Val Venosta d’inverno è una terra da fiaba

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


Esistono luoghi incantati che, nonostante il crescente turismo di massa, riescono ancora a preservare una certa autenticità, un fascino intimo intriso di bellezza e serenità; luoghi che, in qualunque stagione li si visiti, trasmettono benessere.

La Val Venosta ne è un esempio calzante: a pochi passi dalla Svizzera e dall’Austria, questo angolo di Alto Adige d’inverno si trasforma in un regno fatato, con i tetti imbiancati delle casette in pietra, i laghi ghiacciati, il silenzio, la luce del tramonto a illuminare le vette innevate. Nonostante l’ambiente rilassante inviti al riposo e alla cura di sé, non mancano le proposte per rendere una vacanza in Val Venosta appagante, piena, stimolante sotto ogni punto di vista.

Partiamo dallo sci e dallo snowboard, che senza dubbio per molti rappresentano sport praticati nei mesi invernali: qui fino ad aprile è possibile raggiungere le piste dei vari comprensori, tra i più ampi e moderni del nord Italia. Il Comprensorio Sciistico Belpiano – Malga San Valentino si sviluppa per oltre 65 chilometri di piste con ben 10 impianti di risalita, adatto sia agli esperti che ai principianti o alle famiglie, grazie alla presenza di appositi spazi per bambini. La vista dall’alto sulla Val Venosta, in particolare sui laghi di San Valentino e Resia che a inizio e fine stagione appaiono di un blu intenso, non ha eguali al mondo e rappresenta uno spettacolo assolutamente unico.

Prestito personale

Delibera veloce

 

In alternativa, il Comprensorio di Watles sale fino a 2.550 metri e, sebbene sia più piccolo dell’altro, è molto amato perché è il più soleggiato della valle, con un maggior numero di ore a disposizione per poter sciare in condizioni perfette. Quest’area è particolarmente attraente anche in quanto permette attività di vario genere: dalle tradizionali piste da sci e snowboard di differente livello al funpark per i bambini o il Bubo Kinderpark per i piccolissini, dalla pista naturale per slittino lunga quattro chilometri ai sentieri specificamente dedicati al trekking sulla neve.


Credit: Tiffany Lazzarotto

Credit: Tiffany Lazzarotto 

Non è, però, necessario prendere la funivia e salire in quota per godersi le meraviglie della Val Venosta d’inverno. L’ampio lago artificiale di Resia – da cui spunta il famoso campanile di Curon – e il vicino lago naturale di San Valentino alla Muta sono le destinazioni ideali per fare delle lunghe passeggiate in un contesto idilliaco, dove tutto è curato nei dettagli per il benessere tanto dei cittadini, quanto dei turisti. Per esempio, lungo il percorso ad anello che gira tutto attorno al Lago di San Valentino si incontrano comode panchine in legno per riposarsi, alcune delle quali coperte e girevoli per posizionarsi verso il sole o ripararsi dal vento; inoltre, all’incirca a metà dell’anello si trova il ristorante Zeress, con una splendida terrazza a due passi dall’acqua: un luogo speciale in cui riscaldarsi e degustare specialità del territorio rivisitate in chiave creativa.

Non mancano certo le occasioni per divertirsi, per i grandi e i piccoli. Sulla superficie innevata dei laghi sfrecciano infatti i kitesurfer, wing foiler e a San Valentino alla Muta, dove è stata predisposta un’area apposita, i pattinatori su ghiaccio o i giocatori di hockey. Per chi non possiede il proprio equipaggiamento, è possibile noleggiarlo, regalandosi così qualche ora di sport e allegria.

Dopo una giornata di neve, sole e attività fisiche, non può che attendervi un momento di benessere, seguito da una deliziosa cena a base di prodotti locali. Le strutture che mettono a disposizione sia di chi soggiorna sia degli esterni l’area benessere e il ristorante sono molte. Come l’Hotel Garberhof, a Malles: la Spa & Hamam Mii amo presenta piscine riscaldate dentro e fuori, bio saune, bagno turco, zona relax e un’ampia scelta di trattamenti, tra cui il massaggio all’albicocca della Val Venosta o il bagno di fieno altoatesino.

Più tardi si cena al ristorante Pobitzer, dove la brigata del Garberhof prepara tutto in casa, oppure utilizza prodotti di provenienza locale, per dare vita a creazioni che combinano i sapori alpini con quelli mediterranei, da accompagnare a un vino della fornita cantina. Il martedì è prevista la Cena di Gala; la serata si conclude davanti al caminetto scoppiettante nel Lounge Bar 1981, tra drink, giochi da tavolo, libri e una vista sensazionale.    

Credit: Tiffany Lazzarotto
Credit: Tiffany Lazzarotto

Credit: Tiffany Lazzarotto 

Sport, enogastronomia, benessere, paesaggi sublimi e sentieri poco battuti dai turisti. Sembra già un sogno, ma non è tutto, perché la Val Venosta è anche arte, storia, cultura.

Ho già menzionato il paesino sommerso di Curon, peraltro raccontato molto bene nel romanzo “Resto qui” di Marco Balzano (Einaudi Editore). Cuore nevralgico di questa terra di frontiera è però il borgo di Malles, uno dei quattro comuni italiani a confinare con due Stati esteri. Nell’ampiezza del suo territorio si innalza la collina di Tarces, dove suggerisco l’esperienza di una visita guidata per scoprire le belle chiese del posto e soprattutto per immergersi nelle leggende che circondando la cosiddetta Città Perduta.

Si tratta di un antico insediamento dei Reti, popolazione tirsenica stanziata nelle Alpi centro-orientali tra la fine dell’Età del Bronzo e la prima Età del Ferro. Accompagnati da un esperto locale, sarà possibile individuare le tracce ancora ben visibili delle abitazioni, immaginando quello che doveva essere uno dei più ampi centri urbani dell’epoca; la cartellonistica e alcune apposite colonnine raccontano la storia di questa civiltà scomparsa nell’oblio dei secoli, dalla cui altezza oggi si fa volare lo sguardo verso l’intera Val Venosta, abbracciandone la vastità fino ai Paesi confinanti.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Un’altra perla artistico-culturale da visitare è poi Glorenza, la città più piccola dell’Alto Adige: sebbene conti appena 900 abitanti, nei periodi delle festività si riempie di turisti, che qui ammirano le casette aggraziate con decorazioni alle pareti di influenza svizzera, l’antico mulino ora di nuovo agibile, la casa del mugnaio, la piazzetta centrale con le dimore nobiliari e il Palazzo Comunale, la Chiesa Parrocchiale di San Pancrazio, i portici sotto cui viene allestito il fiorente mercato.

Glorenza, tesoro medievale su cui si tramandano numerose storie e leggende curiose, è celebre anche per la cinta muraria ben conservata voluta dall’imperatore Massimiliano I dopo la disastrosa Battaglia della Calva del 1499. Il consiglio è allora quello di salire sui camminamenti di ronda – percorribili in alcuni tratti – per osservare dall’alto la fisionomia medievale della cittadina, raggiungere le originarie torri di accesso al centro storico e in una di esse – la Torre della Chiesa – entrare nel museo dedicato al disegnatore, vignettista e caricaturista Paul Flora.

Prima di lasciare Glorenza vale la pena di fare una tappa al ristorante Flurin, che ha messo a punto un menù originale, innovativo ma incentrato sulla tradizione, nel suggestivo contesto di una torre duecentesca perfettamente conservata.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura