Tutti in arancione per i Bibas: manifestazione davanti a Palazzo Marino

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di Davide Servi
Martedì 25 febbraio è stato organizzato dalla Comunità ebraica di Milano davanti a Palazzo Marino, a Milano, un sit-in in protesta per tutti gli eventi che hanno circondato la morte dei fratellini Bibas, con tutti i partecipanti coperti di arancione: magliette, ombrelli, striscioni, tutto era del colore dei capelli dei fratellini.

«Questo colore significa molto per me e deve significare molto per tutti – spiega il consigliere comunale Gianmaria Radice – perché ci ricorda che ci dev’essere amicizia sempre con il popolo ebraico», e che bisogna prendere le distanze dal «cinismo folle» che ha accompagnato le cerimonie organizzate da Hamas per il rilascio degli ostaggi, incluse le bare dei piccoli Bibas. Bisogna unirsi contro il «disegno assassino che vuole che Israele non esista e gli ebrei muoiano tutti».

L’evento cercava di portare un po’ di luce (arancione) in una «Milano che sta diventando tetra, un posto in cui un cittadino milanese non può passeggiare tranquillamente», ha detto un partecipante.

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“Rapiti dai loro letti mentre dormivano – ricorda Walker Meghnagi – il presidente della comunità ebraica di Milano – sono stati portati via che avevano rispettivamente QUANTO E QUANTO: rapiti perché ebrei, non per altro. «Erano a letto e dormivano. Non facciamo paragoni assurdi per mettere tutto sullo stesso piano», inveisce Meghnagi.

Stefano Parisi, dell’associazione Setteottobre, ha invitato la folla a tenere a mente che la questione non riguarda soltanto gli ebrei: anche i cattolici devono capire che «se domani al posto di Israele ci fosse un regime islamico, i cattolici non potrebbero più tornare nei loro luoghi sacri» a Gerusalemme.

Al sit-in ha partecipato anche la senatrice Liliana Segre, circondata da un abbraccio silenzioso e riverente di persone attorno a lei.

Il rabbino capo di Milano Rav Alfonso Arbib ha messo in guardia la comunità ma anche il comune di Milano sull’odio che sta crescendo intrecciato nelle manifestazioni di antisemitismo quotidiane a cui assistiamo: non è possibile strangolare dei bambini e mutilarli senza provare un odio profondo, e questo odio profondo lo ritroviamo anche qui in occidente. Infatti, ha aggiunto il consigliere regionale Manfredi Palmieri, «Hamas sa molto bene come combattere la guerra in Occidente, e la sta combattendo, proprio qui, e in parte la sta vincendo, perché questo terrendo sta diventando fertile per il seme del male». Palmieri ha anche ricordato che quando Stefano Parisisette anni fa ha dichiarato in Piazza Cavour che non si poteva inneggiare un attacco agli ebrei, «nessuno della maggioranza l’ha seguito».

Rav Arbib ha poi anche condannato il silenzio delle cosiddette “brave persone”, ovvero non gli antisemiti, ma tutti quelli che non esprimono dolore per quanto sta accadendo, che sia per una sorta di disillusione riguardo al potere delle parole, o che sia per paura di andare controcorrente. «Se non si ha il coraggio, la corrente rischia di travolgerci, e la civiltà di perdere tutto», conclude.

Il consigliere comunale Daniele Nahum ha ricordato anche le vittime palestinesi: «siamo tutti vicini alle vittime civili». Ha però anche criticato il sindaco di Milano che si è rifiutato di illuminare di arancione il Comune, perché non è una questione di «conta dei morti», ma di riconoscere la differenza tra due bambini rapiti, strangolati a sangue freddo e mutilati, rispetto alla sorte infelice di tutti quei bambini morti perché «Hamas è l’unico esercito al mondo che nasconde i propri militari nei tunnel ed espone la popolazione civile alle bombe».

E bisogna anche riconoscere la differenza tra uno Stato, Israele, che ha elezioni democratiche a cui partecipa anche l’opposizione, «e dove il partito arabo è arrivato terzo alle elezioni», e un gruppo estremista come Hamas che «taglia la gola alle minoranze».

Deborah Giovanati, consigliere di Forza Italia, ha spiegato il valore di partecipare a un evento del genere: «sono qui per i miei figli, che sappiano che la loro mamma è qui, con il popolo ebraico, perché non si possa più dire che non possono esistere gli ebrei».

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Ha partecipato anche la Sinistra per Israele, rappresentata da Donatella Campicchio.

Al termine dell’evento Meghnagi ha ricordato che le manifestazioni della comunità ebraica sono pacifiche, e rispettose, e dunque a chiesto a tutti di non andare in giro a «imbrattare i muri» in nome della manifestazione, ma di lasciare la piazza pulita e rispettare l’ordine pubblico.



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