La guerra ombra tra Mosca e Kiev, un conflitto nascosto

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Il conflitto tra Russia e Ucraina si combatte da ormai 3 anni sui territori di entrambe le nazioni, bombardamenti, esplosioni e morti si susseguono dal 2022 senza sosta. C’è però un’altra guerra che viene combattuta sotto gli occhi di tutti, ma nascosta dal clamore della guerra “principale”: si tratta della cosiddetta guerra ombra. Azioni e tattiche mirate e in scala più piccola, che mirano a sabotare punti strategici e a destabilizzare il nemico; il tutto avviene senza mai essere rivendicato dai mandanti, che anzi negano qualsiasi coinvolgimento. L’ultimo esempio di questa guerra ombra è il sabotaggio con esplosivo di alcuni visori per droni russi.

Che cosa è la guerra ombra

La guerra ombra è quel conflitto composto da azioni di portata ridotta eseguite da una nazione verso l’altra senza che vengano rivendicate dai mandanti. Sono gli attentati, sabotaggi, colpi a obiettivi strategici che non vengono fatti dall’esercito regolare e documentati, ma fatti dai servizi segreti o da alcuni manipoli di soldati rimanendo anonimi. Sono azioni su scala minore dove il mandante si può intuire ma che non sono ufficialmente eseguite da nessuno degli eserciti coinvolti. Per la sua natura, la guerra ombra è una guerra parallela a quella principale.

In quasi tutte le guerre combattute fino ad ora, ovviamente si parla di conflitti d’epoca contemporanea, la guerra ombra ha avuto il suo peso e il suo ruolo nel destabilizzare il nemico. Recentemente, diversi episodi di questo tipo di combattimento sono venuti alla luce, portati all’attenzione dei media internazionali. Il più recente è senza dubbio l’attacco dei cercapersone esplosivi avvenuto in Libano ad opera dei servizi israeliani. Il Mossad è spesso coinvolto in azioni di questo tipo. Altro caso di guerra ombra è quello proprio tra Israele e Iran, dove i controspionaggi di entrambi i paesi hanno più volte segnalato rischi di attentati o sabotaggi ad opera, almeno presunta, delle rispettive spie.

Nelle ultime ore è emerso un nuovo caso di guerra ombra, nel conflitto russo-ucraino, che però sembrerebbe essere collegato almeno nel modus operandi ai servizi segreti dello Stato ebraico.

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Guerra ombra in Ucraina: il caso dei visori russi

Nuovo episodio della “guerra ombra” tra Russia e Ucraina. Gli 007 di Kiev hanno piazzato dell’esplosivo al plastico nei visori che i soldati russi usano per pilotare i droni, causando decine di ferite. Stando a quanto riportato dall’intelligence ucraina l’operazione sarebbe stata un “successo“. Secondo una voce raccolta dal deep state ci potrebbe essere un “collegamento” tra questa e l’operazione dei cercapersone esplosivi del Mossad effettuata in Libano a settembre: “il modus operandi è molto simile, cambia solo l’oggetto su cui è messo l’esplosivo, perchè i russi non usano molto i cercapersone“.

Secondo quanto riportato dal Gur, il servizio di intelligence di Kiev, l’operazione sarebbe stata “un successo ed è ancora in corso“. Gli agenti ucraini avrebbero modificato un lotto di visori per droni destinati all’esercito russo piazzando degli esplosivi al plastico con detonatore a distanza, lotto poi distribuito ai soldati di Mosca tramite finti volontari. Il Cremlino non ha confermato uccisioni o feriti a causa delle esplosioni, mentre il Gur ha comunicato che “una serie di esplosioni di occhiali per droni durante il loro utilizzo da parte dei piloti ha ferito decine di persone“.

Il modus operandi usato dagli agenti ucraini sembra ricordare quello usato dal Mossad in Libano a settembre, quando vennero fatti esplodere diversi cercapersone uccidendo o ferendo migliaia di civili e militanti di Hezbollah.

Stando a quanto riportato dalla Npp, società russa che produce e fornisce l’equipaggiamento per l’esercito, un episodio simile si era già verificato all’inizio di febbraio, quando un altro lotto di visori per droni era stato modificato con esplosivi che però detonavano con l’accensione dei dispositivi. Anche in questo caso il lotto di visori sarebbe stato consegnato da un presunto volontario, che li avrebbe “donati gratuitamente”.

Marco Andreoli

 



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