Utilities Ue: prospettive di credito meno positive ma equilibrate

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La normalizzazione dei prezzi dell’energia elettrica comporta un cambio di strategie per le utilities europee, che si trovano ad affrontare un 2025 più complesso, con la fine dei guadagni extra derivanti dai prezzi elevati della materia prima e l’aumento delle esigenze di spesa in conto capitale (capex). I margini più compressi e una maggiore attenzione sui bilanci, già sotto pressione per gli investimenti necessari, diventeranno temi centrali. Nonostante ciò, secondo l’agenzia europea Scope Ratings, le loro prospettive di credito restano equilibrate grazie alla solidità dei bilanci e alle misure adottate per gestire i flussi di cassa. Il crescente fabbisogno di capex, soprattutto per l’espansione delle reti e del settore delle rinnovabili, impone comunque sfide finanziarie.

Le società integrate sono avvantaggiate

Tuttavia, le utilities integrate sono meglio posizionate, grazie ai tassi di interesse più bassi e all’uso del debito ibrido che offrono opportunità per mitigare la pressione (derivante dai crescenti investimenti e dal contesto economico difficile). Anche se la scadenza delle coperture sui prezzi dell’energia ridurrà i guadagni futuri, le società continueranno a beneficiarne tramite investimenti e acquisizioni. Le prospettive rimangono quindi stabili e sotto controllo per la robustezza dei conti e per le strategie prudenti. Le utility, soprattutto i gestori delle reti, hanno adottato misure mirate per affrontare le sfide legate ai flussi di cassa negativi, ottimizzando le risorse e minimizzando l’impatto di eventuali squilibri finanziari.

I massicci investimenti dei big

Le utility integrate e i produttori di energia sono avvantaggiati per affrontare le sfide legate agli alti investimenti richiesti. Sebbene il bisogno di capitali rimanga significativo anche nel 2025, con cifre come gli 11,1 miliardi di euro previsti di Engie, i 23,3 miliardi di Electricité de France, i 10,7 miliardi di Enel e i 10,1 miliardi di Iberdrola, specialmente nelle aree delle energie rinnovabili e delle infrastrutture di rete, queste aziende sono avvantaggiate dalla loro capacità di generare ricavi tramite la vendita di energia elettrica. Questa solida fonte di guadagno consente loro di mantenere il flusso di cassa operativo libero (FOCF) relativamente stabile e vicino al pareggio, contrastando così la pressione finanziaria legata agli ingenti investimenti.

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Domanda e produzione di energia in aumento

Le utility, soprattutto i gestori delle reti regolamentate, devono affrontare la sfida legata alla gestione dei finanziamenti dei loro investimenti. In particolare, secondo Scope Ratings, tali aziende sono chiamate a espandere e aggiornare le infrastrutture delle reti elettriche per rispondere a due necessità. Da un lato, devono far fronte all’aumento della produzione di energia da solare ed eolico (rinnovabili intermittenti), che richiede una gestione più flessibile e sofisticata della rete. Dall’altro, vi è la crescente domanda di elettricità e l’esigenza di migliorare la resilienza delle reti stesse per garantire una fornitura stabile e sicura. Ciò implica notevoli investimenti che, purtroppo, non possono essere sostenuti facilmente senza una gestione attenta delle risorse finanziarie.

Il caso degli operatori olandesi

Anche i gestori di rete di dimensioni più ridotte, come gli olandesi Alliander NV ed Enexis NV, si troveranno ad affrontare un incremento significativo dei costi di investimento. Questo perché sono chiamati a gestire reti in aree con alta congestione e a rispondere alla crescente presenza di impianti di energia rinnovabile che richiedono un’integrazione sempre più complessa. Le necessità di investimento per loro, infatti, sono destinate a crescere notevolmente, con un aumento stimato a 1,8 miliardi per Alliander e 1,6 miliardi per Enexis. Questo rappresenta un incremento del 30-40% rispetto alla media dell’ultimo triennio. Tali aumenti sono il risultato diretto della necessità di modernizzare le infrastrutture per sostenere l’espansione delle energie rinnovabili e garantire l’affidabilità della rete.

Prima gli investimenti, poi i benefici nel medio-lungo termine

Poiché i gestori di rete operano principalmente con rendimenti fissati da regolamenti e aggiustamenti tariffari, non beneficiano di un immediato incremento delle entrate derivante dai prezzi di mercato. Pertanto, l’alto livello di investimenti richiesti, combinato con una minore generazione di flussi di cassa liberi, esercita una pressione significativa sulla capacità delle utility di finanziare autonomamente i propri progetti. Di conseguenza, queste aziende si trovano a dover ricorrere a finanziamenti esterni per coprire le spese. Tuttavia, il sollievo finanziario arriverà solo nel medio-lungo periodo, quando gli investimenti effettuati porteranno finalmente ritorni sui capitali investiti, legati all’espansione della base di attività regolamentate.



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