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Il mese di febbraio 2025 ha portato con sé una brutta sorpresa per molti percettori dell’Assegno di Inclusione (ADI): l’importo accreditato è stato inferiore rispetto ai mesi precedenti, generando preoccupazione e malcontento tra le famiglie beneficiarie.
A peggiorare la situazione, il sito dell’INPS è andato in tilt, impedendo a molti di accedere alla propria area riservata per verificare lo stato della pratica. Il sovraccarico dei server, dovuto all’elevato numero di accessi simultanei, ha reso quasi impossibile controllare l’importo spettante o ottenere spiegazioni sulle variazioni dei pagamenti.
Ma perché tanti cittadini hanno ricevuto meno soldi rispetto ai mesi scorsi? Le cause principali sono da ricercare nel ricalcolo dell’ISEE 2025 e nelle modifiche alla scala di equivalenza, due fattori determinanti per il calcolo dell’importo finale dell’Assegno di Inclusione.
Perché l’Assegno di Inclusione è più basso a febbraio 2025?
L’importo dell’Assegno di Inclusione è soggetto a variazioni mensili in base a diversi fattori. Tra le cause principali della riduzione registrata a febbraio 2025 troviamo:
- l’aggiornamento dell’ISEE: a partire da questo mese, l’INPS ha utilizzato i nuovi dati dell’ISEE 2025 per il calcolo dell’ADI, con conseguenti modifiche sugli importi spettanti;
- le modifiche alla scala di equivalenza: a gennaio 2025 l’INPS aveva attribuito d’ufficio il coefficiente di 0,40 ai nuclei con carichi di cura, ma a febbraio questa regola è cambiata senza alcun preavviso, riducendo l’importo per molte famiglie.
Oltre a questi fattori, vi possono essere altre cause legate a variazioni nella composizione del nucleo familiare o a eventuali segnalazioni errate da parte dell’INPS. Vediamo nel dettaglio come l’ISEE e la scala di equivalenza hanno influito sulla riduzione degli importi.
L’ISEE 2025 ha ridotto l’importo dell’Assegno di Inclusione?
Uno degli aspetti più rilevanti nel calcolo dell’Assegno di Inclusione è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), che fotografa la condizione economica del nucleo familiare e determina la quota di sussidio spettante.
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A gennaio 2025, l’INPS ha effettuato i pagamenti dell’ADI basandosi ancora sull’ISEE 2024. Tuttavia, a partire da febbraio, è stato utilizzato il nuovo ISEE 2025, il cui aggiornamento era obbligatorio entro il 31 gennaio 2025 per non incorrere nella sospensione della domanda. L’aggiornamento dell’ISEE può avere diversi effetti sull’importo dell’ADI:
- se il reddito familiare risulta più alto rispetto all’anno precedente, l’importo dell’ADI viene ridotto proporzionalmente o, in alcuni casi, comporta il decadimento della domanda se si supera la soglia massima prevista;
- se il reddito familiare risulta pressoché invariato, l’importo dell’ADI può rimanere simile a quello dei mesi precedenti, salvo altre modifiche nei criteri di calcolo;
- se il reddito familiare risulta più basso, l’importo dell’ADI può aumentare, ma solo se non intervengono altri fattori limitanti, come il ricalcolo della scala di equivalenza.
È quindi fondamentale verificare attentamente i dati dell’ISEE 2025 per accertarsi che non vi siano errori che possano aver portato a una riduzione dell’importo spettante.
Modifiche alla scala di equivalenza: il 0,40 per i carichi di cura è sparito?
Un altro elemento che ha contribuito alla riduzione degli importi è stato il ricalcolo della scala di equivalenza, ovvero il parametro che permette di determinare l’importo spettante in base alla composizione del nucleo familiare. A gennaio 2025, l’INPS aveva attribuito d’ufficio un coefficiente aggiuntivo di 0,40 per i nuclei con carichi di cura, includendo:
- famiglie con minori di 3 anni;
- nuclei con almeno 3 figli minori;
- persone con disabilità.
Questa decisione aveva comportato un incremento dell’importo dell’Assegno di Inclusione a gennaio, in particolare per quei nuclei che non avevano dichiarato il carico di cura in fase di domanda o erano ancora in attesa di una conferma ufficiale tramite il modello ADI-Com.
A febbraio 2025, però, questa attribuzione è stata revocata senza alcun preavviso, facendo sparire il coefficiente aggiuntivo di 0,40 dalla scala di equivalenza. Di conseguenza, l’importo dell’ADI è diminuito per numerosi percettori, i quali hanno scoperto il taglio solo dopo aver finalmente avuto accesso al sito INPS.
Cosa fare se l’Assegno di Inclusione è più basso del previsto?
Se l’importo dell’ADI di febbraio 2025 è inferiore a quello ricevuto nei mesi precedenti, è possibile adottare alcune misure per comprendere il motivo del ricalcolo e, se necessario, segnalare eventuali errori all’INPS. Ecco i passi da seguire:
- controllare l’ISEE 2025: accedere alla propria Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per verificare se vi sono variazioni nei redditi dichiarati rispetto all’anno precedente;
- verificare la scala di equivalenza: accertarsi se il proprio nucleo familiare rientra ancora nei criteri per l’attribuzione del parametro aggiuntivo di 0,40 per i carichi di cura;
- consultare il sito INPS: nonostante i problemi tecnici, è utile tentare di accedere alla sezione personale per controllare eventuali segnalazioni o aggiornamenti sulla pratica;
- rivolgersi a un CAF o Patronato: in caso di dubbi o sospetti di errore nel calcolo dell’importo, è consigliabile chiedere supporto a un centro di assistenza per valutare la possibilità di una correzione.
L’assenza di comunicazioni ufficiali da parte dell’INPS e il caos generato dai ritardi nei pagamenti hanno creato forte disagio tra i percettori dell’Assegno di Inclusione, che si sono trovati a fare i conti con un taglio inaspettato senza alcuna spiegazione chiara.
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