Frode finanziaria Directa: indagato Massimo Segre per sistema illecito da 300 milioni annui

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La Guardia di Finanza ha scoperto un sistema di raccolta e redistribuzione di liquidità per circa 300 milioni di euro all’anno.

Il noto commercialista torinese Massimo Segre figura tra gli indagati nell’inchiesta. L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, ha portato alla luce un presunto meccanismo illecito orchestrato dalla società d’intermediazione mobiliare Directa, finita sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti per operazioni finanziarie considerate irregolari.

Il meccanismo finanziario contestato

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, il sistema si basava su un elaborato schema di raccolta e redistribuzione di liquidità. La Sim Directa avrebbe raccolto ingenti somme da alcune banche per poi ridistribuirle ad altri istituti che attraversavano momentanee difficoltà di approvvigionamento attraverso i canali tradizionali. Questo schema operativo, attivo in un periodo compreso tra il 2019 e il 2023, avrebbe permesso di movimentare circa 300 milioni di euro all’anno.

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I fondi provenivano principalmente dalla clientela istituzionale della società, composta sia da istituti bancari che da grandi aziende. Il vantaggio economico per Directa derivava dal differenziale sui tassi d’interesse: gli istituti in difficoltà, beneficiari di questi fondi, avrebbero riconosciuto alla Sim tassi superiori rispetto a quelli che la stessa corrispondeva ai propri depositanti. Questo margine, mediamente attestato intorno al 2%, rappresentava il guadagno dell’operazione.

Directa avrebbe quindi:

  • Raccolto denaro dai clienti con la giustificazione di eseguire operazioni finanziarie
  • Invece di usare questi soldi per le operazioni promesse, li avrebbe prestati ad altre banche in difficoltà
  • Guadagnato sulla differenza tra gli interessi pagati ai propri clienti e quelli più alti ricevuti dalle banche in crisi
  • Nascosto nei bilanci i rischi legati a questi prestiti, non dichiarando correttamente la propria esposizione

Le contestazioni degli inquirenti

La principale contestazione riguarda il mancato rispetto del “vincolo di accessorietà”, che impone alle società d’intermediazione mobiliare di utilizzare i fondi raccolti esclusivamente per l’esecuzione di ordini di negoziazione di strumenti finanziari. Secondo l’accusa, queste negoziazioni non sarebbero mai avvenute, configurando così l’illecito.

Gli accertamenti hanno inoltre evidenziato la mancata iscrizione a bilancio dei rischi di credito tra il 2019 e il 2022, omissione che avrebbe alterato la rappresentazione della solidità finanziaria della società. Inoltre, sono emersi rapporti considerati non regolari con alcuni soggetti che avrebbero svolto il ruolo di “segnalatori di pregio”, individuando potenziali clienti tra gli istituti bancari in difficoltà.

L’origine e lo sviluppo dell’indagine

L’indagine ha preso avvio grazie a due elementi fondamentali: le informazioni acquisite dalla polizia giudiziaria nell’ambito di accertamenti per la prevenzione del riciclaggio e un’ispezione della Banca d’Italia nel 2021 nei confronti della Sim Directa.

Questi controlli hanno permesso di ricostruire l’intero meccanismo operativo e di individuare i soggetti coinvolti, tra cui figura Massimo Segre. Il caso sta attirando particolare attenzione per i volumi finanziari coinvolti e per il profilo degli indagati.

Le possibili conseguenze sul sistema finanziario

L’inchiesta solleva interrogativi sulla solidità dei meccanismi di controllo del sistema finanziario italiano. Il fatto che operazioni di tale portata siano state condotte per anni senza essere intercettate evidenzia potenziali vulnerabilità.

Inoltre, il caso evidenzia criticità nella gestione delle banche in difficoltà e nei canali alternativi di finanziamento. La vicenda potrebbe portare a un rafforzamento delle procedure di vigilanza e a una maggiore attenzione verso le operazioni interbancarie non convenzionali.

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Le indagini proseguiranno per accertare ulteriori dettagli sul presunto meccanismo illecito e su eventuali nuovi soggetti coinvolti, ampliando la portata di un’inchiesta che si preannuncia complessa.



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