Giornata di vigilia in casa Torres che domani alle ore 15.00 allo stadio Liberati affronterà la Ternana di Ignazio Abate alla ricerca del secondo posto in classifica. Un match non semplice, in un clima caldo, con tanti sassaresi che tra oggi 1° marzo e domani partiranno verso Terni per sostenere Antonelli e compagni. Nel nostro percorso di avvicinamento a questa gara abbiamo intervistato un giocatore che queste due piazze le conosce benissimo: 140 presenze con la maglia delle Fere condite da 45 reti, 52 in maglia rossoblù con 14 centri a referto. Stiamo parlando di Romano Tozzi Borsoi, attualmente allenatore del Terni FC e attaccante della Torres nelle stagioni 2004/05 e 2005/06.
Romano Tozzi Borsoi, domenica una sfida tra due squadre che lei conosce molto bene ovvero Ternana e Torres. Una sfida tra due squadre di grande livello, ma allo stesso tempo uno scontro diretto di alta classifica. Che partita si aspetta?
“Sarà sicuramente una bella partita, tra due squadre forti e ambiziose che vogliono provare a vincere il campionato. Un match molto avvincente, la Torres arriva da un periodo positivo e la Ternana ultimamente ha perso alcuni punti ma la ritengo la più attrezzata del girone B. La gara del Liberati è una di quelle sfide avvincenti guardando in particolare alla classifica, in cui i tre punti in palio sono più pesanti del normale in particolare per il prosieguo della stagione di chi li conquisterà”.
Nel suo curriculum vanta oltre 300 presenze in Serie C, come vede la sfida di Terni per la Torres? Da un lato il presidente Udassi definisce questa gara come la più importante della stagione, dall’altra mister Greco predica equilibrio dicendo che sì è importante ma allo stesso tempo non è decisiva. Qual è il suo pensiero a riguardo?
“Hanno ragione entrambi. Da un lato perché fare risultato a Terni sarebbe importantissimo per la classifica ma in particolare per il morale considerata la forza e il blasone della Ternana. Dall’altro, qualora dovesse arrivare un risultato negativo, il campionato non è finito e la stagione regolare è ancora lungo. Quindi capisco il ragionamento del mister che guarda oltre l’orizzonte. Però allo stesso tempo è giusto che venga considerata una partita diversa dalle altre, per ciò che recita la classifica ma anche per il valore delle rose che scenderanno in campo”.
La Ternana dopo il ko di Campobasso e alcune prestazioni poco convincenti, in particolare quella contro il Pineto, con una netta vittoria sull’Ascoli ha spazzato un po’ di nubi. Ma allo stesso tempo le diverse assenze in particolare a centrocampo suscitano un po’ di timore nei confronti della Torres. Che squadra si dovranno aspettare i rossoblù a Terni?
“Si dovrà aspettare una Ternana che vorrà vincere la partita, che cerca sempre di giocare partendo dal basso. Sicuramente è una squadra che punta sul gioco collettivo e ha giocatori importanti in particolare davanti, come Cicirelli. La Torres dovrà stare attenta all’organizzazione di gioco dei ragazzi di Abate che valorizza la qualità dei singoli interpreti. Pericolo numero uno? Sicuramente i due attaccanti principali, ovvero Cicirelli e Cianci. Sono due calciatori di categoria superiore, loro sono l’arma in più della Ternana. Proprio perché il gioco collettivo ne esalta le loro qualità”.
La Torres ha tanta qualità in attacco, ma allo stesso tempo diverse soluzioni, dispone di un bomber come Fischnaller, con Zamparo che si è aggiunto a gennaio. Ma allo stesso tempo di un uomo dai gol pesanti come Diakite, senza dimenticare Nanni. Quale può essere secondo lei la chiave offensiva del match per punire le Fere?
“Ho visto qualche volta la Torres e ho parlato con Tore Pinna che mi ha parlato delle caratteristiche della squadra. Sarà importante un pressing aggressivo sul primo possesso della Ternana, per cercare di mettere in difficoltà la Ternana in quelle che sono le fondamenta del suo gioco. La chiave della sfida non sta tanto nel singolo che riesce a venir fuori nel match, quanto più nella collettività. Nell’atteggiamento da mettere in campo fatto di sacrificio e aggressività, con questo tipo di spirito si possono battere le Fere”.
Infine apriamo il cassetto dei ricordi. Due anni a Sassari che sono rimasti nel cuore di tutti, una squadra che ha fatto emozionare e tra le più forti della storia della Torres. Qual è il più bel ricordo che ha di quell’esperienza?
“Lo dico a tutti, soprattutto da quando ho smesso di giocare. Sassari è uno dei posti in cui mi sono trovato meglio, penso che questo sia un aspetto comune a tutti quelli che sono passati in rossoblù. Sono stati due anni bellissimi, il primo un campionato abbastanza normale e il secondo straordinario. Una stagione di alta classifica che mi ha permesso di vivere la città, ma anche le persone in maniera importante. Non ho un ricordo preferito, ma è proprio tutta l’annata che mi è rimasta nel cuore. C’erano delle difficoltà societarie, ma tramite il gruppo, un mister (Antonello Cuccureddu) che ricordo con immenso piacere, siamo riusciti a fare un campionato bellissimo che sarebbe dovuto finire in un altro modo. Purtroppo tutti sanno come è finito, però ripeto la delusione è stata tantissima. Il ricordo però di quella esperienza a Sassari è stato veramente bellissimo, sarei rimasto tantissimi anni”.
Una Torres che ha fatto dell’identità sarda un suo punto di forza. Ha fondato le sue radici, tra dirigenza e staff, con persone che hanno vissuto proprio quell’annata insieme a lei. Come il presidente Udassi, ma anche Tore Pinna e Alessandro Frau, passando per Marco Sanna, attualmente allenatore della Primavera. In cosa si assomiglia la sua Torres con quella attuale?
“Il segreto della nostra Torres era quello di avere parecchi sardi in campo e nello staff. Si sentiva proprio questa appartenenza, come Medda, Sebastiano Pinna oltre a quelli che hai nominato. Il senso di appartenenza tipico dei sardi, l’attaccamento alla maglia, alla regione e alla città, veniva trasmesso anche a chi arrivava e non era originario della Sardegna. Questo secondo me era il segreto che ha creato quest’annata bellissima. Ho rivisto da poco Tore Pinna a Sassari, in occasione delle finali playoff che ho disputato con il Terni contro l’Ossese, con lui sono rimasto molto amico. Lui ama Sassari e questo lo trasmette a tutti, è una persona speciale”.
Domani saranno tantissimi i tifosi presenti allo stadio Liberati per seguire da vicino e supportare la Torres. Quanto era trascinante il sostegno del pubblico per voi in gare così delicate?
“Quell’anno era diventata un’usanza vedere tanta gente molto tempo prima della partita. L’entusiasmo del pubblico ci ha trascinato, loro sono stati fondamentali per quel cammino. Quando hai l’appoggio dei tifosi, tutto viene più facile e metti in campo quel qualcosa in più. Sappiamo le difficoltà che possono avere le sarde in continente, sapere che tanti tifosi seguono la squadra darà maggiore forza ai ragazzi di Greco”.
Andrea Olmeo
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