Il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge delega al Governo sul nuovo nucleare sostenibile voluta dal ministro dall’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.
L’oggetto della delega è arrivare a definire un ‘Programma nazionale sul Nucleare’. Entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge il Governo dovrà adottare i decreti legislativi necessari per tornare a produrre energia elettrica dal nucleare in Italia.
Si tratta di un’accelerazione rispetto alla prima bozza arrivata in Cdm a fine gennaio: si prevedeva un massimo di 24 mesi per i decreti. A quanto apprende Fortune Italia, dietro la decisione c’è la volontà di accorciare i tempi e avere la certezza di chiudere sul programma entro la legislatura, rafforzando la volontà politica di portare a termine il provvedimento.
Un’altra differenza sostanziale nel nuovo testo, come riporta una delle ultime bozze pre-approvazione, sono i fondi a disposizione: 20 mln di euro all’anno tra 2027 e 2029 (60 in tutto) per l’attuazione degli investimenti previsti più 7,5 mln tra 2025 e 2026 per l’attuazione delle “disposizioni di delega”. L’articolo 4 del ddl, nella prima versione portata in Cdm, specificava che i decreti legislativi “sono adottati senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.
Trattandosi di una legge delega, ora la palla passa al Parlamento. A ricordarlo, in conferenza stampa, anche la premier Giorgia Meloni. “Il governo ha approvato un altro importante provvedimento per garantire energia sicura, pulita, a basso costo, capace di assicurare sicurezza energetica e indipendenza strategica all’Italia. Parlo ovviamente dell’energia nucleare sulla quale ora chiediamo al Parlamento di esprimersi”.
Cosa c’è nella legge delega sul nucleare
Tra i punti principali del programma ci sarà la produzione di energia attraverso i nuovi reattori modulari e lo smantellamento delle vecchie centrali. Anche se nella prima bozza della legge era stata notata una certa nebulosità sulle tecnologie che l’Italia dovrebbe adottare in futuro, il ministro ribadisce da tempo che la fissione italiana passerà da reattori modulari di terza e quarta generazione.
Una grande importanza viene data all’utilizzo del nucleare per la produzione di idrogeno e al riutilizzo delle scorie nel riprocessamento del combustibile nucleare.
La previsione sui primi reattori
La legge delega, ha detto il ministro, “è una completa rottura rispetto alle esperienze precedenti: guardiamo a fusione e a fissione di nuova generazione con strumenti completamenti diversi rispetto alle grandi centrali”, ha aggiunto Picchetto, spiegando che i primi reattori di nuova generazione sono previsti intorno al 2030.
La stima è molto ottimista. Ma la spinta da parte delle istituzioni è aumentata, e negli ultimi anni la previsione sulla costruzione dei primi Small modular reactor commerciali in Europa si è accorciata. Newcleo dovrebbe costruire il primo in Francia (un Paese ovviamente molto più avanti dell’Italia sul nucleare) nel 2031. Solo un anno fa il fondatore della startup dei reattori modulari, Stefano Buono, aveva identificato come anno di costruzione il 2032, in ogni caso solo dopo la messa in funzione dei reattori sperimentali. Anche in Europa si parla della prima metà del prossimo decennio.
Gli altri nodi: fusione, rifiuti e una nuova autorità per il nucleare
Tra i punti centrali della legge delega c’è anche la gestione dei rifiuti e del combustibile esaurito – per l’Italia un problema ancora irrisolto.
Non manca poi la ricerca e sviluppo sull’energia da fusione – molto più lontana nel tempo rispetto all’energia da fissione dei reattori di terza e quarta generazione – e soprattutto la riorganizzazione di competenze e funzioni con la creazione di una nuova Autorità per il nucleare che dovrebbe essere costituita a partire dall’attuale Isin, l’ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare.
“Con il nucleare di nuova generazione, insieme alle rinnovabili – spiega il Ministro Pichetto Fratin – saremo in grado di raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione”.
Secondo le stime sul mix energetico italiano contenute nel Pniec (il piano energia e clima pubblicato dal ministero) il nucleare in futuro dovrebbe avere un ruolo centrale, che varrà dall’11 al 22% di quota di produzione energetica.
Il nuovo nucleare, si legge in una nota, dovrà assicurare energia sufficiente a prezzi accessibili, con un contenimento dei costi energetici e il rafforzamento della competitività del sistema.
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