Cossetto, Ticciati: «Commemoriamo le vittime, non riscriviamo la storia»

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CAMPIGLIA MARITTIMA. Il caso Cossetto, che da giorni fa parlare i cittadini di Campiglia marittima, portato alla ribalta dalla stampa regionale e nazionale, per volere dei gruppi di minoranza de La Svolta e di Cambiamo Futuro, merita una precisazione da parte dell’attuale amministrazione, affinché tutti abbiano gli strumenti giusti per poter valutare le scelte fatte e comprendere le dichiarazioni della capogruppo Sara Brogioni, presidente del comitato delle pari opportunità.

Alla richiesta, portata in consiglio comunale dalla minoranza, di intitolare una via, una piazza o comunque un luogo pubblico a Norma Cossetto, in quanto vittima delle foibe, è seguito il rifiuto da parte dell’amministrazione e Alberta Ticciati, attuale sindaca di Campiglia Marittima, al suo secondo mandato, vuole precisare le motivazioni per cui si è scelta una determinata posizione.

«Il Comune di Campiglia Marittima non solo ha già una piazza intitolata a tutti i Martiri delle foibe, ma ogni 10 febbraio, celebra anche il Giorno del Ricordo nelle scuole e nella società. Inoltre, nel 2006, una rappresentanza del consiglio comunale ha partecipato ad una commemorazione a Trieste alla presenza di Mirko Tremaglia, storico dirigente del Movimento sociale. Le realtà risponde così alle assurde accuse di negazionismo rivolte alla capogruppo e alla maggioranza».

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«Ma il punto del dibattito odierno, non è la buia pagina delle foibe» – ci tiene a precisare Ticciati – « Ogni crimine, infatti, a prescindere da chi lo perpetra, resta tale e ciò vale anche quando i responsabili furono i partigiani jugoslavi e titini. Di conseguenza, siamo d’accordo con l’opposizione sul fatto che tutte le vittime sono uguali e per questo avalliamo ogni iniziativa di pacificazione e riconciliazione nazionale».

«Non abbiamo problemi ad ammettere che per troppo tempo alcune vittime innocenti sono state disconosciute e siamo aperti al dialogo per concedere la loro giusta memoria. Il problema, quindi, non sono le vittime, ma come vengono commemorate e soprattutto a quale scopo. In questo senso, la richiesta di intitolazione avanzata dalle minoranze non è neutra».

Norma Cossetto non è assunta a simbolo di vittima civile della seconda guerra mondiale.

«Nell’immaginario collettivo è una ragazza fascista, vittima di comunisti, e un’italiana, vittima di slavi. La sua morte è funzionale a dimostrare come non ci fossero differenze tra una parte e l’altra, entrambe ideologie sanguinarie dedite alla pulizia etnica».

In questo senso, secondo l’amministrazione comunale, Norma Cossetto è vittima due volte, prima della violenza fisica e poi della manipolazione storica.

I fatti che compongono la storia

«Perché non è giusto usare il suo ricordo per dimostrare tesi indifendibili. Per quante tragedie possono aver causato i partigiani, i comunisti e gli jugoslavi, non sono paragonabili agli orrori nazifascisti. E le foibe sono un evento tragico, la cui scala rimane decisamente minore rispetto all’olocausto. Questo ci dicono i fatti che compongono la storia». 

«Tra l’altro, al contrario dell’olocausto, le foibe si collocano in un contesto di violenza già presente, perpetrata dal fascismo lungo il confine e poi durante l’occupazione della Jugoslavia, con crimini ignobili come la deportazione dei bambini».

«Per queste ragioni, l’attuale amministrazione non accetta la parificazione tra fascisti e antifascisti, il cui obiettivo è cancellare la Resistenza e i suoi valori di libertà e uguaglianza che, ancora oggi, sono le fondamenta della nostra Costituzione Repubblicana. Perché le forze antifasciste e democratiche combattevano per la libertà, mentre gli altri per  i soprusi della dittatura fascista. E anche nel dopoguerra, il Partito Comunista prese nettamente le distanze dal terrorismo, contrariamente al Movimento sociale, che rimase in una posizione ambigua». 

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«Il dibattito politico si misura su questi temi nei quali risiedono le ragioni della maggioranza e non su altri. Riteniamo di svolgere il nostro ruolo di valorizzazione e sensibilizzazione della storia, senza strumentali ricostruzioni di parte. E per questo, ci siamo e ci saremo sempre per iniziative di riconciliazione nazionale che spieghino i torti e le ragioni di tutte le vittime innocenti, indipendentemente dal loro colore politico. Non ci saremo mai, invece, per  creare feticci che hanno l’obiettivo ultimo di riscrivere la storia». 




  • Collaboratrice di MaremmaOggi.Nel giornalismo non esistono sabati né domeniche, non c’è orario e neppure luogo. C’è passione, c’è talento. Il mio lavoro è il mio sorriso.
    Da sempre curiosa, amo il sapere: più apprendo più vorrei conoscere.
    Determinata o testarda? Dipende. Vivo di sogni e li realizzo tutti.



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