LIVORNO. «Ho parlato in maniera personale e inopportuna considerato il ruolo che ricopro. Mi voglio scusare in primis con il mio gruppo politico. Non ho risposte in mano, come qualcuno dell’opposizione sembra voler paventare. Spero che questa esperienza sia utile a migliorarmi nell’esercizio del fare politica. A volte si sbaglia. Non si può tornare indietro. Ma si può chiedere “scusa”».
Così la consigliera comunale di Livorno Arianna Terreni ha provato a chiudere il caso politico esploso per le sue parole – pronunciate dallo scranno di presidente della VII commissione – in merito al bando in corso per coordinatore del Lem: “Probabilmente la gestione dell’ufficio informazioni andrà ad Adriano Tramonti cioè al futuro Lem. Già penso che si sappia che sarà la persona responsabile al di là del bando che è in corso”, aveva detto Terreni lasciando intendere che il posto è già assegnato.
Sulle parole della consigliera di maggioranza è intervenuto anche il direttivo di Livorno Civica che ha espresso “il dispiacere per quanto dichiarato dalla nostra consigliera. Terreni ha commesso l’errore di esprimere alcuni pensieri in merito a quello che sarà l’esito dell’avviso pubblico. Tali dichiarazioni – scrive Livorno Civica – sono state fatte a titolo personale e del tutto inopportuno visto il ruolo della consigliera e il contesto, e in nessun modo concordate e condivise dal Direttivo e dal gruppo consiliare. La consigliera Terreni ha chiesto scusa per le sue parole e, consapevoli del fatto che sia un episodio certamente spiacevole, le rinnoviamo la fiducia».
Ma le opposizioni si sono scatenate: «Quello che si è lasciata scappare nella sua spontaneità Terreni ci porta a riflettere su come questa amministrazione intenda portare avanti i principi della trasparenza, dell’equità e del merito, previsti per legge sulle Fondazioni e sugli Enti pubblici, nei confronti di tutti coloro che, a pieni titoli, esperienze e competenze, aspirano a vincere una qualsiasi selezione pubblica», ha attaccato Alessandro Palumbo (Fratelli d’Italia). «Ritengo gravi le parole del sindaco rilasciate sul giornale, visto che, invece di smentire la consigliera, quasi conferma ciò che ha detto. Dichiara, in sostanza, che se avesse potuto, avrebbe nominato Tramonti direttamente senza selezione, ma è stato obbligato ad aprire un bando. Per rispetto verso tutti i partecipanti e verso la cittadinanza, credo sia doveroso annullare la selezione, e riaprirla con nuovi requisiti, così che non sembri, come pare, cucita su misura per qualcuno».
Anche il Movimento 5 Stelle e Buongiorno Livorno si aspettano «il ritiro dell’avviso pubblico in autotutela e che il sindaco comprenda la necessità di grande cambiamento rispetto a certi meccanismi ormai incancreniti nella nostra città».
Stessa linea per Rifondazione Comunista che invita il Comune a vigilare “sulla trasparenza delle modalità di assegnazione degli incarichi di Lem, che svolge compiti istituzionali per il Comune di cui è una controllata”. Secondo Massimo Vitrani (Azione) «questo episodio non può passare inosservato. Non solo l’opposizione, ma soprattutto la maggioranza deve battere un colpo. Ne va del rispetto delle istituzioni».
Mentre Angelica Macelloni, segretaria di Noi Moderati, afferma: «Basta leggere il bando per comprendere quanto sia così ben progettato su chi all’interno della Fondazione Lem ha già un ruolo. È possibile che, anche prima della chiusura del periodo utile, si sappia già chi sarà il vincitore? Chiediamo che la stessa Arianna Terreni ci chiarisca queste sue dichiarazioni. Questo è il modo con il quale si fanno le cose in Comune? ».
Sindaco Luca Salvetti, si è scatenato un polverone sul Lem. Terreni ha fatto uno scivolone che ha messo sotto attacco lei e la maggioranza accendendo un faro sulle nomine pubbliche.
«Penso che le parole di Ariana Terreni postate pubblicamente siano più che sufficienti a rispondere a tutti, sia a chi crede nella sua buonafede sia a chi intende fare speculazioni. Relativamente invece alla questione nomine, il sottoscritto da quando è sindaco ne ha fatte più di cento e le ha fatte tutte fuori dalle vecchie dinamiche partitiche».
Per esempio?
«Ho confermato convintamente incarichi a chi come Ceravolo all’Asa, Leone al Goldoni, Bertani a Farmali e Paladini a Esteem, era stato scelto dal Movimento 5 stelle e che aveva svolto un buon lavoro per la città. Oltre a ciò, le scelte fatte sono state tutte indirizzate al meglio per la mia città».
Si ma adesso è in procinto di partire un nuovo giro di valzer dopo le scadenze degli incarichi e lei ha molto potere in questo senso.
«Dopo cinque anni e alla fine del mio mandato ho preteso che tutti gli incarichi cessassero per dare modo al mio successore, nel caso non fossi stato riconfermato, di avere la più ampia libertà di scegliere chi riteneva opportuno. Insomma non ho lasciato, come magari si faceva in passato, nessuna situazione preconfezionata. Ora sono di fronte al momento che ogni sindaco deve affrontare, ovvero quello del rinnovo delle cariche».
Da Asa a Casalp, da Amps alle fondazioni.
«Il sottoscritto agirà con criteri legati sia alle professionalità e capacità di candidati o proponenti il proprio curriculum, sia all’aspetto fiduciario, là dove sarà richiesto. Questo è nelle prerogative di ogni sindaco e mi fa specie che le forze politiche che si lamentano guardino a tutto ciò con una ipocrisia strisciante».
La spartizione dei posti è roba storica. Ma il vento cambierà mai?
«Nei decenni ne abbiamo viste di tutti i colori e questo è l’aspetto meno edificante. Io però ho un grande vantaggio. Quello che, pur tenendo in considerazione anche gli equilibri politici, ho la forza e la possibilità di scegliere solo ed esclusivamente nell’interesse di Livorno, senza troppi lacci e laccioli. Faccio un esempio: nel primo mandato ho nominato dirigente del settore del sociale Arianna Guarnieri che arrivava da Firenze. Prima di quella nomina le voci parlavano di almeno altri tre profili che venivano di volta in volta definiti “sicuri”, qualcuno magari perché vicino ad una forza politica o a un’altra. Io ho scelto lei perché era la migliore e la seconda migliore, anche lei mai indicata da nessuno, è subentrata quando la Guarnieri è andata in pensione. Così si fa l’interesse della collettività».
Dunque Tramonti lo sceglie per interesse della collettività?
«Mi chiede se Adriano Tramonti al Lem è il bene della città? Beh, sfido chiunque a non tenere di conto dei risultati ottenuti negli ultimi cinque anni da quella fondazione che nel 2019 era decotta e dimenticata: promozione turistica con una crescita del 42% delle presenze, grandi eventi come Straborgo, Effetto Venezia, Notte Bianca dello Sport, Garibaldissima e Biennale del Mare gestiti sempre al meglio e un un positivo rilancio dell’immagine della città. È per queste valutazioni che, se avessi potuto, avrei confermato Tramonti immediatamente, così come tutti gli altri professionisti della Fondazione».
Ma non può…
«La nomina diretta è contraria al concetto di trasparenza e par condicio nell’accesso a qualsiasi tipo di incarico nella pubblica amministrazione o negli enti partecipati. Abbiamo quindi redatto un avviso per ricevere manifestazioni di interesse per quell’incarico. È naturale che in quell’avviso si siano posti i requisiti che servono alla fondazione e altri che attestino preparazione e qualità professionale di chi vuol partecipare. Più manifestazione arriveranno, meglio sarà per la città. Dopodiché ci sarà una scelta fiduciaria ad insindacabile giudizio. Se arriverà il Maradona dei coordinatori sarò felice di sceglierlo, se non arriverà valuteremo la soluzione migliore tra i curricula».
Le opposizioni si sono scatenate: molti chiedono il ritiro del bando. M5s e Buongiorno parlano di meccanismi incancreiniti.
«Ricordo a chi si agita politicamente che su questa vicenda non può trionfare l’ipocrisia e che il retropensiero. Caratteristiche che appartengono forse a ciò che avrebbero fatto loro (o che hanno fatto loro) quando sono stati chiamati ad amministrare. In questo senso parlo ai vertici dei 5 Stelle che nei loro 5 anni di governo hanno veramente piazzato tutti coloro che volevano senza passare da bandi o selezioni. Faccio due esempi: Leone direttore artistico del Goldoni scelto da Nogarin per ben due volte e la direttrice di Aamps Paola Petrone. Segnalo che per quegli incarichi la nostra amministrazione ha fatto bandi pubblici».
Dunque non ritirerà il bando?
«Non c’è nessuna irregolarità nelle procedure. Le parole in libertà di u
na consigliera non possono portarci a interrompere un percorso assolutamente trasparente. È come chiedere di annullare il festival di Sanremo prima del suo svolgimento perché in molti pensano che a vincere sia Giorgia o Elodie perché hanno fatto bene nella loro carriera. Poi magari Giorgia o Elodie vincono ma può succedere anche che a vincere sia un Olly arrivato poche settimane prima».
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