False narrazioni e notizie tutte da verificare ruotano intorno all’8 marzo, giornata internazionale della donna. Ma le radici sono storiche e politiche
Il ‘900, con le sue contraddizioni, con i retaggi di una cultura fortemente emarginante, specie nei confronti della donna, si presentava ai suoi albori con tutta la sferzante voglia di un radicale cambiamento che investisse tutti gli aspetti del vivere sociale. Ovunque, in ogni Nazione.
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Le pressioni ideologiche e sociali, motivate da condizioni di lavoro oggettivamente inaccettabili, facevano da propulsore per quel fermento rivoluzionario che, come una ventata inarrestabile si abbattè ovunque. Specie nei paesi più industrializzati, come gli Stati Uniti
La fiducia nell’industrialismo, ancorato ad un liberismo economico selvaggio, veniva meno. E, in particolare, nei paesi più industrializzati gli operai rivendicavano migliori condizioni di lavoro.
La condizione delle donne
Il cambiamento, o meglio l’esigenza di esso, era nell’aria e lo sfruttamento del datore di lavoro,( il padrone dell’epoca) doveva cessare.
In un contesto del genere ancor più penalizzate erano le donne che, messi da parte gli abiti dello stucchevole romanticismo ottocentesco, acquisivano consapevolezza della propria identità di genere, di persona e rivendicavano i propri diritti.
Non più solo femmine e madri, dunque, ma donne.
La verità
Sull’origine di questa giornata che, al di là dell’attuale squallido aspetto legato al business, dovrebbe celebrare le donne, sono state diffuse molte fake news. Quella più nota è che l’8 marzo sia stato dedicato alle donne per commemorare una tragedia, avvenuta nel 1908 in un’industria tessile, la Cotton di New York, che avrebbe visto la morte di numerose operaie a causa di un violento incendio.
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In realtà la fabbrica risulta inesistente e l’unico incendio, di cui si ha notizia, riguarda la Triangle di New York, avvenuto però tre anni dopo. In esso persero la vita ben 123 donne su 146 vittime. Fu una tragedia che finalmente scosse gli animi e diede il via a una serie di provvedimenti per la sicurezza sul lavoro. Quella sicurezza che ancora oggi manca in Italia.
La Seconda Internazionale Socialista
Nel 1907, in occasione del Congresso della Seconda Internazionale Socialista, finalmente si discusse della questione femminile e della necessità di estendere il diritto di voto anche alle donne. Tutti i partiti garantirono il loro impegno per il raggiungimento di questi traguardi.
Ma fu solo in occasione della Conferenza Internazionale delle donne socialiste, cui parteciparono ben 11 paesi, che venne stabilito di dedicare alle donne una giornata. Il 28 febbraio del 1909 nasceva in Usa The Woman’s Day.
La giornata della donna in Europa
L’eco di queste traguardi raggiunti dalle statunitensi giunse in Europa e l’8 marzo del 1914, in Germania, ci fu la prima grande manifestazione per l’estensione del diritto di voto alle donne. Fu il principio di quelle rivendicazioni che ancora oggi, specie in Italia, permangono.
Anche le donne di San Pietroburgo, nel 1917 scesero in piazza per chiedere la cessazione della partecipazione del proprio Paese al primo conflitto mondiale. Fu un unicum storico e sociale. Le donne per la prima volta fecero sentire la loro voce nella Russia degli zar.
Una voce così potente da dare avvio alla rivoluzione di Ottobre che portò alla caduta di un dominio che aveva scritto la Storia del Paese da tempo immemorabile.
Nel 1921, a Mosca, le donne, riunite in Congresso, fissarono l’8 marzo come ‘Giornata internazionale dell’operaia’
La giornata della donna in Italia
Seguirono anni turbolenti, soprattutto in Italia,. Anni di radicali mutamenti politici che videro l’ascesa del Fascismo e, malgrado fosse stato dedicata alle donne, nel 1922, una giornata (il 12 marzo), non vi furono cambiamenti in merito alla loro condizione.
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Solo nel 1946 le donne italiane ebbero il diritto di voto. Ma, per celebrare l’8 marzo, come giornata delle donne, abbiamo dovuto attendere il 1977.
Con una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite infatti, del 16 dicembre 1977, venne stabilito che tutti i paesi membri dedicassero, per ragioni storiche e sociali, una giornata per celebrare i diritti delle donne e la pace internazionale.
Si stabilì, come data, l’8 marzo. E l’Italia, come fiore celebrativo, scelse quello più umile e meno costoso, appunto in nome della parità dei diritti: la mimosa
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