Firenze, 26 febbraio 2025 – Cresce il numero degli anziani che hanno bisogno di assistenza, tanto che negli ultimi anni le richieste di accesso alle rsa in Toscana sono cresciute fino al 30%, ma le risorse economiche restano insufficienti per coprire il fabbisogno, al punto che sempre più famiglie faticano a potersi permettere la retta per l’assistenza ad un loro caro all’interno di una residenza sanitaria assistita. È uno dei tanti problemi discusso ieri mattina nel forum organizzato da La Nazione per mettere a fuoco proprio il mondo delle rsa, dopo le morti e i malori in quattro strutture gestite da Sereni Orizzonti per una possibile intossicazione. Di qui l’esigenza di far luce su un settore tanto delicato quanto cruciale.
Alla tavola rotonda hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, dei sindacati e delle associazioni dei consumatori, oltre ai gestori delle rsa. Erano presenti in particolare Serena Spinelli, assessora regionale alle politiche sociali, e Nicola Paulesu, assessore comunale al welfare. A rappresentare le associazioni c’erano invece Laura Grandi, presidente di Federconsumatori, Emanuele Pellicanò (direttore di Montedomini), Paolo Moneti (presidente regionale Anaste), Franca Conte (presidente Arat), Alberto Grilli (presidente di Confcooperative Toscana) e Gianni Autorino (responsabile dipartimento welfare Legacoop Toscana). Per i sindacati hanno partecipato Chiara Tozzi (Spi Cgil Firenze), Francesco Belli (Fp Cgil Firenze), Andrea Nerini e Raffaella Comodo (Fp Cisl), Lorenza Pagin (Fnp Cisl), Beatrice Stanzani (Uil-Fpl Toscana) e Gabriella Graziani (Uilp Toscana). Sul fronte dei gestori delle strutture Andrea Blandi, presidente di Uneba e delle rsa cattoliche, per Agci il vicepresidente vicario Filippo Panti e Massimo Mattei, Maurizio De Scalzi, portavoce del Comitato Rsa e direttore generale della Fondazione Turati. Al nostro forum anche Cinzia Vitale, garante degli anziani del Comune di Firenze.
Tra i temi al centro del dibattito, emblematica la storia raccontata da Stefano Romagnoli che ha vissuto sulla propria pelle tutte le storture di un sistema che, conti alla mano, grava pesantemente sui familiari delle persone che necessitano di entrare in una rsa. Al tavolo di confronto è emersa la necessità di più posti letto, ma per accrescere il servizio mantenendo buoni standard qualitativi occorrono maggiori investimenti. Proprio su questo fronte, ha rimarcato l’assessora Serena Spinelli, l’impegno della Regione in questi anni non è mai mancato: “Dai 206 milioni di euro stanziati nel 2020 arriveremo a più di 225 nel 2026. Dopo aver aggiunto risorse per rispondere all’aumento dei costi imposto dal Covid dal settembre 2023 abbiamo incrementato la quota sanitaria fino a 59,10 euro. Posso dire che nelle nostre strutture viene offerto un buon servizio, è innegabile però che abbiamo bisogno di più posti letto in Toscana. Dobbiamo pertanto aumentare il numero di quote sanitarie”. Un’esigenza emersa anche nel quadro delineato da Chiara Tozzi, Spi Cgil Firenze: “L’invecchiamento della popolazione è irreversibile. Il sistema regionale toscano, comunque apprezzabile, soffre di mancanza di risorse”. “C’è grande paura nell’affrontare la terza età – ha aggiunto Laura Grandi di Federconsumatori –. Se sei anziano e non benestante, la situazione è molto complicata. Un tempo si andava in pensione prima. Ma adesso si lavora fino a 68-70 anni. Assistere i genitori avanti con l’età diventa molto complicato. E le cifre che servono per molti sono insostenibili”.
Il Comune di Firenze, come ha fatto sapere l’assessore Paulesu, “ogni anno investe 9 milioni e 200mila euro per le quote sociali”. Ma come si distribuiscono queste risorse? I fattori sono molti e l’Isee rappresenta solo uno degli elementi da prendere in esame, insieme alla condizione sociale della famiglia.
Si è poi parlato dei lavoratori del settore, che soffre di mancanza cronica di infermieri e operatori socio sanitari. “C’è un disallineamento tra domanda e offerta”, ha ammesso Pellicanò, direttore di Montedomini. Gli infermieri, il cui stipendio medio è di 1600 euro, nel settore dell’assistenza “guadagnano il 30% in meno rispetto al pubblico”. Ma qualcosa si è mosso: il recente rinnovo dei contratti di lavoro ha portato ad un aumento del 15% delle buste paga del personale.
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