(Teleborsa) – Giudizi contrastanti da parte dei consumatori sul decreto bollette approvato, dopo il rinvio di inizio settimana, dal Consiglio dei ministri. Nel testo misure di sostegno per famiglie e imprese contro il caro bollette: riduzione degli oneri in bolletta ma solo per le Pmi, bonus sociale potenziato e maggiore trasparenza nelle offerte. “Luci e ombre sul decreto bollette licenziato dal governo – afferma Assoutenti, commentando i provvedimenti in tema di energia approvati –. Le misure – sottolinea l’associazione– non soddisfano consumatori, il nodo caro-bollette resta irrisolto”. “Il decreto sulle bollette varato dal governo è un pannicello caldo che non risolve il problema del caro-energia in Italia” afferma il Codacons. “Le piccole attività del terziario, però, sono di fatto escluse” sottolinea Confesercenti. “L’intervento sulle bollette taglia fuori le micro imprese” attacca la CNA. “Decreto insoddisfacente, bene su bonus, ma beffa di 3 mesi” dichiara l‘Unc. “Bene le misure del goveno, ora stabilità e maggiore tutela per le famiglie” commenta l’Udicon (Unione per la Difesa dei Consumatori). Mentre Altroconsumo si augura sia “un primo passo per una riforma strutturale del mercato dell’energia”.
“Sebbene l’ampliamento della platea dei beneficiari dei bonus sociali sia un passo positivo, il decreto non soddisfa pienamente i consumatori, e il nodo caro-bollette rimane irrisolto – spiega il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso –. Approviamo le misure per combattere il telemarketing selvaggio, garantire maggiore trasparenza nelle offerte commerciali degli operatori e allungare di due anni il passaggio al mercato libero per i clienti vulnerabili, ma riteniamo che in tema di energia servisse più coraggio, con misure più incisive e durature, come la riduzione strutturale degli oneri di sistema per tutti e l’implementazione di politiche energetiche sostenibili, per garantire una reale tutela dei consumatori e delle imprese nel lungo periodo, volte ad incentivare concretamente la transizione energetica”. Assoutenti sottolinea inoltre la necessità di accompagnare i cittadini nella fruizione dei benefici previsti dal decreto. “Per questo motivo – aggiunge Melluso – proponiamo di mettere a disposizione la nostra rete nazionale di sportelli delle associazioni dei consumatori, affinché i cittadini possano ricevere informazioni chiare, assistenza pratica e supporto nell’accesso ai bonus sociali e alle nuove opportunità introdotte dal governo. Solo garantendo una comunicazione capillare e un’assistenza dedicata potremo evitare che risorse e agevolazioni restino inutilizzate o che i consumatori si trovino in difficoltà nell’affrontare le nuove disposizioni”.
“La montagna ha partorito il topolino, e dal governo viene fuori un decreto che contiene misure spot, peraltro per la durata di soli tre mesi – spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi –. La strada dei bonus per le famiglie numerose o in difficoltà, come dimostra l’esperienza del passato, non può rappresentare una soluzione al problema del caro-bollette, e in assenza di misure strutturali il prossimo inverno l’Italia si ritroverà nella stessa situazione odierna”. Dubbi del Codacons anche sull’Iva “mobile”, ossia l’annunciato meccanismo per il quale oltre a un certo prezzo dell’energia, lo Stato rinuncerà all’Iva e destinerà l’eccesso di imposta alla riduzione delle bollette. “Uno strumento già previsto per i carburanti e che finora non ha funzionato, e vogliamo capire a quali condizioni potrà scattare il taglio dell’Iva e in favore di chi andranno le risorse – afferma l’associazione –. Se da un lato è positivo l’incremento della trasparenza sulle bollette previsto dal decreto e il rinvio di due anni del passaggio al mercato libero per i clienti e le micro imprese vulnerabili, dall’altro – conclude il Codacons – non possiamo non rilevare come le misure inserite nel decreto non prevedano interventi strutturali per abbattere i costi dell’energia in Italia, combattere le speculazioni sui mercati e riportare la tassazione ai livelli della media europea”.
“L’invito lanciato dalle imprese per un intervento immediato per contrastare il caro energia e calmierare gli aumenti delle bollette è stato accolto dal Governo. Le piccole attività del terziario, però, sono di fatto escluse – commenta Confesercenti –. I rincari dei beni energetici hanno già avuto un impatto sull’inflazione, in crescita anche a febbraio. Bene dunque il provvedimento dell’Esecutivo, anche se sarebbe stato necessario avere di più: tantissime imprese a bassi consumi energetici, per intenderci le più piccole – rimarranno prive di ogni forma di tutela. Per le altre si può quantificare una riduzione tra il 20 ed il 40% degli incrementi registrati. La situazione va ora monitorata costantemente, ma è fondamentale iniziare ad adottare provvedimenti strutturali per contrastare la volatilità del mercato energetico. A partire dall’istituzione di un fondo per gestire eventuali nuove emergenze”.
“Il decreto per alleggerire le bollette esclude la platea delle micro imprese – rileva la CNA sulla base delle indicazioni fornite al termine del consiglio dei ministri –. In attesa di conoscere il testo del provvedimento, il contributo straordinario attraverso il taglio degli oneri generali di sistema riguarda esclusivamente le imprese con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 KW/h. Si tratta di un intervento che esclude gran parte delle micro e piccole imprese che operano nei servizi alla persona e alla comunità (parrucchieri, autoriparatori, lavanderie, ecc.). CNA è consapevole dei vincoli di finanza pubblica rispetto alle misure temporanee messe in campo dal Governo per alleggerire le bollette di imprese e famiglie, ma il trend rialzista dei costi energetici e il divario nei confronti degli altri principali paesi europei confermano la necessità di definire interventi di lungo termine per abbassare in modo strutturale i costi energetici, con particolare riferimento al sistema delle micro e piccole imprese”.
“Decreto insoddisfacente! Bene l’intervento sui bonus sociali, con l’estensione fino a 25 mila euro di Isee, ma è una beffa il limite di 3 mesi, per non dire una presa in giro. La misura per essere efficace andava adottata in modo strutturale, non certo per un trimestre. Le famiglie povere devono avere garanzie sul loro futuro, sapere a quali spese dovranno far fronte, visto che non riescono a far quadrare i loro conti. Il paradosso, poi, è che tra 1 mese e mezzo i caloriferi saranno spenti in tutta Italia e ora che il provvedimento diventerà operativo le bollette scenderanno al punto che le famiglie beneficiarie potrebbero andare addirittura a credito, visto che il bonus di 200 non pare commisurato all’importo della bolletta – afferma Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori –. Positivo, anche se deludente, il rinvio di due anni della scadenza del servizio dedicato ai vulnerabili. Chiedevamo, infatti, che il servizio di tutela restasse sine die, senza future aste. Bene l’inasprimento delle sanzioni da parte delle Authority, l’intervento sugli Ets e sulla trasparenza delle offerte con un contratto tipo – prosegue Vignola –. Grave che non si sia niente sul fronte degli oneri di sistema o sull’abbassamento dell’Iva: non pretendevamo un’aliquota al 5% come fatto da Draghi, ma almeno al 10%. Per il resto si tratta di un provvedimento inadeguato e privo di coraggio. Anche se ci riserviamo di esprimere un giudizio finale non appena avremo il testo, stando a quanto comunicato dal Governo in conferenza stampa non sembra esserci nulla nulla sul fronte del disaccoppiamento, anche se parziale, del prezzo dell’energia da quello del gas, potenziando ad esempio i PPA, consentendo ad AU di di riprendere a fare gli acquisti a lungo termine, ridefinendo la formazione del PUN e i meccanismi di incentivazione delle rinnovabili”.
“Le misure erano attese da un po’: il caro bollette è un tema importantissimo che riguarda famiglie ed imprese; va affrontato adeguatamente e rapidamente per evitare che gli aumenti di prezzo dell’energia portino inflazione e quindi conseguenze negative anche sul Pil. Le ultime rilevazioni Istat di febbraio parlano di una inflazione in crescita all’1,7%, spinta proprio dal caro energia” rileva Altroconsumo augurandosi però che “queste misure siano l’inizio di una riforma strutturale del mercato dell’energia e non le ennesime soluzioni tampone”. “Le tensioni geopolitiche internazionali e gli interessi speculativi di cui non è esente il mercato dell’energia hanno portato nuovamente, nelle scorse settimane, ad un rialzo critico del prezzo del gas e dei carburanti. Il Governo – prosegue l’associazione – ha finalmente emanato il tanto atteso decreto bollette con misure che in parte riprendono alcune delle richieste di Altroconsumo contenute nel documento Considerazioni di Altroconsumo sul mercato dell’energia e sul caro bollette. Ma servono misure strutturali per una vera riforma del mercato dell’energia”. “Il caro bollette che colpisce famiglie e imprese – commenta Federico Cavallo, responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo – è causato da diversi fattori, quali il mix energetico e le dinamiche di mercato. Le prime misure del Governo, con 3 miliardi di euro, sono un passo positivo, ma non risolvono completamente il problema. L’aumento dei prezzi del gas e dell’elettricità danneggia soprattutto le famiglie vulnerabili e le imprese, che vedono crescere i costi produttivi e la competitività internazionale. Dunque, i 3 miliardi di euro (di cui 1,6 miliardi per le famiglie) messi sul piatto dal Governo non saranno sufficienti a dare una risposta completa al problema, ma ci auguriamo siano solo il primo passo per misure più ampie per una riforma strutturale del mercato. Accogliamo con favore il bonus sociale potenziato che, ampliando la platea dei cittadini che potranno usufruirne (il limite Isee arriva a 25mils euro), darà la possibilità di ridurre il costo delle bollette, anche se solo per tre mesi, grazie a un nuovo bonus di 200 euro che si aggiungerà a quelli già in essere per gli Isee entro i 9.530 euro e sarà erogato anche alle famiglie con Isee entro i 25mils euro. Ci auguriamo che nella conversione in legge si riesca ad aumentarne la durata e a introdurre anche una rimodulazione in base alla numerosità del nucleo familiare, come peraltro spiegato nella nostra petizione che ha raccolto più di 58mila firme. Bene anche la riduzione degli oneri fiscali anche se solo per le piccole e medie imprese. Una misura di riduzione dei costi che dovrebbe riguardare anche le famiglie e che dovrebbe essere parte di una riforma più strutturale per non fa cadere sui consumatori i costi della transizione ecologica. L’introduzione di un’unica aliquota Iva sul gas al 10% avrebbe aggiunto maggiori benefici alle famiglie, ma purtroppo su questo non ci sarà nessuna novità. Infine, lavorare sulla trasparenza e sulla correttezza degli operatori è fondamentale per avere un mercato concorrenziale e quindi migliore per tutti. Offerte non chiare e pratiche commerciali scorrette nella promozione, nel contenuto delle offerte o dei loro rinnovi non permettono di sfruttare a pieno le potenzialità del mercato libero e della concorrenza. Il decreto-legge del Governo è una prima risposta al problema, ma non è la soluzione definitiva; servono interventi strutturali. Come spiegato nel nostro documento, bisogna aumentare la concorrenza nel mercato, anche attraverso le concessioni idroelettriche e della rete di distribuzione. Il disegno di legge sul nucleare potrebbe contribuire a ridurre i costi energetici, ma non è una soluzione immediata. Servono interventi rapidi, come l’incremento delle energie rinnovabili, per ridurre la dipendenza da gas e petrolio a costi inferiori”.
“Le misure adottate dal governo rappresentano un passo in avanti per contrastare il caro energia e offrire un sostegno a milioni di famiglie. L’ampliamento della platea del bonus sociale fino a 25mila euro ISEE e l’introduzione di un meccanismo a scaglioni sono segnali positivi, che potranno alleviare il peso delle bollette su chi è più in difficoltà. Abbiamo però alcune perplessità sul fatto che il sostegno sia limitato a tre mesi e legato alla previsione di un calo del prezzo del gas. Sarà quindi fondamentale monitorare la situazione nei prossimi mesi e valutare eventuali proroghe del provvedimento, qualora il contesto internazionale non dovesse migliorare – afferma Fabrizio Ciliberto, vicepresidente nazionale Udicon –. Accogliamo con favore anche le misure per la trasparenza delle offerte energetiche nel mercato libero, ma affinché siano davvero efficaci, servono strumenti chiari e accessibili per i consumatori, così da poter confrontare liberamente le offerte disponibili. Sarà importante verificare l’impatto di questi interventi e garantire che le famiglie non si trovino nuovamente in difficoltà una volta esauriti gli aiuti. L’obiettivo deve essere quello di costruire un sistema che metta i consumatori al riparo da oscillazioni imprevedibili, evitando interventi emergenziali ripetuti e assicurando maggiore stabilità”.
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