Sicurezza, Ferdinandi chiede riunione del Comitato e nomina del prefetto. Opposizioni all’attacco

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di Elle Biscarini

Quella di venerdì a Perugia è stata una giornata occupata mediaticamente dal tema della sicurezza. Oltre alla notizia sulla possibile chiusura del Reparto prevenzione crimine Umbria-Marche e a una conferenza stampa delle opposizioni, a intervenire è stata anche Vittoria Ferdinandi. La sindacata ha chiesto formalmente alla Prefettura la convocazione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, «volto a promuovere azioni specifiche – scrive – tese a favorire un maggior controllo del territorio, specie in riferimento al quartiere di Fontivegge  e ai locali notturni della zona». A Palazzo dei Priori infatti l’intenzione – dopo la rissa di domenica – è quella di adottare un’ordinanza che equipari i locali della stazione a quelli del centro per quanto riguarda gli orari, con chiusura quindi al massimo alle 2. Provvedimento che in settimana non è stato vagliato dal Comitato per l’assenza del prefetto. 

REPARTO UMBRIA-MARCHE A RISCHIO CHIUSURA

La sindaca E così Ferdinandi si appella al governo, «a partire dal sottosegretario agli Interni, Emanuele Prisco, affinché si attivi per assicurare che possa essere nominato, quanto prima, il nuovo prefetto di Perugia, a cui spetta la convocazione e la presidenza del Comitato». Dal canto suo la sindaca assicura che l’amministrazione «rimane impegnata ogni giorno con determinazione sui temi della sicurezza», rivendicando di aver dato vita a un nuovo concorso per l’assunzione di altri vigili, e di aver chiesto a quelli già in servizio di intensificare i controlli e il pattugliamento in strada: «In questi mesi – ricorda – abbiamo collaborato attivamente con il Comitato, dove sono state condivise e proposte azioni decise in accordo con il prefetto e le forze dell’ordine». Ferdinandi chiede quindi di mettere in campo un’azione coordinata ed efficace. 

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Le opposizioni In mattinata a caricare a testa bassa sulla sicurezza sono state le opposizioni che, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Cesaroni, hanno annunciato che presenteranno un ordine del giorno urgente per chiedere l’attuazione del regolamento regionale sul commercio. Nel mirino, i cosiddetti negozi etnici, esercizi commerciali e attività attorno ai quali, secondo gli esponenti dell’opposizione regionale e comunale, «nascono e si sviluppano attività di degrado, spaccio e violenza».

Il Testo unico Il regolamento – sostenuto dalla Lega – era stato approvato dal consiglio regionale sul finire della scorsa consiliatura. La normativa attribuisce ai Comuni il potere di individuare “zone sensibili” dove applicare restrizioni alle nuove aperture e ai trasferimenti di esercizi commerciali. Sono previsti controlli preventivi e successivi, oltre a misure come limiti di orario, restrizioni sulla vendita di prodotti e regolamentazioni sul rumore. Uno degli aspetti più discussi riguarda le restrizioni sui locali etnici in alcune aree, come quella di Fontivegge. 

 Incremento «La criminalità c’è sempre stata – ha sottolineato Clara Pastorelli di FdI – ma assistiamo a un incremento drastico giornaliero dei casi di cronaca anche violenti con la nuova amministrazione che ha un approccio troppo morbido e dialogante». Il testo di fatto mira apertamente a bloccare l’apertura di nuovi negozi (come ad esempio gli afromarket) tramite il diniego delle licenze commerciali e la limitazione degli orari di esercizio, in nome della «tutela della salute e dell’ambiente, la lotta al degrado urbano, la tutela dell’ordine pubblico, la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici».

Scoccia Margherita Scoccia ha invece spiegato che presenterà un’interrogazione «per capire che tipo di interventi il consigliere delegato alla sicurezza può fare e perché – ha detto – è stata fatta la scelta di eliminare l’assessorato alla sicurezza che avevamo istituito con la precedente amministrazione». Scelta, quella di tenere per il sindaco la delega alla sicurezza, che aveva fatto anche Andrea Romizi nel 2014. «Chiediamo – ha aggiunto l’esponente di FdI – l’applicazione legge e un cambio di passo, oltre a delucidazioni sullo strumento che ha sostituito il taser. Non accettiamo, inoltre, che questa amministrazione definisca alcuni quartieri come “contenitori di discarica sociale”».

La possibile chiusura Rispondendo poi alle domande dei giornalisti sulla possibilità di una chiusura, da parte del Dipartimento di pubblica sicurezza, del Reparto prevenzione crimini Umbria-Marche, Scoccia si è detta pronta a lavorare «a stretto contatto con il governo e il sottosegretario Emanuele Prisco (dello stesso partito della capogruppo, ndr) per aumentare la presenza di forze dell’ordine a Perugia».

Arcudi In generale dopo gli ultimi episodi le opposizioni hanno parlato di una recrudescenza della criminalità. «È aumentata, e questo ce lo dicono i cittadini – dice Nilo Arcudi (Tesei presidente – Umbria civica) – la percezione dell’insicurezza in città. Come rappresentanti dei cittadini è nostro dovere farci carico di queste istanze e impedire che la situazione scivoli verso l’anarchia. L’approccio di questa amministrazione ci sembra debole: depotenziare il presidio di polizia di Fontivegge, cancellare le norme contro l’accattonaggio molesto – che ora è di nuovo in ascesa – togliere il taser alle forze dell’ordine sono scelte ideologiche e incomprensibili. Dare l’idea che le responsabilità non siano individuali, ma che la colpa sia della società è un’idea totalmente sbagliata che mette in difficoltà la città». In conferenza stampa erano presenti, oltre a Scoccia, Pastorelli e Arcudi, anche tutti i consiglieri regionali e comunali del centrodestra, oltre all’ex sindaco di Perugia Andrea Romizi.

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