PALERMO – “Non può essere sottaciuta la sfida, che impegna oggi tutti gli apparati pubblici destinatari delle ingenti risorse del Pnrr, alla corretta utilizzazione dei relativi fondi sulle azioni od omissioni compiute dall’Autorità di gestione, oltre al recupero dei fondi indebitamente erogati”. Lo ha detto la presidente della Corte dei Conti Anna Luisa Carra nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario che si è tenuta nell’aula magna di Palazzo Steri, a Palermo.
La presidente della Corte dei Conti fa presente che “già lo scorso anno la Corte aveva espresso le preoccupazioni legate alla proroga della disposizione normativa del cosiddetto ‘scudo erariale’, che aveva escluso – ha aggiunto – la responsabilità per condotte attive gravemente colpose dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti”, nonostante questo, però, “questa disposizione è stata oggetto di numerose proroghe, l’ultima delle quali ha esteso il suddetto regime di favore fino al 30 aprile 2025″.
“È trascorso quasi un quinquennio dall’entrata in vigore della norma che doveva porre a riparo amministratori e agenti pubblici dalla cosiddetta paura della firma per favorire la celerità dei procedimenti di spesa e l’efficienza della pubblica amministrazione: nel futuro prossimo il banco di prova sarà costituito, appunto, dalla verifica della realizzazione degli obiettivi del Pnrr che i pubblici funzionari, affrancati dalla paura della firma, dovranno dimostrare di aver conseguito”, ha aggiunto la presidente della Corte dei Conti.
“Informatizzazione del processo in alcuni casi è di ostacolo”
La presidente della Corte dei Conti si è espressa sulle difficoltà che si possono avere con l’informatizzazione dei processi: “In certi casi è di ostacolo, anziché di ausilio, alla esigenza di celerità: il fenomeno critico sempre più presente è dato dalla complessità e ‘pesantezza’ dei documenti informatici depositati dalla Procura regionale, provenienti da complesse indagini penali, spesso conglobate in unico file “a matrioska”, contenente numerosi altri file ed allegati, ciò che ha reso, nel corso del 2024, impossibile per il Collegio giudicante visionare in alcuni casi i documenti depositati servendosi delle dotazioni informatiche della Corte”, ha spiegato Luisa Carra.
Zingale: “Poche denunce dalla pubblica amministrazione”
“Ho ritenuto di allineare la Procura regionale della Corte alla posizione assunta da parecchie Procure della repubblica, e prima fra tutte quella di Palermo, in ordine agli anonimi, che in numero sempre maggiore pervengono a questo Ufficio, emanando una direttiva di coordinamento per la quale gli esposti in forma anonima, dei quali non sia possibile determinare gli specifici contenuti della fattispecie e, comunque, la provenienza, verranno immediatamente archiviati”. Lo ha detto il procuratore della corte dei conti Pino Zingale nel corso dell’inaugurazione del anno giudiziario.
“Si tratta di una questione di civiltà giuridica oltre che di una corretta interpretazione della normativa vigente, in una Regione presso la quale la delazione viene spesso utilizzata quale strumento di vendetta personale e talora di delegittimazione istituzionale”, ha aggiunto.
“Si segnala che un rilevante numero di denunce è costituito da atti trasmessi in adempimento di specifici obblighi di legge e, in particolare, dalla trasmissione di delibere di riconoscimento di debiti fuori bilancio (1.999 su di un totale di segnalazioni per tutte le fattispecie di 7.605). Le autonome denunce di danno trasmesse dalle amministrazioni, nonostante gli obblighi più volte richiamati da questo Ufficio indirizzate a tutte le pubbliche amministrazioni, costituiscono una limitata parte del flusso totale”.
“Cominciano a prendere quota – ha aggiunto – le denunce inoltrate dalle Asp e dalle altre aziende sanitarie regionali per fattispecie di malasanità, anche per merito dell’assessorato alla Salute della Regione. Si rileva, purtroppo, che la maggior parte delle segnalazioni (33% del totale) perviene dall’autorità giudiziaria, in ragione all’obbligo sancito a carico del pm penale dall’art. Significative, poi, per numero ed entità, le segnalazioni, sempre da parte relative all’equa riparazione per l’eccessiva durata dei processi”.
“Nel 2024 sono state complessivamente 1.805, per un importo di oltre 8 milioni di euro. Per alcune di esse, relative a fattispecie con caratteristiche decisamente anomale, sono in corso accertamenti istruttori ma per tutte viene in evidenza un mal funzionamento della macchina della giustizia che, oltre ad incidere negativamente sulla percezione che il comune cittadino ha dell’amministrazione della giustizia, costringe a distogliere ingenti risorse da più utili finalità sociali – aggiunge Zingale –
“Poco comprensibile appare, poi, il fatto che solo il 2% delle denunce provengano dal G.A., posto che il contenzioso innanzi a quella giurisdizione conosce numeri elevatissimi spesso con condanne più che significative della pubblica amministrazione”.
“Cominciano a crescere, invece, le segnalazioni da parte della giurisdizione tributaria (6%), le cui pronunce – ha continuato – venivano sovente all’attenzione del pm contabile solo a seguito degli ulteriori sviluppi amministrativi del relativo contenzioso, su segnalazione dell’amministrazione finanziaria. Cominciano ad essere più che significative per numero e qualità le segnalazioni della Procura Europea (Eppo) connesse ad illeciti relativi a finanziamenti del Pnrr, come, peraltro, era stato previsto nelle passate relazioni di apertura dell’anno giudiziario”.
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