SCENARIO SECONDO GLI ESPERTI SOCIAL CHE NON SANNO NIENTE
Bruxelles, quartier generale dell’Unione Europea. Ursula Von Der Leyen era immersa in un rituale di perfetta routine: una mano sfogliava l’ennesimo dossier sulle politiche agricole comunitarie—un trattato soporifero sulla produzione di barbabietole—mentre l’altra guidava il rasoio con precisione chirurgica lungo la sua gamba, schiumata alla camomilla.
Accanto a lei, il bienenstich aspettava il suo turno, con la glassa dorata scintillante sotto la luce soffusa. Un sorso di tè caldo—Earl Grey, ovviamente—accompagnava ogni movimento, ogni pensiero di ordinaria amministrazione.
Poi il telefono presidenziale vibrò. Forte. Insistente.
«Madame President,» gracchiò una voce tesa. «Abbiamo un… ehm… piccolo problema.»
Ursula sospirò. Piccolo problema significava sempre noie di bilancio, magari qualche protesta sulle sovvenzioni. Sollevò il Bienenstich, pronta a un’altra inutile discussione.
«Cinque ISKANDER sono stati lanciati da Kalingrad. Bombardieri russi in volo. Probabili bersagli: capitali europee.»
La mandorla caramellata scivolò via dal dolce, atterrando sul divano con un suono sordo. Il rasoio rimase sospeso a mezz’aria, un attimo prima della prossima passata.
Ursula rimase ferma. Poi, con glaciale lucidità, pensò:
“Non potevano aspettare almeno che finissi la gamba sinistra? Gottverdammt! (Dannato o maledetto ndr)”
L’operatore del Comando Militare Europeo, continua: “Signora Presidente, abbiamo conferma, non è una esercitazione: missili nucleari Iskander della Federazopne Russa lanciati da Kaliningrad. Traiettoria confermata verso Berlino, Bruxelles, Varsavia e Bucarest. Impatto stimato tra 2 minuti e 45 secondi. Quali sono i suoi ordini?”
Von der Leyen (ansimando), sputacchiando nervosamente briciole di dolce: “Ma… ehm… chiama Macron! Chiamate il Cancelliere tedesco! Aspetta, e il Parlamento? Mein Gott pure la Meloni mi tocca! Dobbiamo avere un consenso! Qualcuno convochi il Consiglio Europeo!”
Un funzionario corre in sala, inciampando con i documenti sotto il braccio.
Funzionario UE: “Parbleu signora Presidenta, abbiamo bisogno del voto del Parlamento Europeo per autorizzare una risposta! Il trattato di Lisbona non prevede esplicitamente una reazione nucleare senza un’approvazione formale!”
Nel frattempo, i missili russi sono già in fase terminale di volo.
Von der Leyen (sudando): “Ok, ok! Che si fa in questi casi? Chiediamo un parere legale? Dobbiamo considerare le implicazioni sui trattati internazionali? Chiamate Washington! Aspetta… Trump sta giocando a golf. E se ci ignorasse? quanto ci impiega un bonifico di 20 miliaeden di marchi.. oops euro a fargli arrivare una notifica sul cellulare? Verdammte Scheise!!!”
L’ufficio è nel caos. Sembrano le comiche di Benny Hill. C’è chi cerca disperatamente di aprire una conferenza Zoom con i capi di governo, chi chiama il servizio stampa per preparare un comunicato, chi cerca nel cassetto delle emergenze una copia del Manuale di Risposta Nucleare per Dummies.
Due minuti e 45 secondi dopo, il centro di Berlino viene vaporizzato da una testata da 100 kt. Bruxelles segue un istante dopo, almeno i peli di Ursuka sono stati addirittura disintegrati e assieme a lei il Palazzo Reale, la Grand Place e la Gare Centrale sono un cumulo di macerie radioattive. Varsavia e Bucarest non fanno in tempo nemmeno a ricevere la notifica sul cellulare. Il tempo di dibattito è scaduto, e nessuna decisione è stata presa.
Ecco quello che succederebbe se le cose funzionassero come pensano i commentatori da social che non sanno nulla, per non dire altro.
In un sistema di difesa nucleare integrato – che sia NATO o un ombrello nucleare europeo autonomo – i piani di risposta sono già stati scritti, approvati e autorizzati ben prima che un attacco avvenga.
Monitoraggio e identificazione
– Il sistema di allerta precoce rileva il lancio in tempo reale.
– I computer determinano la traiettoria e confermano che si tratta di un attacco nucleare diretto su obiettivi europei.
Attivazione del protocollo di risposta
I comandi militari non aspettano il permesso di nessun politico per verificare se è un errore: sanno già cosa fare.
– Se il sistema è NATO, le procedure già approvate vengono eseguite secondo piani prestabiliti.
– Se il sistema è europeo, avviene lo stesso: le regole d’ingaggio sono già state concordate dai governi aderenti e l’ordine di risposta parte automaticamente dai livelli di comando autorizzati.
-Basi missilistiche e sottomarini lanciano una rappresaglia automatica sugli asset russi da cui è partito l’attacco.
-Le forze strategiche aeree e navali, in stato di allerta, vengono attivate immediatamente.
-Se necessario, gli ICBM europei (o gli M51 francesi adattati al lancio terrestre) vengono lanciati sulle città russe indicate nei piani di risposta.
Trump, Von der Leyen, Macron? Ininfluenti.
Nessuno sta telefonando a Von der Leyen. Nessuno sta chiamando Trump mentre gioca a golf. I piani di risposta sono già stati determinati a livello strategico militare.
La NATO e un futuro sistema europeo non funzionano come una live chat su Twitter in cui si deve discutere se è giusto o sbagliato rispondere. La deterrenza funziona perché la risposta è automatica e certa.
QUINDI? OBIEZIONE DA CIRCO
Se l’Europa avesse un proprio ombrello nucleare indipendente, i protocolli sarebbero esattamente gli stessi della NATO. Non ci sarebbe nessun bisogno di telefonate dell’ultimo secondo o di “premere un bottone rosso” dal Parlamento Europeo.
Quindi, se pensavi davvero che l’attivazione di un deterrente nucleare dipendesse dall’umore giornaliero di qualche burocrate, forse è meglio evitare di commentare argomenti che si conoscono e si capiscano.
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