“Tommy Cash? Indignazione è fuori luogo e pure la censura”

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(Adnkronos) – Il brano di Tommy Cash ‘Espresso Macchiato’, che rappresenterà l’Estonia all’Eurovision Song Contest, sta suscitando polemiche e perplessità, ma secondo Eddy Anselmi, autore ed esperto dell’Eurovision Song Contest, non ci sono gli estremi per escludere il brano dalla kermesse di Basilea o per chiederne la modifica.

All’Adnkronos Anselmi ha minimizzato le possibili controversie legate all’uso della parola “mafioso” nel testo. “La canzone mi piace e non mi sembra offensiva”, ha dichiarato. “Non più di quanto Joe Pesci fa su un certo tipo di italo-americano di Brooklyn in un film americano. Non penso che il brano prenda in giro l’Italia, ma un certo stereotipo di italiano all’estero”. Anselmi paragona il linguaggio del brano al “broccolino”, la varietà linguistica parlata dagli italo-americani di Brooklyn, e ai personaggi dei film interpretati da Joe Pesci. “Quel misto italiano-spagnolo con ‘por favore’ e ‘bella’ sembra uscito da un film del Padrino”, osserva.  

Per l’esperto, “non ci sono gli estremi né per l’esclusione né per richiedere la modifica del brano, e nemmeno per l’indignazione”. Riguardo alla parola “mafioso”, Anselmi afferma: “La parola mafia l’abbiamo inventata noi, ma fa parte del gergo internazionale come ‘crescendo’, ‘bravo’, ‘caffè’ e ‘pizza’. Quando c’è la mafia russa si parla anche in inglese di ‘mafia’. Purtroppo, abbiamo inventato anche una brutta parola, come gli olandesi del Sudafrica hanno inventato ‘apartheid’, che appartiene al gergo internazionale”. 

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Anselmi cita anche il caso di ‘Occidentali’s Karma’ di Francesco Gabbani, che conteneva riferimenti alle culture orientali, ma non suscitò polemiche. “Non ci fu nessun tipo di polemica, neanche a livello di appropriazione culturale”, ricorda. L’esperto, però, esprime una riserva sul ritratto dell’Italia offerto da Gabry Ponte nel brano ‘Tutta l’Italia’ selezionato per il San Marino Song Contest, la competizione che l’8 marzo sceglierà il brano che rappresenterà il piccolo stato all’Eurovision: “Personalmente mi piace meno quel ritratto dell’Italia, che trovo greve. Se arrivasse a vincere la selezione sammarinese per cui è stato selezionato il riferimento a Craxi e alle monetine potrebbe essere modificato, in quanto potrebbe essere considerato un riferimento politico a una figura ancora controversa in Italia”.  

 

L’Eurovision da regolamento è un evento non politico e nel corso degli anni, diverse canzoni presentate al contest hanno subito modifiche o sono state ritirate a causa di riferimenti geopolitici. Eddy Anselmi cita alcuni esempi significativi. Nel 2007, la cantante ucraina Verka Serduchka dovette modificare il titolo del suo brano, inizialmente solo ‘Dancing’. Il ritornello conteneva la frase ‘Lasha Tumbai’, che, spiega Anselmi, “non vuol dire niente ma suonava come ‘Russia goodbye'”.  

Questo provocò le proteste della Russia, che, nel contesto della prima Rivoluzione Arancione in Ucraina, fece ricorso all’Ebu. L’ente impose all’Ucraina di aggiungere ‘Lasha Tumbai’ al titolo della canzone. Nel 2015, l’Armenia presentò ‘Don’t Deny’ (Non Negare) dei Genealogy, un brano che alludeva al genocidio armeno e che provocò le proteste della Turchia. Proteste accolte dall’Ebu e il titolo fu modificato in ‘Face the Shadow’. 

Un altro caso recente è quello della Georgia del 2009. L’anno precedente, il paese aveva affrontato la guerra dei cinque giorni contro la Russia e le repubbliche separatiste di Ossezia del Sud e Abcasia. All’Eurovision di Mosca del 2009, la Georgia presentò ‘We Don’t Wanna Put In’ di Stefane & 3G, un brano in inglese che, per i suoi presunti riferimenti a Vladimir Putin, suscitò immediate polemiche. L’Ebu chiese alla Georgia di modificare il testo o di presentare una nuova canzone. Il paese rifiutò e si ritirò dalla competizione. Senza contare che l’anno scorso la canzone di Israele che si chiamava ‘October rain’ fu modificata in ‘Hurricane’ perché il tema era considerato politicamente sensibile. “Tutti questi casi sono figli di tensioni geopolitiche”, conclude Anselmi, un contesto ben diverso da quello del brano estone. (di Loredana Errico) 



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