CHIEF ETS: salvaguardare il patrimonio culturale tra guerra e crisi umanitarie. L’impegno in Ucraina e oltre

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Il XXI secolo è segnato da guerre devastanti e incessanti cataclismi naturali, che inevitabilmente minacciano anche il patrimonio culturale. Secondo la Convenzione dell’Aia del 1954, la protezione di questi beni è un dovere imprescindibile. In questo contesto, vi sono ancora persone che si impegnano con determinazione a metterli in salvo, intervenendo il più rapidamente possibile per preservare la nostra storia e scongiurare la perdita irreparabile dell’identità che ci appartiene.

Un esempio importante è CHIEF ETS un’associazione di volontariato di protezione civile , attiva dal 2013, specializzata nella salvaguardia dei beni culturali in aree di crisi, che attraverso iniziative, contribuisce al ripristino delle normali condizioni di vita (L.225/1992 art.3). 

Due anni dopo la sua fondazione, CHIEF ETS diventa la prima associazione in Italia, tra le sei esistenti a livello internazionale, ad essere riconosciuta dallo scudo blu, venendo convocata alla prima assemblea generale a Roma nell’ottobre del 2024, voluta dalle quattro fondatrici (ICOMOS, ICOM, ANAI e AIB). Secondo quanto indicato dallo statuto nell’art.10, l’associazione ha costituito quali organi statuari l’assemblea dei soci, il presidente e il consiglio direttivo, formato da cinque membri: Pietro Livi , Francesca Braga, Alessandro Zanini, Chiara Tomaini e la fondatrice Barbara Caranza. 

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Quest’ultima è una personalità di spicco per la sua intraprendenza, dinamicità e altruismo, che unite al suo bagaglio culturale multidisciplinare, fanno di lei una persona  di grande sensibilità ed elasticità mentale, predisposta a guidare questo progetto di portata internazionale. Barbara lavora nel restauro dal 1995, concentrando gran parte della sua carriera professionale al tema della gestione e progettazione delle situazioni di rischio e pericolo del patrimonio culturale in momenti di emergenza, conseguendo formazioni presso enti internazionali quali ICCROM e UNESCO. Dal 2008 riveste la carica di Ufficiale RS dell’Esercito Italiano per la Cultural Property Protection con il grado Capitano del Genio e dak 2010 si abilita alla Nato civil military cooperation.

A questo punto, vi chiederete come CHIEF ETS riesca a svolgere questo compito tanto necessario quanto complesso nella pratica. Dal 2013, l’organizzazione ha portato avanti numerosi interventi di salvataggio, di cui si potrebbero ricordare molteplici episodi. Tuttavia, vorrei soffermarmi su uno degli interventi più recenti, di cui ho avuto l’opportunità di ascoltare testimonianze dirette da Chiara Tomaini e Barbara Caranza durante un corso di aggiornamento presso l’IVBC, a Venezia.

Chiara e Barbara hanno raccontato con grande emozione il coinvolgimento di CHIEF nell’ottobre 2022, quando l’organizzazione è stata chiamata a supportare e affiancare i restauratori e conservatori ucraini. In un contesto segnato dalla guerra, i soci di CHIEF hanno stabilito un contatto diretto con gli operatori locali attraverso videochiamate, con l’obiettivo iniziale di comprendere lo stato di conservazione del patrimonio artistico ucraino. Il loro approccio non si è limitato a un’analisi tecnica, ma ha cercato di immergersi nella sensibilità artistica e conservativa del luogo. Solo attraverso la conoscenza della cultura e della storia di un territorio, infatti, è possibile definire strategie efficaci di intervento.

Dopo un’attenta valutazione delle opere più bisognose di protezione, CHIEF ha inviato nella città di Leopoli due cargo contenenti materiali tecnici e professionali essenziali per la salvaguardia del patrimonio culturale: imballaggi specifici, generatori di corrente, power bank e dispositivi di archiviazione digitale (terabyte) destinati ai musei ucraini. Questo è stato possibile grazie alla solida rete di enti pubblici e privati che negli anni ha sostenuto CHIEF ETS nelle sue missioni, tra cui Apice, MoRe Srl, Frati e Livi, Alba Fire e INFR.

Tutelare il patrimonio culturale significa anche proteggere coloro che se ne prendono cura. In un periodo di guerra, mantenere un equilibrio mentale è tutt’altro che scontato. Per questo, CHIEF ha organizzato incontri online con psichiatri e psicologi specializzati, rivolti agli operatori museali ucraini. Gli incontri erano finalizzati alla gestione dello stress e, in particolare, alla prevenzione del burnout, dato che molti professionisti mostravano segni di cedimento psicologico.

L’impegno di CHIEF in Ucraina è proseguito con un’iniziativa concreta: l’inserimento di una restauratrice di Zaporizhzhia all’interno del Museo Egizio di Torino, offrendole l’opportunità di collaborare attivamente alla revisione del piano di gestione del rischio per il museo.

Questo straordinario lavoro di salvaguardia è stato documentato nel film “L’arte della guerra”, prodotto da Art Film Kairos con il contributo di RAI Documentari e girato tra Italia e Ucraina. Nel documentario, si possono ascoltare le parole di Chiara Tomaini, membro del direttivo di CHIEF, e del direttore del Museo Egizio, Christian Greco. Colpisce profondamente la riflessione di Greco, che descrive la guerra come un vero e proprio genocidio culturale.

L’operato di CHIEF ETS dimostra che solo attraverso la collaborazione si può fare la differenza. “Fare rete” è il motto che Barbara Caranza ripete in ogni occasione: solo così si possono generare sinergie, idee e strategie per proteggere il patrimonio culturale, una missione che dovrebbe stare a cuore a tutti. CHIEF pone inoltre grande attenzione alla formazione continua dei suoi soci, organizzando regolarmente corsi online su diverse tematiche, come Acqua Granda Venezia, Giornate di studio Art Green, Last Generation e il ruolo attivista nei musei nel 2024.

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Dal 2022, CHIEF è parte del progetto SAFECULT 2022-2023, un’importante iniziativa mirata alla creazione di una rete transfrontaliera per la condivisione delle migliori pratiche di prevenzione e gestione del rischio in contesti di emergenza.





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