Caro energia, oggi il decreto sul tavolo del Consiglio dei ministri

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Politica

di Giuseppe Ariola





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Con qualche giorno di ritardo, il decreto per fronteggiare il caro energia approda sul tavolo del Consiglio dei ministri di questa mattina, dopo che una prima bozza era stata bloccata dalla richiesta di Giorgia Meloni di potenziare il provvedimento per sgravare famiglie e imprese dall’eccessivo aumento delle bollette. I tecnici dei ministeri dell’Ambiente e di quello dell’Economia, incaricato di procacciare i fondi necessari a sostenere le misure, si sono quindi messi nuovamente al lavoro producendo una versione più ‘sostanziosa’ del testo. In realtà, chi ha potuto visionare il decreto in anteprima riferisce di un quadro in chiaroscuro. Il timore di diverse associazioni di categoria del settore, che paventavano il rischio di misure limitate a pochi mesi invece che strutturali, appare infatti più che fondato, a conferma del crescente clima di sfiducia da parte soprattutto delle imprese. “Un pannicello caldo”, come lo ha definito Elly Schlein, che di fatto non affronta il problema del caro bollette alla radice, ma che vuole essere più una sorta di palliativo per rispondere all’emergenza nell’immediato. Fonti di maggioranza invitano però a vedere il bicchiere mezzo pieno, tanto più alla luce delle risorse che, attraverso l’interlocuzione con il Mef, si è riusciti a racimolare. Eppure dal dicastero guidato da Pichetto Fratin erano state formulate proposte di più ampio respiro e con una ricaduta sul lungo periodo, rispetto alle quali però, secondo quanto si apprende, si sarebbe preferito proseguire con la politica dei bonus, incidendo sulla platea dei destinatari degli aiuti contro il caro energia. La convinzione comune è, quindi, che al netto della bontà o meno di questo nuovo pacchetto di misure il problema è destinato a riproporsi. La cosa migliore da fare è dunque quella di lavorare con lo sguardo rivolto al futuro. Per la maggioranza questo si traduce soprattutto in programmi e investimenti rivolti al nucleare, altro tema all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi. Palazzo Chigi ha infatti finalmente smarcato il disegno di legge delega sul nucleare predisposto dal ministro Gilberto Pichetto Fratin da oltre un mese, ma rimasto finora chiuso in qualche cassetto. Un provvedimento che parte dell’opposizione vede come fumo negli occhi, mentre altri, come Azione di Carlo Calenda, lo considerano necessario in ottica futura, ma inutile per fronteggiare nell’immediato l’aumento del costo dell’energia.


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