Una manifestazione di popolo senza simboli di partito, ma con solo le bandiere blu monocromo dell’Unione europea a sventolare. Un grido comune in difesa del Vecchio Continente, per ribadirne la centralità ma soprattutto l’unità in un momento difficile, specie dopo lo “schiaffo” diplomatico sferrato ieri in mondovisione dal presidente Usa Trump a quello ucraino Zelensky. E che fa sembrare ancora più urgente e necessaria una risposta trasversale all’invito – partito giorni fa sulle colonne di Repubblica da Michele Serra – a una piazza per l’Europa, che, ha scritto il giornalista, «oggi è un vaso di coccio fra due vasi di ferro, per giunta ripieni di bombe atomiche». L’appello non è caduto nel vuoto, anzi: è stato apprezzato e rilanciato da migliaia di cittadini, lettori e politici, per dire che l’Europa c’è, non è scomparsa e non ha intenzione di accettare un ruolo marginale nello scacchiere internazionale.
Una piazza per l’Europa: le reazioni. Quando e dove sarà organizzata?
Insomma, la volontà di organizzare un evento a sostegno dell’Unione europea c’è: la politica ha risposto. Lo ha fatto la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha sottolineato la necessità di un’«Europa federale» in grado di «avere una voce univoca ed esercitare quel ruolo politico e diplomatico fin qui mancato nella promozione della pace e del multilateralismo». Per questo, ha ribadito la leader dem, a una manifestazione per l’Ue «noi ci saremo».
I democratici, stavolta, sono compatti in ogni loro componente: da Giorgio Gori a Pina Picierno, da Gianni Cuperlo a Sandra Zampa, da Pier Francesco Maran a Sandro Ruotolo. A mobilitarsi anche gli esponenti del partito, dal presidente Stefano Bonaccini («Se non ora, quando?» ha scritto ieri) al capodelegazione dem in Europa Nicola Zingaretti: «Incontriamoci sotto tante bandiere europee per costruire il futuro», le sue parole. Tra i dem, il sì è arrivato pure da Filippo Sensi, Lia Quartapelle, Simona Malpezzi, Anna Ascani, Walter Verini, Piero De Luca, Dario Parrini e Matteo Ricci, oltre che da Andrea Martella e Piero Fassino, che ha auspicato «un mare di bandiere blu».
Oltre ai dem, in piazza per l’Europa scenderà anche Avs: per Nicola Fratoianni è «giusto reagire contro il tecnocapitalismo», mentre Bonelli auspica «un’Europa che costruisce la pace». Presente anche il fu Terzo Polo: ieri il leader di Azione Carlo Calenda ha annunciato la sua adesione «per difendere i nostri valori», poi ha colto la palla al balzo per invitare i leader che hanno sostenuto l’Ucraina a organizzare una manifestazione in solidarietà a Zelensky perché, ha scritto, «non possiamo rimanere in silenzio». Da Italia Viva Matteo Renzi ha ribadito il sì alla manifestazione. «L’Europa è una necessità», ha scritto l’ex premier, e il responsabile Esteri del partito Ivan Scalfarotto ha suggerito: «Facciamola a Milano». L’appello è stato subito accolto dal primo cittadino meneghino Beppe Sala: «Sarei felice di ospitarla», ha scritto il sindaco.
Ma tempi e luoghi di questa grande piazza per l’Ue sembrano ancora avvolti nell’incertezza. Una soluzione ha provato a darla il segretario di +Europa Riccardo Magi, che ha suggerito: «Una grande piazza potrebbe essere organizzata nel giorno in cui si celebra la firma del trattato di Roma (25 marzo, ndr)». Mentre Gaetano Manfredi, il sindaco di Napoli e presidente dell’Anci, ha auspicato l’organizzazione di «manifestazioni di cittadini non solo nelle grandi città, ma almeno in ogni capoluogo di provincia, perché l’Europa è un patrimonio collettivo e la vera sfida è coinvolgere tutti». «Per la manifestazione a Napoli – ha aggiunto Manfredi – siamo già pronti con piazza Municipio».
L’impressione comunque è che presto, molto presto, verranno stabiliti tempi, luoghi e modi della mobilitazione, anche se Roma sembrerebbe al momento la soluzione che mette d’accordo i più.
Le reazioni più tiepide, nell’opposizione, si sono registrate nel Movimento 5 Stelle. Il presidente Conte sta preparando il raduno anti-governo del 5 aprile e, in questo senso, ha ammonito: «Non confondiamo le piazze». Su quella in difesa dell’Ue, che assume di giorno in giorno l’aspetto di un corteo pro-Ucraina, l’ex premier ha tagliato corto: «Il tema non è tanto solo la chiamata alla piazza, quanto la domanda ineludibile: quale Europa vogliamo?». Insomma, dai pentastellati il sì non sembra affatto scontato.
La maggioranza
Nessun accenno alla piazza per l’Europa invocata da Serra da Fratelli d’Italia o dalla Lega. Il momento è delicato e prese di posizione troppo nette, ragionano forse al governo, potrebbero essere controproducenti. Mentre l’impostazione pro-Trump del Carroccio è ormai cosa nota. Ma una apertura alla manifestazione, seppur timida da parte di qualcuno (che teme di irritare gli alleati di coalizione), è arrivata da Forza Italia. Tra gli azzurri più entusiasti, c’è Rita Dalla Chiesa, che ha scritto: «Organizzare una piazza per l’Europa è una bellissima idea e bisogna fare in modo che ci siano tutti». L’ex volto della tv ha aggiunto: «Io sono l’ultimo dei parlamentari, però ci metto il cuore e penso che insieme possiamo fare la differenza, trasformare questo sogno in realtà».
Tra i forzisti più possibilisti c’è anche Alessandro Cattaneo, che si è detto favorevole a «tutte le forme dove si esaltano i valori della democrazia» quindi «ben venga questa iniziativa, l’importante – ha aggiunto l’azzurro – è che sia una manifestazione costruttiva e che nessuno ci metta il cappello per strumentalizzarla». L’ex sindaco di Pavia ha poi sottolineato l’urgenza, ribadita anche da Schlein, di «superare il meccanismo dell’unanimità» che vige a Bruxelles. Favorevole alla mobilitazione anche l’azzurro Giorgio Mulè, che ha definito l’idea di Serra «molto suggestiva» ma da sviluppare «con maturità, aggiungendo alla visione e ai valori da lui richiamati, anche l’onore di essere europei». Prima «leggerò la piattaforma» poi «deciderò se aderire», ha concluso Mulè.
Ma, come si diceva, tra gli azzurri c’è anche molta freddezza. Il capogruppo di FI alla Camera Paolo Barelli ha sottolineato: «Noi stiamo facendo una serie di manifestazioni, in preparazione del congresso del Ppe, per rilanciare sulla necessità di un’Europa più unita: c’è già stata a Pietrelcina, la prossima sarà ad Ancona, poi Roma e Firenze. Siamo già un pezzo avanti. Su tutto quello che arriverà in più, valuteremo». Mentre dunque si discute su date, luoghi e protagonisti della piazza per l’Europa, permane qualche scetticismo, specie nella maggioranza.
In ogni caso, tra le voci che si sono sollevate, si è inserita anche quella della sardina Mattia Santori, che si è lanciato in un’analogia tra la manifestazione per l’Ue e la sua battaglia ai tempi delle regionali emiliane del 2020 e ha ricordato: «Tutto iniziò con un post su Facebook che in un giorno raccolse mille adesioni e che poi divenne ancora più virale». Oggi la situazione è diversa, certo, ma l’entusiasmo scaturito dal per nulla convenzionale appello di Serra sembra altissimo. La speranza è di costruire adesione, unità e, stavolta, coinvolgere anche i moderati: tutti uniti alla difesa di valori comuni europei che sembrano sempre più a rischio.
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