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Buste paga decurtate dagli ammortizzatori sociali, scarse commesse, produzione a picco e indotto in ginocchio: la situazione automotive legata allo stabilimento Stellantis di Cassino preoccupa, ed ora le istituzioni scendono in campo. Lo ha fatto da tempo il Comune di Cassino, che ancora nei giorni scorsi con il primo cittadino Enzo Salera è tornato ad accendere i riflettori sul tema ed ha convocato la Consulta dei sindaci del Lazio Meridionale per fare il punto sulla vertenza: l’appuntamento è per martedì pomeriggio nella sala Restagno del Comune di Cassino. Ma lo ha fatto anche e soprattutto la Regione che nei giorni scorsi, insieme ad Unindustria, ha presentato il Piano Industriale del Lazio.

La vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli ha annunciato che «per il 2025 saranno stanziati oltre 550 milioni di euro di risorse europee per sostenere il piano industriale, 274 milioni destinati alle sovvenzioni per le imprese e 149 per l’accesso al credito, oltre al finanziamento di credito agevolato della Banca europea degli investimenti di circa 120 milioni di euro».

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La vice di Rocca ha quindi aggiunto: «A tale importo si aggiungono circa 16 milioni di euro del bilancio regionale per sostenere gli investimenti delle imprese della filiera automotive. Noi non finanziamo le multinazionali come Stellantis, ma finanzieremo l’indotto. Stiamo elaborando i bandi relativi, che presenteremo, ma parliamo di 16 milioni per sostenere la filiera dell’indotto Stellantis e l’Automotive» ha detto la vicepresidente del Lazio e assessore regionale allo Sviluppo Economico, Roberta Angelilli, che ha concluso: «La prossima settimana saremo a Bruxelles, anche con Unindustria, a giugno presenteremo la piattaforma operativa per l’attrazione degli investimenti e a settembre ci saranno gli stati generali della logistica». Le fabbriche della componentistica di primo e secondo livello, ovvero quello comunemente definito indotto Stellantis avrà dunque importanti risorse che, da quel che si apprende, serviranno alle aziende anche per eventuali riconversioni e per aiutare gli imprenditori in questa fase di difficoltà dove gli ammortizzatori sociali stanno per volgere al termine.  Problema risolto? Ancora non del tutto.

IL PIANO

A spiegare perché è il presidente di Unindustria Cassino, Vittorio Celletti, che argomenta: «Il piano presentato nei giorni scorsi è un’ottima cosa ma bisogna mantenere l’attenzione altissima perché i segnali sono preoccupanti». Il leader degli industriali non gira intorno al problema e molto chiaramente afferma: «Se è vero che per quel che riguarda gli ammortizzatori sociali si può tirare un sospiro, allo stesso tempo va evidenziato che i fornitori di Stellantis non stanno lavorando. Non c’è stato ancora un cambio di passo rispetto al 2024». Va ricordato che l’anno appena trascorso si è chiuso con una produzione praticamente dimezzata rispetto al 2023 e da gennaio 2024 la fabbrica lavora su un turno unico. Il presidente di Unindustria fa notare come dall’inizio del 2025 la situazione non sia per nulla migliorata e probabilmente, a preoccupare il leader degli industriali è anche e soprattutto il futuro. Perché se alcuni stabilimenti italiani hanno ben chiara la mission produttiva, a Cassino non c’è invece la stessa chiarezza. La multinazionale ha fatto degli investimenti e appare evidente che parlare di chiusura o dismissione è improprio, ma va evidenziato come non ci sia certezza alcuna in merito alla messa in produzione delle vetture a motorizzazione ibrida. A partire da settembre dovrebbe partire il Grecale full electric, poco dopo la Giulia. Per l’ibrido bisognerà attendere probabilmente il 2026 e al momento appare quella l’unica strada per uscire dalla crisi e tornare a produrre, dal momento che l’elettrico non ha dato la scossa tanto attesa. In tal senso vanno anche le richieste dei sindacati che dopo il premio di risultato dimezzato agli operai dicono: «Chiediamo di recuperare le motorizzazioni di cui fino a poco tempo fa eravamo leader».

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