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Era il 1881 quando Matteo Schilizzi, facoltoso finanziere livornese, sconvolto dalla morte dell’amato fratello, decise di costruire un gigantesco mausoleo sulla collina di Posillipo. Nel 1889, però, i cantieri si fermeranno con la sua morte. Un grande movimento intellettuale e una campagna che oggi si definirebbe di “crowdfunding” permise nel 1921 a un Comune di Napoli già all’epoca indebitato di acquistare il mausoleo e, alcuni anni dopo, iniziare i lavori che terminarono nel 1929.

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Il mausoleo Schilizzi si trasformò così in un reliquiario per i caduti della grande guerra e, successivamente, anche per quelli della seconda guerra mondiale, diventando l’attuale “ara votiva per i caduti della patria”. Nel primo ventennio del novecento, insomma, il mausoleo restò incompleto e abbandonato per mancanza di fondi da parte del Comune. Oltre un secolo dopo siamo allo stesso punto. Dal 2006 è pronto un progetto di riqualificazione ma non si trovano i soldi per metterlo a nuovo. E da circa sei anni il mausoleo è chiuso al pubblico. L’ultimo tentativo è stato fatto nel 2022 provando a inserire la sua riqualificazione nell’ambito dei finanziamenti del Pnrr ma senza fortuna. E da lì in poi null’altro è stato fatto. E chissà che, come accadde allora, quella sinergia pubblico-privato non possa essere la strada giusta. Di certo una rinnovata attenzione della società civile si sta facendo sentire per la riqualificazione dello storico mausoleo posillipino.

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L’ultimo appello è arrivato proprio dalle colonne del Mattino, il giornale che Schilizzi contribuì a fondare liquidando i debiti di Matilde Serao ed Eduardo Scarfoglio. Un appello che arriva da un altro nome che ha un ruolo di primissimo rilievo nella storia della città: Salvo D’Acquisto. «Vorrei tanto che qualcuno si desse da fare per restaurarlo, anche in nome di mio fratello», ha detto in un’intervista al nostro giornale Alessandro D’Acquisto, 88 anni e fratello del carabiniere eroe della seconda guerra mondiale per il quale Papa Francesco ha avviato l’iter per la beatificazione. Cosa c’entra D’Acquisto con il mausoleo? È lo stesso fratello a ricordarlo: «Quando i resti mortali di mio fratello vennero traslati a Napoli dal cimitero di Palidoro, vicino Roma, il corpo fu lasciato riposare per un certo periodo nel Mausoleo di Posillipo, dedicato ai caduti per la patria. Solo successivamente avvenne un nuovo trasferimento, nella Basilica di Santa Chiara. Ebbene, in occasione di ogni ricorrenza mi reco in entrambi i luoghi, e soffro molto nel vedere in quale stato versa il Mausoleo». D’altronde il Mausoleo rappresenta la memoria, che il 25 aprile viene celebrata, cittadina delle due grandi guerra. Vi sono sepolti i caduti del bombardamento austriaco del 1918 e delle Quattro Giornate. Eppure da vent’anni non trova dignità.

La riqualificazione mancata

Ma cosa ha fermato la riqualificazione? L’assenza di fondi. Un progetto di restauro, con tanto di passeggiata panoramica, esiste dal 2006 diretto dall’architetto Marco Dezzi Bardeschi. Nel 2015 quel progetto fu ripreso e approvato dalla giunta allora guidata da Luigi de Magistris ma i fondi per rimetterlo a nuovo non sono mai stati trovati. Anzi, nel gennaio 2019, dopo la segnalazione dei vigili del fuoco per la caduta di alcuni lamierini metallici che costituiscono la culla del mausoleo, l’area cimiteriale è stata chiusa al pubblico.

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«L’area cimiteriale del Mausoleo Schilizzi di via Posillipo resterà temporaneamente chiusa per motivi di sicurezza. Seguirà nuova comunicazione per la successiva riapertura», si legge nel documento firmato dall’allora dirigente del servizio cimiteri. La “nuova comunicazione”, sei anni dopo, non è ancora arrivata. Il mausoleo viene aperto eccezionalmente soltanto in alcune occasioni speciali come la commemorazione del 25 aprile. Un nuovo tentativo per trovare i fondi necessari alla riqualificazione, si stima servano attorno ai 6 milioni, è stato fatto nel 2022 dalla giunta di Gaetano Manfredi che aveva inserito l’opera in un bando per la riqualificazione di parchi e aree verdi del Pnrr insieme con il parco Virgiliano e la Villa comunale. Nessuno dei tre progetti è stato approvato. Ma se per il Virgilio e la Villa Comunale si è riusciti ad intervenire con un altro bando del Pnrr e l’intervento con i fondi di Città Metropolitana, per il mausoleo non è stata trovata altra fonte di finanziamento. E come oltre un secolo fa, il mausoleo versa nel degrado in attesa che si trovino i soldi.





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