Le dichiarazioni del calciatore argentino sulla gara da doppio ex che questa sera vedrà i biancocelesti affrontare a San Siro i rossoneri
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Lunga intervista rilasciata da Lucas Biglia sulle colonne della Gazzetta dello Sport. Il centrocampista argentino, ex di Lazio e Milan, ha analizzato la gara in programma a San Siro questa sera. Di seguito le sue parole.
Biglia, iniziamo dai suoi ricordi con la Lazio.
“Sono stati i miei migliori anni in Italia. Venivo dall’Anderlecht e a Roma mi sono trovato benissimo con Petkovic, Reja, Pioli e Inzaghi. Pioli l’ho avuto anche al Milan, ma solo l’ultimo anno”.
Nella Capitale è andato vicino a vincere.
“Purtroppo però non ci siamo riusciti. Abbiamo perso due volte la Coppa Italia e una la Supercoppa Italiana, sempre in finale con la Juventus: avevamo una bella squadra e io ho indossato anche la fascia da capitano”.
Le piace il calcio di Baroni?
“Arrivare dopo Inzaghi e Sarri non è semplice, ma lui è stato bravo a trasmettere un calcio propositivo, anche a costo di correre dei rischi. Ha in rosa elementi che non trovavano spazio in altri club ed è stato bravo a rilanciarli”.
Rovella è un giocatore chiave per la manovra. Si rivede in lui?
“Rovella è più dinamico di me, ha grande qualità, tempo di gioco e abilità a trovare gli spazi dove ricevere. Sta dimostrando di essere da Nazionale”.
Il suo connazionale Castellanos invece trascina con i gol.
“La sua assenza a San Siro sarà pesante perché sta facendo una bella stagione e ha meritato la convocazione in Nazionale. Il Taty è un attaccante che può farti male in qualsiasi momento”.
Al Milan si è tolto meno soddisfazioni rispetto alla Lazio.
“Mi spiace non essere riuscito a dimostrare quello che volevo perché il club aveva fatto un investimento importante per me. Il secondo anno era iniziato bene, ma ho avuto un infortunio che mi ha tenuto fuori 4 mesi. Con il Milan mi sento in debito”.
“Quando sono arrivato, la società era di proprietà cinese. L’era Berlusconi era finita da poco e… non si capiva niente. Il secondo anno con Elliott e Leonardo-Maldini come dirigenti le cose sono migliorate e il processo è continuato quando c’erano Boban e poi Massara. Anche se non c’ero più, lo scudetto e l’approdo in semifinale di Champions sono state la logica conseguenza di cose fatte bene. I calciatori hanno bisogno di sostegno”.
Si aspettava il Milan così in crisi?
“Vista la qualità della rosa, no. Nel calcio non conta solo ciò che fai sul campo: i risultati sono influenzati anche dal lavoro della società. E nel Milan tanti non stanno rendendo come potrebbero non solo per colpa loro”.
Tra questi Leao, Theo e Maignan, protagonisti del tricolore 2021-22 e finora molto deludenti. Lei li ha avuti come compagni nel 2019-20…
“Sono tre campioni, ma tutti si aspettano troppo da loro. Nelle carriere dei calciatori ci sono momenti negativi e capita che le cose non girino nel verso giusto per mille motivi”.
Che partita sarà Milan-Lazio?
“I rossoneri arrivano da un periodo difficile e non sono riusciti ad avere continuità di risultati. Vista la classifica, il Milan avrà grande pressione, ma Conceiçao è bravo e non è abituato a mollare. La Lazio invece ha avuto un cammino più regolare e psicologicamente sta meglio”.
Che allenatore è Biglia?
“Cerco di dare ai ragazzi più informazioni possibili e spiego loro come prendere le giuste decisioni, dentro e fuori dal campo. La tattica? Nel calcio l’unico modo per vincere è giocare bene”.
È stato influenzato dal suo ex compagno di nazionale Messi?
“Leo è un ragazzo umile e incredibilmente forte. Solo Messi poteva sopportare la pressione che ha avuto fino al 2022, quando ha vinto il Mondiale”.
Insieme avete perso la finale della Coppa del Mondo nel 2014.
“Quella e due finali di Coppa America. Sono stati momenti durissimi per tutti, in particolare per Leo, un leader silenzioso, uno che non vende fumo e non urla nello spogliatoio, ma che ci mette sempre la faccia. L’ho visto soffrire, chiudersi nella sua stanza, piangere e non rispondere neppure alle telefonate dei familiari. Per questo nel 2022 ho gioito per lui e per l’Argentina come se fossi stato in campo”.
Tra gli allenatori emergenti chi le piace di più?
“Fabregas e Farioli”.
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