Il 14 marzo prossimo l’udienza preliminare nel processo per i 20 indagati nell’inchiesta antimafia “Portosalvo” che mira a far luce su sei omicidi commessi a Vibo e dintorni dal 2002 al 2012.
VIBO VALENTIA – Rischiano il processo i 20 indagati dell’operazione antimafia “Portosalvo” – che ha come oggetto principalmente una serie di omicidi a Vibo e dintorni – dopo che la Dda di Catanzaro ne ha chiesto il giudizio e il gup distrettuale del capoluogo di regione ha fissato la data dell’udienza preliminare al 14 marzo prossimo. Rispetto alla conclusione indagini, nell’elenco non figurano Francesco D’Ascoli, 53 anni, di Vibo, e Salvatore Vita, 49 anni, di Vibo Marina.
L’inchiesta vede i soggetti indagati accusati a vario titolo di associazione mafiosa, omicidi – ben sei e due tentati -, estorsioni, danneggiamenti, porto d’armi, il tutto con l’aggravante delle modalità mafiose.
I NOMI DEGLI INDAGATI NELL’INCHIESTA PORTOSALVO SUGLI OMICIDI A VIBO
Tra gli indagati coinvolti figurano numerosi nomi di rilievo, molti dei quali nati e cresciuti nel territorio vibonese. Tra questi, Francesco Alessandria, 54 anni, originario di Soriano Calabro, e Francesco Barba, 61 anni, nato a Vibo Valentia. Presenti anche Rosario Battaglia, 39 anni, Angelo David, 40 anni, e Stefano Farfaglia, 40 anni, tutti di Vibo Valentia.
Della stessa città sono anche Nazzareno Felice, 63 anni, e Rosario Fiorillo, 34 anni, mentre Michele Fiorillo, 38 anni, proviene da Vibo Valentia, così come Gregorio Gasparro, 52 anni, di San Gregorio D’Ippona. Un altro nome di spicco è quello di Pantaleone Mancuso, 62 anni, alias “Scarpuni” nato a Limbadi, seguito da Giuseppe Patania, 43 anni, Salvatore Patania, 45 anni, Saverio Patania, 47 anni, e Nazzareno Patania, 50 anni, tutti di Stefanaconi. Infine, tra gli indagati figurano Antonino Francesco Staropoli, 47 anni, e Salvatore Tripodi, 52 anni, entrambi vibonesi.
Tra loro vi sono anche quattro collaboratori di giustizia: Giuseppe Comito, 48 anni, di Vibo Valentia; Nicola Figliuzzi, 34 anni, di Soriano Calabro; Renato Marziano, 56 anni, di Vibo Valentia; e Raffaele Moscato, 38 anni, originario di Torino.
DALL’ASSOCIAZIONE AGLI OMICIDI A VIBO E DINTORNI: L’INDAGINE ALLA BASE DEL PROCESSO PORTOSALVO
La contestazione associativa mafiosa è avanzata nei confronti di Salvatore Tripodi e dei collaboratori di giustizia Comito e Marziano. Passando agli omicidi commessi dal 2002 al 2012 a Vibo e dintorni, Stefano Farfaglia, Angelo David, Rosario Battaglia e Rosario Fiorillo sono indagati in quanto ritenuti mandanti ed esecutori materiali di quello di Massimo Stanganello (di cui gli inquirenti non hanno mai ritrovato il corpo) commesso intorno al 3 agosto 2008 in un luogo imprecisato di Piscopio, frazione di Vibo.
Altro omicidio contestato è quello di Michele Palumbo, avvenuto la sera dell’11 marzo 2010, a Longobardi. L’uomo era considerato il referente sulla zona di Vibo e delle Marinate per conto del boss Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”. Per questo reato devono rispondere Rosario Battaglia, Rosario Fiorillo, Michele Fiorillo, Salvatore Tripodi, ma non più Vita e D’Ascoli.
Dell’uccisione di Mario Longo, dell’1 aprile 2012 in zona Triparni, sono chiamati a rispondere, invece, Rosario Battaglia, Raffaele Moscato e Antonino Francesco Staropoli. La vittima era ritenuta un confidente dei Patania e delle forze dell’ordine e per questo era stata fatta fuori.
GLI OMICIDI DI FORTUNA, PUGLIESE-CARCHEDI E FRANZONI
A rispondere, invece, dell’agguato mortale a Davide Fortuna, commesso sulla spiaggia di Vibo Marina il 6 luglio del 2012, sono Francesco Alessandria, i collaboratori di giustizia Comito e Figliuzzi, Mancuso alias “Scarpuni”, e Giuseppe, Salvatore, Saverio e Nazzareno Patania.
Un ulteriore omicidio contestato dalla Dda è quello di Giuseppe Pugliese Carchedi per il quale è chiamato a rispondere Michele Fiorillo con Rosario Fiorillo (minorenne all’epoca), avvenuto alle prime luci dell’alba del 17 agosto 2006 lungo la provinciale 522, tra Pizzo e Vibo Marina, in località “Timpa Janca”.
Infine Francesco Barba è accusato dell’uccisione, in concorso con altri esponenti della cosca omonima e di quella dei Giampà, di Mario Franzoni, avvenuto il 21 agosto del 2002 nei pressi di un incrocio stradale nella frazione Porto Salvo.
IL COLLEGIO DIFENSIVO
A difendere gli indagati è un nutrito gruppo di avvocati provenienti da diversi fori italiani. Tra questi, Nicola Cantafora (Catanzaro), Patrizio Cuppari (Bologna), Diego Brancia (Vibo Valentia) e Alessandro Diddi (Roma). Presenti anche Salvatore Staiano (Catanzaro), Walter Franzè (Vibo Valentia) e Valeria Maffei (Roma).
Tra i legali compaiono, inoltre, Francesco Muzzopappa (Vibo Valentia), Antonio Rocco (Lamezia Terme), Giovambattista Puteri (Lamezia Terme), Antonia Nicolini (Vibo Valentia) e Sergio Tessitore (Napoli). Si aggiungono Sergio Rotundo e Alice Zelinda Massara, entrambi del foro di Catanzaro, così come Gabriella Riga e Maria Teresa Larobina, entrambe vibonesi.
A occuparsi della difesa figurano inoltre Paride Scinica (Palmi), Francesco Calabrese (Reggio Calabria), Caterina De Luca (Vibo Valentia) e Annalisa Pisano (Catanzaro). Presenti anche Gregorio Viscomi (Catanzaro), Edoardo Franzini (Milano) e Antonio Larussa (Lamezia Terme). Completano il gruppo Salvatore Presenti (Vibo Valentia), Rosa Giorno (Vibo Valentia), Giuseppe Bagnato e Valerio Vianello Accoretti.
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