Nel contesto politico europeo, le sfide per le regioni, in particolare quelle italiane, sono sempre più complesse. In questo scenario, le parole di Luciano Caveri, assessore agli Affari europei della Regione Autonoma della Valle d’Aosta, risuonano come un campanello d’allarme per le future dinamiche politiche e per la sostenibilità delle politiche regionali di sviluppo. La sua posizione, espressa in occasione della riunione del Tavolo permanente per il confronto partenariale sulla Politica regionale di sviluppo, solleva questioni cruciali sul ruolo delle regioni in Europa, l’autonomia decisionale e l’importanza delle politiche comunitarie.
Caveri ha sottolineato un aspetto fondamentale delle politiche europee: la tendenza alla centralizzazione dei fondi e delle decisioni, una linea che ha suscitato forti resistenze da parte delle regioni. “Le sfide sono non indifferenti, probabilmente quella più importante è la sfida politica, perché la situazione è una situazione europea particolarmente difficile”, ha dichiarato l’assessore. In particolare, ha messo in evidenza come la centralizzazione delle politiche in ambito europeo, voluta dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e, più recentemente, sostenuta anche dall’ex Premier Mario Draghi, non abbia incontrato solo l’opposizione dei piccoli enti locali italiani, ma anche di regioni molto più potenti politicamente, come i Länder tedeschi, le comunità autonome spagnole e le regioni belghe.
La resistenza delle regioni a questa centralizzazione non è una novità: “È stato importante fin dall’inizio che a questa voglia di centralizzazione sugli Stati ci sia stata una reazione molto forte delle regioni”, ha continuato Caveri, mettendo in evidenza una coalizione di territori che difendono il proprio spazio di autonomia e decisione. Le regioni, in particolare quelle con un forte legame con le politiche comunitarie, si stanno battendo per preservare un equilibrio che non veda le politiche regionali subordinate ad una visione centralista. Questo scontro potrebbe determinare l’evoluzione futura dell’Unione Europea e il ruolo che le regioni, con la loro identità e le loro peculiarità, potranno giocare nelle politiche comuni.
Le politiche comunitarie, ha sottolineato Caveri, non solo sono essenziali per la crescita delle regioni, ma hanno anche un impatto diretto sul miglioramento della capacità amministrativa. “Queste politiche comunitarie hanno fatto crescere anche l’amministrazione regionale della Valle d’Aosta, che si è trovata ad avere una capacità di programmazione molto più elevata”, ha affermato l’assessore. Un aspetto che non riguarda solo la gestione dei fondi europei, ma anche l’evoluzione della struttura regionale, che ha acquisito strumenti e competenze fondamentali per progettare e realizzare interventi complessi in ambito economico, sociale e ambientale.
La Valle d’Aosta, come altre regioni, ha infatti beneficiato dei fondi europei, che le hanno permesso di sviluppare strategie e progetti concreti per il proprio futuro. “Non è solo una questione economica”, ha aggiunto Caveri, “è una questione di autonomia, di crescita e di futuro per i nostri territori”. L’intervento della politica comunitaria ha rappresentato un’opportunità per regioni che, altrimenti, avrebbero difficoltà a competere con realtà più grandi e centralizzate. Ecco perché, secondo Caveri, “è essenziale non solo in termini economici”, ma anche per difendere la capacità delle regioni di programmare e attuare le proprie politiche.
Accanto a queste riflessioni politiche, l’assessore all’Agricoltura Marco Carrel ha portato alla ribalta un altro tema cruciale per il futuro della regione: l’agricoltura e il mondo rurale. Secondo Carrel, l’agricoltura non rappresenta solo la tradizione della Valle d’Aosta, ma è anche una leva fondamentale per un futuro più sostenibile, inclusivo e competitivo. La valorizzazione del settore agricolo, che si riflette anche nelle politiche di sviluppo rurale, è centrale per combattere fenomeni come lo spopolamento delle montagne, una delle problematiche più urgenti per la regione.
“Durante questi due anni ho percepito l’urgenza di arginare e, ove possibile, evitare il fenomeno dello spopolamento delle montagne”, ha affermato Carrel, sottolineando come la Regione stia lavorando per individuare strumenti e approcci specifici per il territorio, in un quadro integrato di sviluppo agricolo e rurale. La realizzazione del Complemento di sviluppo rurale (Csr), che definisce le priorità per lo sviluppo agricolo e rurale della regione, diventa quindi uno strumento chiave per affrontare le sfide sociali ed economiche del futuro.
In conclusione, le parole di Caveri e Carrel evidenziano l’importanza per la Valle d’Aosta e le altre regioni di essere parte attiva nelle politiche europee. La sfida per mantenere un equilibrio tra le politiche comunitarie e l’autonomia regionale è tutt’altro che semplice. Le regioni devono essere pronte a difendere la propria capacità di decidere per il proprio sviluppo, mentre allo stesso tempo devono affrontare le sfide di un’Europa sempre più integrata, dove i fondi e le decisioni politiche vengono centralizzati.
In questo contesto, la coesione tra le regioni, soprattutto quelle più vulnerabili, diventa un fattore decisivo per difendere un modello di sviluppo che, pur rispettando le linee europee, non perda di vista le specificità locali. Se da un lato l’Europa deve rafforzare la propria unione, dall’altro è fondamentale che le regioni non vengano schiacciate da un processo di centralizzazione che ne minerebbe l’autonomia e la capacità di rispondere alle proprie necessità. Il futuro delle politiche regionali dipende in gran parte dalla capacità delle regioni stesse di far valere la propria voce in Europa.
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