La camorra infiltrata nel Comune di CASERTA. Marilena Natale svela chi è la MI.RA. Srl del figlio 21enne di Ernesto Falanga preso con una pistola mitragliatrice e con due bunker a disposizione

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Ad agosto avevamo scovato un subappalto del consorzio Artemide a favore di questa impresa per il campo sportivo di San Clemente. Troppe disattenzioni, come giustamente sostiene la collega, il cui post pubblichiamo integralmente in calce all’articolo, anche da parte di Agrorinasce visto che questo Falanga lavora nella cooperativa che gestisce il caseificio Don Peppe Diana

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CASAPESENNA – (g.g.) C’erano pochi dubbi sul fatto che l’interrogativo, da noi formulato, ricorrendo alla parafrasi manzoniana, fosse soddisfatto dalla collega Marilena Natale. Nel nostro articolo (CLICCA E LEGGI) pubblicato lo scorso 30 dicembre, ci chiedevamo chi fosse Antonio Falanga, oggi quasi 21enne, a cui è riferibile, almeno sulla carta, la proprietà della MI.RA.

S.r.l., società che quando la vai ad esaminare attiva il solito mal d’aria tipico di certe giostre degli antichi luna park, nel momento in cui cerchi di capire realmente dove sta e dove opera.

Una sede legale a Milano, sede operativa nella marchigiana Tolentino ma anche prima o dopo (la cosa non fa differenza) a San Cipriano, che poi come si usa dire per certi ingredienti gastronomici, “è la morte sua”. Perchè quando ci sono sedi in luoghi apparentemente lontani ai centri d’interesse di talune società finisce che, gira rigira, sempre la vai a finire: San Cipriano, Casapesenna, Casal Di Principe, Villa Di Briano, San Marcellino e compagnia … brutta.

La collega Marilena Natale continua e completa in maniera decisiva il nostro articolo del 30 dicembre. Lo fa con un post, che pubblichiamo integralmente in calce a questo articolo, nel suo frequentatissimo profilo Facebook.

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Antonio Falanga è il figliolo di Ernesto Falanga il quale un paio di giorni fa è stato oggetto di una di quelle perquisizioni mirate, ad alta probabilità di riuscita, in quanto informate da un’attività a monte di intelligence. Nella sua abitazione di Casapesenna è stata trovata un’arma particolare, una di quelle utilizzata abitualmente negli agguati di camorra, nei cosiddetti anni di piombo, degli agguati diffusi delle brigate rosse e in quelli più rari, ma non certo meno sanguinosi di ordine nuovo, ordine nero e sigle minori. Una pistola mitragliatrice con annesse munizioni. Sono stati i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Caserta a entrare in quella casa ed Ernesto Falanga ha inteso poi chiarire implicitamente, ma   definitivamente, quali fossero i suoi ideali di vita, i suoi punti di riferimento nel momento in cui gli stessi carabinieri hanno trovato un paio di bunker.

Insomma, questo Ernesto Falanga la mattina andava a lavorare in una cooperativa insediata in un bene confiscato, il caseificio Don Peppe Diana, sotto l’egida di Libera, la sera lucidava la pistola mitragliatrice e i proiettili magari dando anche una rassettata ai bunker pronti all’uso andando probabilmente col pensiero, non certo negativamente prodotto, alla vita di colui che don Peppe Diana ammazzò nel giorno del suo onomastico.

Marilena Natale, con la sua solita schiettezza, afferma una cosa molto seria e giusta. Se un ragazzo di 19 anni, come del resto abbiamo sempre sostenuto anche noi di CasertaCe, assume il controllo di una società, la MI. RA. Srl, che introita milioni di euro a colpi di appalti aggiudicati, vuol dire che necessariamente dietro di lui c’è qualcuno. E siccome Antonio Falanga ha un padre così ingombrante, così attivo, ma voi, in base a ciò, pensate seriamente che la MI.RA. Srl possa essere guidata da Antonio Falanga e non dal suo genitore Ernesto?

E se Ernesto Falanga si è insinuato in una cooperativa che gestisce un bene confiscato, non è campato in aria all’associazione che governa l’operazione, ovvero Libera, di porre maggiore attenzione sui nomi che ruotano attorno alle attività di rinascita di luoghi simbolo, i beni confiscati alla camorra.

Detto questo e trasferendoci sul caso più serio, da noi segnalato nell’articolo del 30 dicembre già citato, ovvero l’aggiudicazione di lavori (tramite un “solito” consorzio settentrionale) per un canile a Villa Literno nel bene confiscato del Parco Tirone per un importo a base d’asta da 1 milione e 492 mila euro, non ha torto la Natale a chiedere all’ormai eterno e inamovibile presidente di Agrorinasce, il sammaritano Giovanni Allucci, una maggiore attenzione che non può limitarsi alla stucchevole acquisizione burocraticista delle notizie della Prefettura, quella di Caserta, che al di la di qualche eccezione, vive la sua funzione in maniera oziosa al limite e spesso al di la dell’inutilità, come noi scriviamo da anni.

MI.RA. Srl non è una nostra scoperta dello scorso dicembre. Già ne scrivevamo, infatti, in piena estate, ad agosto. Quell’articolo dimostrava secondo noi, quanto sarebbe importante la pubblicazione di tuti i subappalti dentro ai quali si nascondono, spessissimo, gli interessi di imprese vicine alla camorra, come ha dimostrato di essere, alla luce della plateale vicenda che ha coinvolto Ernesto Falanga, la MI. RA. Srl

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Noi, un assist, con l’articolo di agosto scorso lo abbiamo dato alla commissione d’accesso, insediata per le verifiche relative al comune capoluogo. Siccome diffidiamo, con ampia profusione di argomentazione e di strutture documentali, dei burocrati che girano dentro e attorno al Viminale e alle Prefetture, non sappiamo se la commissione d’accesso abbia acquisito informazioni riservate, come avrebbe avuto tutto il diritto di fare, dalla Dda e dalla polizia giudiziaria, su Ernesto Falanga, che se è stato smascherato a dicembre, era sicuramente attenzionato da tempo. La MI.RA. Srl ha ottenuto in subappalto lavori per un campo sportivo a San Clemente, frazione di pianura tra le più importanti della città di Caserta. L’ha ottenuto dal consorzio Artemide, oseremmo dire la solita tipologia di consorzio, forma giuridica ampiamente utilizzata dalle imprese di Casapesenna, Casal Di Principe, San Cipriano etc per cercare di mascherare il loro protagonismo nei settori degli appalti pubblici in questa provincia sia per quanto riguarda i lavori pubblici sia per quanto riguarda i rifiuti come abbiamo scritto e spiegato più volte intrattenendoci su diverse aggiudicazioni.

Ma la MI. RA. Srl, – questo concetto va messo in neretto, anzi lo mettiamo col colore rosso perché è super importante – non è conseguenza di una scelta di subappalto che il Comune di Caserta non conosce di cui il Comune di Caserta ignora le coordinate. La MI.RA. Srl, come pure abbiamo dimostrato nell’articolo del 30 dicembre, è ben nota al signor Raffaele De Rosa, per gli amici Lello, fratello del vice presidente della Provincia facente funzioni, Marcello De Rosa ma soprattutto funzionario in servizio nell’ufficio tecnico del Comune di Caserta. Una conoscenza e una familiarità dimostrata in like apposto da De Rosa in una foto postata in Facebook che effigia Antonio Falanga proprio con il papà Ernesto, quello della pistola mitragliatrice, quello dei bunker pronto all’uso

In conclusione, ha ancora una volta ragione Marilena Natale quando scrive che negli ultimi anni “la camorra ha dimostrato una notevole resilienza e capacità di adattamento, riuscendo a infiltrarsi non solo nel traffico di droga e nel racket delle estorsioni, ma anche nel settore degli appalti pubblici”



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