“Intervengo oggi in quest’assemblea che si svolge nella giornata dello sciopero generale dei magistrati contro la cd riforma Nordio.
Secondo la nostra Costituzione, la Giustizia è amministrata in nome del popolo e quindi prendo la parola come costituzionalista e come aderente all’Associazione Articolo 21 che insieme ad altri amici ho contribuito a fondare.
Questo governo ha un’agenda di riforme costituzionali molto ampia: premierato, autonomia differenziata e riforma della magistratura. A rigore l’autonomia differenziata non è stata approvata con legge costituzionale, ma rappresentava un’insidia molto preoccupante che fortunatamente la Corte costituzionale ha letteralmente smontato.
Accanto a questo percorso che incide direttamente sulle norme costituzionali, vi è una seconda linea di interventi normativi che non sono meno pericolosi per l’assetto costituzionale.
Innanzitutto dobbiamo ricordare il disegno di legge sulla sicurezza, che si pone in conflitto frontale con numerose norme costituzionali e che limita gravemente quelle forme di dissenso che costituiscono uno degli architravi della nostra democrazia. Si trovano nel testo lesioni gravi del principio di uguaglianza (art. 3 Cost.), della libertà personale (art. 13 Cost.), della libertà domiciliare (art. 14 Cost.) e di quella di corrispondenza (art. 15 Cost.). Si aggravano fattispecie penali per il solo fatto di svolgersi durante riunioni tutelate dalla Costituzione (art. 17 Cost.). Molti nuovi reati vengono tratteggiati senza alcuna determinatezza (art. 25 Cost.).
Come dimenticare, da parte di chi presiede il Consiglio italiano per i rifugiati, le politiche restrittive che si stanno portando avanti in materia di immigrazione con una preoccupante catena di decreti e con il sciagurato protocollo con l’Albania? È difficile trascurare il fatto che viene stravolto un diritto costituzionale fondamentale (art. 10 Cost.)—che offre asilo non solo ai rifugiati ma anche a tutti coloro che fuggono da paesi nei quali non sono tutelate le libertà democratiche—e che contemporaneamente si calpesta il diritto di difesa (art. 24 Cost.) con le procedure accelerate di frontiera e il principio del giudice naturale precostituito per legge, con il continuo cambio della competenza dei giudici (Tribunali, Corti d’Appello e altro ancora).
Non possiamo dimenticare che in questi anni assistiamo a una quasi assoluta espropriazione della potestà legislativa in favore del Governo. Si tende a dire che queste pratiche non sono nuove, ma è facile replicare che i processi degenerativi aumentano con carattere esponenziale. Quasi novanta decreti legge dall’inizio della legislatura, più di sessanta questioni di fiducia. Assistiamo a un esercizio quasi solitario del potere estero e del potere amministrativo esercitato in grande prevalenza con atti (DPCM) totalmente sottratti a controlli giurisdizionali.
Ultima, ma forse la più preoccupante delle deformazioni: il controllo sul Servizio pubblico radiotelevisivo ha caratteri assoluti. Non basta che il Governo nomini direttamente secondo regole decisamente incostituzionali (Corte cost. n. 225 del 1974), ma ora si è aggiunta la prevaricazione verso la Commissione parlamentare di vigilanza, bloccata con una forma nuova di ostruzionismo di maggioranza, perché non si vuole assoggettare all’imposizione della nomina del presidente. Questo sistema confligge non solo con la Costituzione, ma ora anche con le norme europee (EMFA) che impongono indipendenza istituzionale ed economica. Presto saremo chiamati a giustificare questa inadempienza nelle sedi e davanti ai giudici europei.
In questo contesto, che tende a mettere in discussione la fondamentale separazione dei poteri e gli equilibri costituzionali in favore di una pericolosissima concentrazione di poteri, si colloca la cd riforma Nordio.
Essa tende a demolire alcuni capisaldi essenziali: l’indipendenza, l’autonomia e l’autogoverno. Lo sgretolamento del CSM (sdoppiato, sorteggiato e spogliato di competenze) ne è una conferma.
Si cammina a tappe forzate verso il referendum. Come costituzionalisti ed anche come operatori dell’informazione, siamo consapevoli che la strada della delegittimazione è già iniziata.
Le nostre parole d’ordine devono essere semplici ed efficaci. La magistratura è un presidio essenziale per la tutela dei diritti. L’indipendenza e l’autonomia sono gli antidoti contro la concentrazione dei poteri. Il CSM presieduto dal Capo dello Stato rappresenta il connotato essenziale per questo equilibrio.”
(Testo dell’intervento all’assemblea organizzata dall’ANM)
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