Alessandria – “E’ necessario salvaguardare le campagne per garantire la sovranità alimentare nazionale fermando le speculazioni ed il consumo di suolo con impianti fotovoltaici a terra che sono incompatibili con l’attività agricola”. Così il presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, durante il Consiglio Provinciale aperto convocato a Palazzo Ghilini per fare il punto sul tema dell’insediamento di impianti fotovoltaici e agrivoltaici sul territorio alessandrino.
“Ai danni causati dalla cementificazione, si stanno aggiungendo quelli del fotovoltaico selvaggio con la copertura di intere aree agricole produttive con distese di ettari di pannelli a terra – ha affermato Mauro Bianco -. Coldiretti da sempre sostiene un modello di transizione energetica che vede le imprese agricole protagoniste attraverso impianti solari sui tetti e l’agrivoltaico sostenibile e sospeso da terra che consentono di integrare il reddito degli agricoltori con la produzione energetica rinnovabile ma con una ricaduta positiva sulle colture e sul territorio”.
Una preoccupazione tangibile poiché la provincia alessandrina è una delle zone italiane maggiormente caratterizzate da fototovoltaico a terra, quasi il doppio rispetto alle province di Vercelli e Novara.
“Quello che chiediamo è di investire nelle fonti alternative di energia senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra – ha continuato Bianco -. E’ urgente, quindi, un’evoluzione normativa che fermi le speculazioni in atto sui terreni agricoli per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra, fornisca criteri chiari per gli impianti agrivoltaici e renda prioritario il sostegno pubblico alla realizzazione di impianti fotovoltaici sui tetti dei fabbricati e nelle aree industriali dismesse. Un argomento che è tra le priorità dell’agenda 2025 di Coldiretti Alessandria e che è stato inserito nel documento consegnato all’assessore regionale Bussalino durante l’incontro organizzato nei giorni scorsi con i nostri dirigenti. Condividiamo l’impegno della Regione Piemonte per arrivare in tempi brevi alla definizione del disegno di legge per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Un provvedimento è fondamentale per garantire il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle energie rinnovabili fissati per il 2030, assicurando al contempo la tutela del paesaggio e delle aree agricole”.
Il consumo di suolo fertile che è arrivato a “cancellare” 76,8 km quadrati ettari di terreni, alla velocità di 2,4 metri quadrati al secondo. Un dato in aumento del 10% rispetto all’analisi precedente: complessivamente le superfici occupate ammontano a poco meno di 2,2 milioni di ettari, il 7,14 % del totale nazionale. La provincia di Alessandria, con oltre 26.450 ettari consumati incide con un 15,1% su un complessivo regionale di circa 175.000 ettari, dopo Torino e Cuneo.
Ricordiamo che in provincia ci sono 128 tra impianti foto e agrivoltaici autorizzati da Palazzo Ghilini, pari a 157 ettari occupati e 406 megawatt. A questi occorre però aggiungere gli impianti la cui autorizzazione è in fase istruttoria: 41. Di questi, 11 sono di dimensioni consistenti (pari anche a oltre 100 megawatt) e stanno seguendo un iter nazionale. Saranno destinati a produrre 873 megawatt, quasi il doppio della potenzialità di quelli autorizzati.
Da considerare anche i piccoli impianti, autorizzati dai Comuni e i 33 impianti a biogas e biometano già autorizzati e approvati, pari a 82 megawatt. In tutto solo in provincia di Alessandria si è già raggiunto il 70% dell’obiettivo di sviluppo delle energie rinnovabili fissato per il Piemonte dal decreto ministeriale per il 2026 (169 impianti tra autorizzati e in istruttoria, 1300 megawatt e 2145 ettari).
E sull’opportunità del biogas Coldiretti ha le idee chiare: « Il ruolo del biogas nel perimetro delle energie pulite rappresenta – ha continuato il Presidente Bianco – un punto di partenza ineludibile poiché dall’utilizzo degli scarti delle coltivazioni e degli allevamenti è possibile arrivare alla realizzazione di impianti per la produzione di biometano a livello nazionale per alimentare non solo i macchinari agricoli ma anche autobus, camion e navi oltre alle auto delle famiglie italiane: una risposta alla complessa equazione con cui fa i conti l’Europa per raggiungere una transizione ecologica che garantisca allo stesso tempo sicurezza degli approvvigionamenti e competitività dei costi dell’energia”.
“L’agricoltura italiana è green, variegata, punta sempre più a progetti di filiera volti a valorizzare i prodotti locali, al biologico, alla difesa e alla tutela della biodiversità e sostenibilità e su questa scia è necessario continuare a lavorare offrendo sempre più possibilità, soprattutto ai giovani, di incrementare l’economia dei territori – ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco -. Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono è prioritario difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile”.
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