Sanità. Allarme posti letto in Sicilia dalla Corte dei Conti, scontro politico

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Critiche da Pd, M5S e Sud chiama Nord: “Una bocciatura”. Rassicurazioni dall’assessorato alla Salute

Rilievi della Corte dei Conti sulla sanità in Sicilia. Rispetto alla programmazione nazionale, in Sicilia a fronte di 720 posti letto di terapia intensiva “ne sono stati effettivamente realizzati 151 (ossia il 21%), di cui solo 109 collaudati e in uso. Mentre a fronte di 350 posti letto di terapia semi o sub-intensiva programmati, ne sono stati realizzati 116 (ossia il 33%), di cui solo 78 collaudati e in uso”. In merito ai 24 interventi programmati di adeguamento delle aree di pronto soccorso, solo 8 sono stati “effettivamente realizzati (ossia il 33%), di cui 6 collaudati e in uso”. A rilevarlo è la relazione della Sezione di controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana sulla gestione delle risorse del settore sanitario destinate, durante l’emergenza Covid, al rafforzamento dell’area delle terapie dell’emergenza e alla riduzione delle liste d’attese (fonte Ansa Sicilia). Il tutto in attuazione del decreto legge 34/2020

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Il Pd: “Notevoli ritardi nella sanità siciliana”

“La Corte dei conti conferma quello che il Partito democratico dice da tempo e che ha riscontrato sul campo, con ispezioni mirate in gran parte delle strutture sanitarie dell’Isola. C’è un notevole ritardo nell’uso delle risorse per l’edilizia sanitaria sia per la realizzazione di nuovi edifici sia nell’ammodernamento delle strutture esistenti. Mancano mezzi e risorse umane, medici soprattutto. E’ evidente la sottovalutazione del problema sanità da parte del governo Schifani per quanto riguarda la Sicilia dove a pagare fino ad ora è stata soltanto Giovanna Volo, assessora regionale alla Sanità fino a poco più di mese fa”. Lo dichiara il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo.
“E’ chiaro che – prosegue – manca una guida ed un obiettivo chiaro da perseguire finalizzato in particolare ad affievolire o, meglio, eliminare le liste d’attesa per le visite specialistiche e migliorare le prestazioni dei pronto soccorso garantendo allo stesso tempo la sicurezza per i pochi medici che vi lavorano pur se in condizioni di altissimo stress. Ma solo Schifani non si accorge tutto questo impegnatissimo, com’è soltanto a muovere le pedine sulla scacchiera per scegliere dirigenti generali a lui graditi e alla maggioranza di centrodestra”.

M5S: “La sonora bocciatura della sanità siciliana non ci meraviglia”

“La sonora bocciatura della Corte dei conti? Non ci meraviglia affatto, la sanità di casa nostra è stata già ampiamente bocciata dai fatti e dai siciliani che ogni giorno scontano sulla propria pelle le inefficienze del governo Schifani e di quello che lo ha preceduto”. Lo afferma a sua volta il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca. “Schifani – come al solito – proverà a mettere la solita pezza sulla voragine aperta dalla gestione di centrodestra, ma, purtroppo per lui, la disastrosa realtà siciliana difficilmente può essere cancellata. Di questo è certamente responsabile il governo Musumeci con l’allora coordinatore della struttura tecnica e soggetto attuatore dell’emergenza Covid in Sicilia Tuccio D’Urso. Ma il governo Schifani, che non ha voluto separare le proprie responsabilità da quelle del governo Musumeci, è ugualmente colpevole di questa situazione che sconteranno i siciliani, che non solo vedranno queste opere sorgere (se sorgeranno) con grave ritardo, ma anche con un considerevole aumento di spesa che sottrarrà decine di milioni di euro alle altre emergenze. Questa vicenda non può passare sotto silenzio, per questo chiederemo che sul tema si faccia una seduta d’aula ad hoc”.

Critiche pure da Sud chiama Nord. Dichiara il deputato di ScN Giuseppe Lombardo: “Da tempo denunciamo le gravi criticità nella gestione delle risorse sanitarie destinate al rafforzamento della rete ospedaliera in Sicilia per l’emergenza Covid. La recente deliberazione n. 44/2025 della Corte dei Conti, sezione di controllo per la Regione Siciliana, conferma le nostre preoccupazioni e sottolinea la necessità di un intervento immediato. Al mese di novembre 2024, a fronte dei 71 interventi previsti nel Piano ex D.A. 1014/2021, solo 47 sono stati effettivamente avviati e appena 31 risultano completati. Un dato ancora più allarmante se si considera che, nonostante l’incremento della spesa da 237 milioni di euro inizialmente stanziati a ben 315 milioni di euro, i lavori procedono con lentezza e restano numerose opere ancora da realizzare. Per questo motivo, ho formalmente richiesto la convocazione in audizione dell’assessora alla Salute presso la VI Commissione legislativa dell’Ars. È necessario fare chiarezza sulle responsabilità di questa gestione fallimentare ereditata dal precedente governo e, soprattutto, capire quali misure urgenti il governo regionale oggi intende adottare per garantire il completamento della rete ospedaliera programmata per l’emergenza Covid”.

L’assessorato alla Salute: “Già avviati i lavori per l’80% dei posti letto di terapia intensiva

Ed ecco la risposta alla delibera della Corte dei Conti da parte dell’assessorato regionale della Salute, con assessora Daniela Faraoni: “I lavori per l’attivazione dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva risultano eseguiti o in corso di esecuzione in tutte le aziende sanitarie e ospedaliere. Fanno eccezione il “Garibaldi” di Catania, il “Sant’Antonio Abate” di Trapani, il “Borsellino” di Marsala e il “Fogliani” di Milazzo, che rappresentano circa il 20% di quelli programmati. Va precisato che i posti letto da realizzare in Sicilia sono 571 (e non 720), di cui 253 di terapia intensiva e 318 di sub intensiva, così come stabilito dal decreto 614/2020, registrato alla Corte dei Conti e confermato nell’agosto 2024”.

E ancora: “Per quanto attiene all’incremento dei costi legati alla programmazione originaria, il dato risulta documentato in occasione del passaggio di consegne dalla struttura commissariale all’assessorato, nel novembre 2023. La Regione svolgerà gli approfondimenti necessari con le 16 aziende, oggi soggetti attuatori degli interventi, a fronte di tutte le osservazioni contenute nella delibera della Corte dei Conti”.



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