Sfilata Fendi 100 anni: l’anniversario alla Milano Fashion Week

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Il secondo giorno della Milano Fashion Week 2025 non poteva essere più ricco. Apre le danze Luisa Beccaria con abiti sognanti, passando poi il testimone a Jil Sander, dove Luke e Lucie Meier hanno presentato la loro ultima collezione al timone di Jil Sander. La sfilata Fendi per i 100 anni del brand commuove, catalizzando l’attenzione su celebrity e look d’archivio. Teatro da Antonio Marras, sensualità da Diesel, arte da Marni e tailoring da Onitsuka Tiger: ecco tutto quello che è successo il 26 febbraio alle sfilate della MFW.

Le collezioni Autunno-Inverno 2025/2026 protagoniste in passerella, ma anche le ispirazioni dei designer, gli ospiti e i must-have che si sono fatti notare.

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Fendi: l’infinito in cento anni

La storia della moda, la moda che fa la storia. Fendi festeggia i 100 anni della Maison con una sfilata co-ed Autunno-Inverno 2025/2026 disegnata da Silvia Venturini Fendi che va ben oltre la rilettura passiva degli archivi storici. La designer racconta di aver attinto dai propri ricordi personali, proiettando nel futuro ciò che Fendi rappresenta oggi. Ne risulta una collezione dal mood maturo e raffinato, ma punteggiata da tocchi di whimsy (stravaganza giocosa) che richiamano l’estetica creativa tipica del brand. In passerella, sulle note di differenti colonne sonore che cambiano ritmicamente, si percepisce l’eredità romana come una raffinata femminilità borghese scandita da cappotti strutturati, tailleur sartoriali e pellicce avvolgenti che ricordano il guardaroba anni ’50 e ’60. Il risultato è un insieme coerente e poliedrico, dove convivono silhouette rigorose (spalle ben definite, vite sottolineate e gonne al ginocchio) e tagli più morbidi e giocosi, così come stampe geometriche e a pois, a indicare un continuum stilistico tra ieri e oggi.

Dove tutto ha avuto inizio: la pelliccia Fendi, di nuovo in passerella.

Numerosi elementi della collezione rendono omaggio ai codici Fendi. Oltre ai motivi chevron, si notano l’uso della pelliccia intarsiata tanto cara a Karl Lagerfeld, tailleur con gonna e persino piccoli doll di pelliccia, inseriti come vezzo ironico. Immancabili alcune delle borse più iconiche della storia della moda: dalla Baguette alla Peekaboo fino a un’inedita reinterpretazione della Fendi Spy, per l’AI 25/26 in raso. Sulla passerella tutte le top model, di ieri e di oggi: dal volto della Swinging London Penelope Tree (75 anni) a Karen Elson, Edie Campbell fino agli astri nascenti del 2025, come Amelia Gray e Alex Consani. A pochi passi da loro invece, in front row, tutti gli amici più cari del brand come Sarah Jessica Parker, Bianca Balti, Marco Mengono, Vittoria Puccini con la figlia e, ovviamente, le sorelle e la famiglia Fendi. Per un compleanno Fendissimo.

Il finale della sfilata Fendi 100 anni Autunno Inverno 2025 2025. (Photo by Daniele Venturelli/WireImage)

L’atto finale di Jil Sander

Un sipario di velluto nero, una passerella immersa nell’ombra. L’ultima sfilata di Lucie e Luke Meier per Jil Sander è un addio sussurrato, una tensione palpabile tra eleganza e ribellione. Qualche ora dopo lo show, la conferma ufficiale: il duo lascia la direzione creativa dopo otto anni di impeccabile dedizione. I loro codici si fondono in una collezione Autunno-Inverno 2025/2026 di contrasti: paillettes e pelle, rigore e fluidità. Le lunghe frange scintillanti ondeggiano su abiti austeri, mentre il tailoring si contamina di dettagli punk come borchie, occhielli in acciaio, orli a taglio vivo.

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Il punk romantico di Jil Sander, per un addio dolce amaro.

Le stampe floreali emergono come bagliori dalla profondità del nero, le piume si librano leggere su tessuti rigorosi. La collezione è un dialogo tra opposti: austero e decorativo, urbano e romantico, trasparente e strutturato. I cappotti oversize si stringono in vita con doppi cinture, le giacche maschili si contaminano di zip e inserti in pizzo, mentre le borse, rigorose e scultoree, completano il racconto di una bellezza disciplinata, ma ribelle. Nel finale, mano nella mano, i Meier si concedono un ultimo inchino. Nessuna parola, solo la loro presenza. Il buio si illumina per un istante, prima che cali il sipario. Per l’ultima volta.

Antonio Marras, un’opera lirica in passerella

Un omaggio al melodramma, alla Sardegna e alla Catalogna: Antonio Marras per l’Autunno Inverno 2025/2026 mette in scena, o meglio in passerella, un atto teatrale. La collezione prende vita ispirandosi a La Bella d’Alghero, opera ritrovata del 1892, mescolando storia e poesia con un’estetica intensa e stratificata. Le modelle, moderne eroine tragiche, sfilano tra gessati, broccati, damaschi e velluti, decorati da rose jacquardate e schizzi pittorici. I volumi si alternano tra linee sartoriali e silhouette teatrali, mentre le lavorazioni artigianali raccontano il passato con un tocco contemporaneo. Tra gli ospiti d’eccezione, Sharon Stone, pronta ad applaudite un Marras visionario che, ancora una volta, trasforma la Milano Fashion Week 2025 in un viaggio emozionale.

Antonio Marras Autunno Inverno 2025 2026.

Un nuovo Diesel

Glenn Martens ridefinisce la sensualità con la collezione Diesel più sofisticata di sempre. Ispirandosi ai jeans a vita bassa, trasforma cappotti e abiti da cocktail in silhouette audaci, arricchite da gonne sospese che richiamano la sua firma da Y/Project, brand e progetto personale del designer chiuso poche settimane fa. Tweed, pied de poule e stampe trompe-l’œil giocano con la percezione, mentre l’atmosfera si tinge di mistero con modelle dagli occhi oscurati e sorrisi in stile “Joker”.

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Milano Fashion Week 2025, dalla sfilata AI 25/26 di Diesel.

Il set? Un’enorme struttura gonfiabile, ormai firma distintiva del marchio, circondata da graffiti di 8.000 artisti. Nella collezione 2025 2026 il denim si evolve in finiture satinate, mentre le giacche imbottite, i cappotti minimal e le camicie arricciate rivelano la versatilità dello stilista. Che, nel backstage dopo la sfilata, ha confermato il suo doppio ruolo: resterà alla guida creativa di Diesel nonostante la recente nomina da Maison Margiela a Parigi.

Onitsuka Tiger, sartoria moderna

È tempo di celebrazioni anche per Onitsuka Tiger, che compie 75 anni e festeggia con un riuscito incontro tra eleganza formale e spirito giovanile. Per la collezione AI 25/26 il direttore creativo Andrea Pompilio rende omaggio al Giappone mescolando i codici giovanili di Onitsuka Tiger con una crescente formalità. In passerella si è vista la fusione tra elementi sartoriali, come blazer e cappotti, e dettagli sportswear, cifra stilistica distintiva del brand. Forme scolpite si alternano ad abiti decorati con paillettes e dettagli mannish come cravatte e camicie botton-down, mentre gli accessori si elevano grazie a fibbie e borchie.

Il sogno barocco di Marni

L’unica regola, è che non ci sono regole. Per l’Autunno-Inverno 2025/2026, Francesco Risso porta in passerella una collezione che fonde arte e moda, frutto della collaborazione con Olaolu Slawn, artista e skater nigeriano noto per il suo linguaggio grafico irriverente, e Soldier Boyfriend, scultore e designer inglese che reinterpreta oggetti quotidiani in chiave surreale. In passerella, Tracee Ellis Ross e Dara danno vita a questa metamorfosi creativa.

Tracee Ellis Ross in passerella da Marni.

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Le silhouette si stratificano in un gioco di volumi e texture: cappotti oversize con graffiti dipinti a mano, abiti di raso da cui sbocciano fiori, pellicce che si trasformano in creature fiabesche. Tra rigore sartoriale e gesti istintivi, Marni celebra il potere dell’imperfezione e la bellezza dell’inatteso. Un sogno barocco, una ribellione delicata, la parentesi d’arte più preziosa della Milano Fashion Week 2025.

Da Marco Rambaldi a Luisa Beccaria e Sirivannavari

Lo stile italiano, con la sua capacità di fondere passato e presente, è stato il filo conduttore di questa seconda giornata di Milano Fashion Week 2025. Luisa Beccaria ha incantato con una collezione che sembra uscita da un dipinto romantico, mentre Daniela Gregis ha esplorato l’artigianalità con texture tattili e silhouette destrutturate. Vivetta ha osato con il suo inconfondibile tocco surrealista, giocando con dettagli fiabeschi e fiocchi maxi, mentre Marco Rambaldi ha rivisitato il vintage in chiave contemporanea, tra crochet, stratificazioni e un’estetica preppy.

Il coordinato in denim di Vivetta Autunno Inverno 2025 2026.

Un’idea di stile che si riflette nella collezione AI 25/26 di Sirivannavari, presentata alla Milano Fashion Week. Un omaggio alla selleria reinterpretata con tagli asimmetrici, pellami pregiati e dettagli equestre, dagli stivali scolpiti ai gioielli ispirati a staffe e morsetti. «Milano è una città che amo profondamente, non solo per la moda ma anche per l’arte e il design. Qui si respira una creatività unica. Per me, Milano significa pelle, scarpe, borse. Il design di accessori è un pilastro dello stile milanese, che ho voluto reinterpretare con un tocco equestre che affonda le radici nella mia esperienza personale», ha raccontato a iODonna la Principessa, che ha gareggiato nel dressage alle Olimpiadi di Parigi 2024. L’esperienza in gara ha acceso la riflessione: «L’abbigliamento equestre è elegante e funzionale, volevo tradurlo in chiave elegante ma versatile».

Così le giacche scolpiscono il corpo come una seconda pelle, gli stivali si reinventano e i materiali, come pelle e gabardine, equilibrano forza e leggerezza. Un omaggio alla sua passione e alla raffinatezza della moda italiana.

iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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