle urne ad aprile, il budget salterà, se invece intendesse arrivare fino a fine mandato, il 17 maggio, allora Chalmers lo presenterà, ma Hill vuole comunque sfatare il mito che la Coalizione è superiore ai laburisti nella gestione economica: “Da quando questo governo è stato eletto, quasi tre anni fa, il debito nel nostro Paese è sceso di quasi 200 miliardi di dollari, e abbiamo presentato due attivi di bilancio, che non si vedevano da quasi vent’anni; una buona gestione economica ha portato ad una flessione dell’inflazione che ha permesso alla Reserve Bank of Australia (RBA), di ridurre i tassi d’interesse, la disoccupazione è al minimo registrato negli ultimi 50 anni, i salari sono in ascesa e in merito alle priorità voglio segnalare il più grosso investimento del governo nel Medicare per far si che la tessera sanitaria e non la carta di credito, determini chi può andare dal medico e chi non può farlo”.
Con la pioggia di miliardi destinata al Victoria e l’ultimo annuncio di un finanziamento extra per la linea ferroviaria per l’aeroporto, ho chiesto al viceministro se le elezioni si vinceranno o perderanno, in questo Stato.
“Il Victoria – ha detto – è uno stato importantissimo, con molti collegi elettorali, quasi tutti detenuti dai laburisti, ma non daremo nulla per scontato. Il Victoria per molti anni è stato dimenticato da Canberra, da (gli ex primi ministri conservatori, ndr) Tony Abbott, Malcolm Turnbull e Scott Morrison, quindi, visto che è anche il mio stato, sono felicissimo che il primo ministro abbia annunciato fondi extra per questa importantissima infrastruttura, perché per una città di 5 milioni di abitanti, il non poter salire sul treno per prendere l’aereo, è assurdo”.
Alla fine, ci ho riprovato con la data delle elezioni, sottolineando che Anthony Green, il guru delle analisi elettorali dell’ABC Tv, che ha annunciato che quelle del 2025 saranno le sue ultime, ha predetto due date: il 12 aprile o il 17 maggio.
“Mi spiace che abbia annunciato il suo ritiro e gli auguro ogni bene – ha detto Hill, sorridendo per i miei tentativi di strappargli la data del voto -. In merito alle speculazioni sulle date, una vale l’altra, e starà comunque al primo ministro decidere. Ma vorrei concludere con una riflessione, sottolineando cioè che non dobbiamo mai dare per scontata la nostra democrazia, perché non tutti nel mondo godono dei diritti di cui godiamo noi in Australia che possiamo votare e scegliere chi ci governa”.
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