Reggio Calabria Capitale della Cultura, l’audizione emozionante con una piccola gaffe

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Un’emozionante presentazione, abbracciata dal sostegno dei tanti rappresentanti di istituzioni e associazioni che stamattina hanno voluto essere a Roma per l’audizione in ministero di Reggio tra le città candidate al titolo di capitale della cultura 2027. E’ la fase in cui ci si gioca tutto prima che la giuria valuti e decida entro fine marzo a chi andrà il riconoscimento (e un milione di euro di fondi). Com’è andata per Reggio Calabria? Il progetto Cuore del Mediterraneo ha convinto e persino commosso, puntando sui valori della resilienza, l’inclusione e il cambiamento costruito attraverso la cultura. Ma uno scivolone nel dossier reggino potrebbe penalizzare la candidatura: il tema spinoso è stato la concreta applicazione economica del progetto.

L’insidia nel fascicolo Cuore del Mediterraneo sulla sostenibilità economica del progetto

Come è stato fatto notare da alcuni membri della commissione al sindaco Giuseppe Falcomatà, il dossier appare incompleto sul budget per la realizzazione delle attività elencate. Insomma, si lascia l’impressione che tutto possa farsi con il solo milione di euro del ministero, mancando un dettagliato quadro economico-finanziario.

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Chiaramente quei soldi non bastano per quello che si pensa di realizzare e infatti ogni progetto candidato deve poter camminare sulle proprie gambe: per il resto da dove si attingerà? Andrea Rebaglio di Fondazione Cariplo ha osservato che questa mattina si è parlato di “poderosi investimenti”, in particolare i finanziamenti guadagnati per il museo del mare e i circa 8 milioni complessivamente investiti nel piano per la crescita culturale di Reggio già avviato dall’amministrazione con propri interventi strutturali, per un totale di oltre 250 milioni spalmati nel trienno 2025-2027. Cifre che però non appaiono nel fascicolo.

“Quali coperture dei costi dobbiamo considerare? E’ valido quello che c’è scritto nel dossier o quanto avete detto oggi?” ha incalzato Rebaglio, rivolgendosi anche ai principali partner del progetto (MArRC e camera di commercio) che partecipano alla programmazione anche in termini di risorse. Falcomatà non si è scomposto e ha spiegato che nel dossier si è volutamente scelto di puntare sui pilastri di Cuore del Mediterraneo, le adesioni e il coinvolgimento dell’intera comunità reggina e – come ha ribadito nell’appello finale – la “tornanza” (termine germogliato dalla celebre restanza coniata dall’antropologo Vito Teti) di tutti i talenti che rientrando in una Reggio che finalmente offre opportunità e futuro contribuiscano ad innescare il circolo virtuoso dello sviluppo.

“Nel dossier – ha precisato Falcomatà – non si parla di tutti gli investimenti perché è un fascicolo per fortuna cresciuto nel tempo, dall’inizio della candidatura all’arrivo poi in finale con vari atti di Comune e Città Metropolitana. Gli investimenti potrebbero aumentare ancora”. 

Quindi sì, ci sono anche i mezzi economici esposti oggi a Roma, ma nel dossier si è trascurato questo aspetto tecnico invece fondamentale – come attesta il recente controllo della corte dei conti sulla capitale della cultura in carica, Agrigento, sebbene per motivi diversi dalla sostenibilità. 

Qualcun altro ha provato a cavillare su una presunta assenza dal progetto dell’università Mediterranea e di Giuseppe Zimbalatti. In realtà, spiega poi Falcomatà, l’ateneo nel dossier figura tra i partner e il rettore è stato impossibilitato a presenziare all’audizione per impegni inderogabili (pur trovandosi, per casualità, a Roma nelle stesse ore). 

Una giuria cattivella, da esame difficile, che però non ha lesinato elogi e entusiasmo per la candidatura reggina  arrivata in finale. Le parole del sindaco sono impeccabili e la sua capacità affabulatoria colpisce nel segno, ma quella gaffe progettuale getta ombra sull’audizione ed è un peccato, perché poi anche l’esperta Luisa Piacentini insiste nel chiedere rassicurazioni sulla capacità di Reggio di proseguire nel progetto e autosostenerlo dopo la fine dell’anno da capitale della cultura.

“Dieci anni fa – ha risposto il sindaco – non avremmo potuto partecipare a questo progetto, non c’erano le condizioni. Adesso lo facciamo avendo già iniziato un programma che investe sulle radici e la storia, perché sappiamo di non avere potenzialità industriali. Ma tante opere di rigenerazione sono partite e andranno avanti con risultati importanti e visibili. Reggio oggi non è più un punto di passaggio ma una destinazione, come nel passato, nel quale c’è l’ispirazione di questo progetto”. 

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Lo svarione del capitolo costi del dossier è stato corretto bene in corner da Falcomatà, ma inevitabilmente ha un po’ guastato un’audizione molto apprezzata. Tra bergamotto, musica, poesia e guest star tutti i protagonisti hanno dato il massimo per convincere la commissione giudicante. Nel parterre una nutrita rappresentanza arrivata da Reggio con assessori e consiglieri, operatori culturali e qualche personaggio conterraneo doc e amico come l’attore Gigi Miseferi

Il videoclip presentato in audizione: le immagini

Un’audizione emozionante: il bergamotto, l’appello di Vecchioni e i giovani

Un testimonial d’eccezione e a sorpresa, il cantautore Roberto Vecchioni, guida il team dei sostenitori di Reggio Calabria davanti ai giurati. In un videomessaggio il Professore ha evocato Ulisse e le origini delle civiltà mediterranee di cui Reggio ha assorbito tracce antiche poi sedimentate nella sua storia. Insieme a lui hanno manifestato il loro supporto l’atleta e senatrice Giusy Versace, l’imprenditore Santo Versace (che ha ricordato il legame natìo con la città condiviso con i fratelli Donatella e soprattutto Gianni), la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni; ma non soltanto eccellenze reggine, come ha sottolineato con il suo supporto l’ex ministro Andrea Riccardi, che presiede il comitato dei promotori di Cuore del Mediterraneo.

Portabandiera e vera trascinatrice morale della presentazione è la giornalista Annalisa Cuzzocrea, caporedattrice e inviata di Repubblica, che ha condotto l’audizione sottolineando il suo orgoglio di reggina molto legata al territorio. Introducendo l’appello conclusivo del sindaco, successivo alle insidiose domande sui costi, Cuzzocrea ha replicato con i numeri della crescita culturale ed economica di Reggio, dipanando un filo rosso attraverso i 2500 anni di storia, i visitatori del museo archeologico, i passeggeri del rinato aeroporto Tito Minniti e le giornate annue di sole. 

Falcomatà apre il suo intervento con una metafora, paragonando Reggio a una delle sue unicità, il frutto del bergamotto: “Vi invito a sentirne il profumo, a graffiarlo e tastare la sua buccia aspra che cela una ricchezza di sapore. Hanno provato a riprodurlo in laboratorio ma non ci sono mai riusciti. Il bergamotto esiste soltanto nella provincia di Reggio Calabria”. 

Il sindaco ha evidenziato la partecipazione attiva attorno a questa candidatura, con il supporto anche di Messina e ovviamente delle altre province calabresi. Con l’aiuto del bergamotto il claim di Reggio è sensoriale e si avvale di qualche sollecitazione in più: olfatto, vista, gusto e tatto ma pure solidarietà. Arriva la citazione di don Italo Calabrò, “nessuno escluso mai” in una città che vuole essere come propulsore di pace contro tendenze opposte nel mondo e nel Paese. Reggio manifesto di “rivoluzione gentile”, una città che è caduta e si è rialzata con forza e fierezza, che, proprio perché conosce l’emigrazione, è accogliente, ospitale, pacifista.

Il sindaco porta a Roma lo slogan del progetto, il battito di un grande cuore collettivo che si ascolta con il sottofondo delle onde del mare nel video che racconta storia e bellezza della città. Nelle immagini sottolineate dalla musica del gruppo Corde Libere, c’è il viaggio verso casa narrato da Omero, con i retaggi di quella storia antichissima rimasti nelle contemporanee colonne dell’Opera di Edoardo Tresoldi.

Tra passato e presente, si vedono il museo e i Bronzi, la processione della Vara della Madonna della Consolazione, i colori della pasta fatta in casa e pomodori secchi insieme a quelli di terrecotte e ceramiche, i droni nel cielo sopra il lungomare, i concerti da pienone e il sorrido di una piccola maghrebina. Al termine l’applauso della sala scoppia immediato.

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La posizione di Reggio al centro del Mediterraneo è enfatizzata da Andrea Riccardi, in collegamento dall’Honduras: “In questo momento storico difficile, un’epoca nella quale si alzano barriere e nuove guerre dividono i popoli, Reggio Calabria ha tutti i requisiti per portare avanti l’impegno di una capitale della cultura proiezione dell’Italia nel Mediterraneo. C’è bisogno di investire sulla cultura di un mare di conflitti che ha bisogno di acque di pace. Reggio nella sua storia ha ramificazioni con i cromosomi di tanti popoli del Mediterranea. E’ una città aperta a comprendere e cogliere, il suo lungomare non è un muro ma un abbraccio”. 

Della marcia culturale ingranata nel 2024 da Reggio Calabria hanno parlato la dirigente comunale Luisa Nipote e la direttrice dell’Archivio di Stato, Angela Puleio; mentre il direttore del MArRC, Fabrizio Sudano, ha presentato i temi del cospicuo programma del suo museo (un centinaio di iniziative tra mostre, rassegne e cinema) all’interno di Cuore del Mediterraneo; e Antonino Tramontana, presidente della Camera di Commercio, ha sfoderato il progetto Bergaré, rimettendo al centro della scena l’oro verde le cui (graditissime) declinazioni gastronomiche a fine audizione sono state celebrate dal maestro chef Filippo Cogliandro – di cui Falcomatà aveva anche ricordato il coraggio nel denunciare il racket, esempio di legalità e ribellione alla ‘ndrangheta nel quale si identifica il percorso di Reggio Calabria per rinascere dalle sue ceneri di città dolente e oppressa dalla criminalità. 

L’onore di concludere la presentaziine di Cuore del Mediterraneo è andato a due giovani, Biagio Consiglio e Chiara Luppino, liceali reggini campioni nazionali di filosofia e astronomia. Relatori capaci di spontaneità e saggezza, hanno incarnato il futuro di Reggio Calabria capitale della cultura, mentre a salutare la giuria sono state le note dell’inno composto da Girolamo De Raco e Alessandro Tirotta ed eseguito da orchestra e coro del teatro Cilea. 

Adesso non resta che aspettare il responso della commissione e fare il tifo per Reggio: sarà un mese di fibrillazione nel quale il supporto di promotori e cittadini non si fermerà.

  

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