La Fondazione Openpolis ha pubblicato un nuovo aggiornato paper sullo stato dell’arte dell’attuazione del Pnrr.
E’ stato certificato che “A livello regionale si osserva che la percentuale dei pagamenti rendicontati finora ci parla di uno stato di avanzamento dei progetti tutto sommato molto contenuto. La regione più avanti da questo punto di vista è il Veneto che però si ferma al 28% delle risorse già erogate. Seguono il Trentino Alto Adige (24%) e la Liguria (22%). La Lombardia completa l’elenco delle regioni con una percentuale di pagamenti superiore al 20%”.
Generalmente al sud i progetti fanno più fatica a ingranare. Con la sola eccezione della Valle d’Aosta (13%), infatti le percentuali più basse si registrano in Calabria (10%), Campania (13%), Sicilia (13%) e Sardegna (14%).
Poi Openpolis fa i conti. Ecco quanto pubblica sul portale (https://www.openpolis.it/le-difficolta-nella-messa-a-terra-del-pnrr-specie-nel-mezzogiorno/?utm_source=Newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=pnrr)
– 34,3% le risorse del Pnrr che si concentrano nelle mani di soli 100 beneficiari. Per quanto i soggetti coinvolti nell’attuazione del piano italiano siano oltre 27mila, la gran parte delle risorse si concentra tra pochi soggetti. Tra i 100 enti che ricevono più fondi dal Pnrr in Italia troviamo 27 aziende, 21 amministrazioni pubbliche centrali (tra cui 5 ministeri), 16 regioni e 12 comuni. Il soggetto che beneficia della maggior quota di fondi in assoluto è Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). Seguono E-distribuzione Spa e il ministero della giustizia.
– 54 mld € i fondi Pnrr ancora da assegnare. Allargando lo sguardo a tutto il piano, possiamo osservare che i progetti che risultano finanziati attualmente sono 269.299 in totale. Il valore complessivo di queste opere supera i 200 miliardi di euro, di cui il Pnrr contribuisce con circa 140 miliardi (pari a circa il 70% del costo totale dei diversi interventi). Per quanto riguarda gli importi già assegnati, possiamo osservare che il 35,4% dei fondi è destinato alle infrastrutture (circa 50 miliardi di euro). Seguono gli interventi nell’ambito dell’istruzione e della ricerca (25,2 miliardi di euro, pari a circa il 18% dei fondi allocati) e quelli specifici per la transizione ecologica (18,4 miliardi di euro, pari al 13,1% dei fondi assegnati).
-3,7 mld €
i fondi Pnrr sottratti al tema dell’inclusione sociale, rispetto ai dati di luglio 2024. Il Pnrr è stato rivisto molte volte, molte misure sono state definanziate del tutto o in parte e migliaia di progetti nel tempo sono usciti dal perimetro del piano. E in effetti andando a vedere nei singoli ambiti si trovano situazioni molto eterogenee. Ad esempio, rispetto al luglio 2024, i progetti dedicati alla transizione ecologica sono diminuiti di 1.810 unità, allo stesso tempo però i fondi assegnati sono aumentati di 3,2 miliardi. Per quanto riguarda le infrastrutture, risultano tagliate 1.049 opere ma il valore totale dei fondi Pnrr assegnati è aumentato di 1,4 miliardi. Una significativa riduzione delle risorse assegnate riguarda il tema dell’inclusione sociale.
– 29% i pagamenti già rendicontati dai soggetti attuatori del Pnrr. L’aggiornamento dei dati di dicembre rappresenta una grande novità che ci consente di avere informazioni dettagliate sui pagamenti già effettuati a livello di singolo progetto. Si tratta certamente di un passo in avanti molto importante anche se occorre rilevare che alcune criticità permangono. A livello regionale si osserva che la percentuale dei pagamenti rendicontati finora ci parla di uno stato di avanzamento dei progetti tutto sommato molto contenuto. La regione più avanti da questo punto di vista è il Veneto che però si ferma al 28% delle risorse già erogate. Generalmente al sud i progetti fanno più fatica a ingranare. Con la sola eccezione della Valle d’Aosta (13%), infatti le percentuali più basse si registrano in Calabria (10%), Campania (13%), Sicilia (13%) e Sardegna (14%).
– 235 le scadenze ancora da conseguire tra il 2025 e il 2026. Il Pnrr italiano quindi è tutt’altro che in una fase avanzata di realizzazione nonostante ormai la sua conclusione sia dietro l’angolo. Ciò nonostante finora il nostro paese è riuscito a rispettare tutte le scadenze previste. Da questo punto di vista però, come già detto, sono intervenute le varie rimodulazioni del piano che ne hanno agevolato il conseguimento. Il lavoro da fare per completare tutte le scadenze tuttavia è ancora molto. Nonostante le varie rimodellazioni peraltro è opportuno evidenziare che alcuni obiettivi e traguardi non sono stati completati al 100%, almeno sulla base delle informazioni disponibili.
(fonte openpolis)
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