Intervista a Cristiano Collari, responsabile della casa d’aste Pandolfini a Milano

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Soffia vento di novità in casa Pandolfini, che accoglie l’esperto e collezionista di libri antichi Cristiano Collari nel doppio ruolo di Responsabile della sede di Milano e capo del Dipartimento Libri, manoscritti e autografi. A lui abbiamo chiesto quali novità aspettarci per le attività e la crescita della casa d’aste di Firenze, sempre più presente anche nel capoluogo meneghino, e quali gli scenari presenti e futuri per il mercato del libro antico come collezionabile e passion asset

Cristiano Collari. Courtesy Pandolfini

L’intervista a Cristiano Collari 

Partiamo dalla prima carica, la sede milanese di Pandolfini in via Manzoni è un polo sempre più strategico per la casa fiorentina. Quale è la sua visione per consolidare questa presenza, anche considerando le nuove configurazioni, tra opportunità e rischi, del contesto milanese? 
Milano è senza dubbio un polo strategico per il mercato delle case d’aste, grazie alla sua centralità economica, culturale e artistica, nonché al crescente interesse internazionale. Per consolidare la nostra presenza in questo contesto, ci orientiamo verso il riconoscimento di Pandolfini non solo per la sua efficienza, ma anche per la qualità delle opere trattate. Ulteriormente pensiamo di organizzare eventi speciali, aste tematiche, mostre e conferenze che possano attrarre sia esperti che nuovi collezionisti. I programmi di educazione al collezionismo e la valorizzazione della cultura antiquaria possono contribuire a costruire una comunità di collezionisti fedeli e consapevoli. 

Certamente invece, tra i suoi obiettivi c’è poi anche il rafforzamento del Dipartimento Libri, manoscritti e autografi. Può anticiparci momenti o lotti più attesi?
Il primo appuntamento sarà a maggio con un’asta che si preannuncia già ricca di rarità bibliografiche, importanti opere scientifiche e letterarie, atlanti e libri di viaggio. Tra le proposte sarà presente Venationes ferarum, avium, piscium di Stradano, stampato alla fine del Cinquecento, che è senza dubbio uno dei libri più affascinanti, con le sue scene di caccia e pesca, acquerellate da mano coeva, tratte da una serie di arazzi della Villa medicea di Poggio a Caiano. La miscellanea di opere matematiche di Niccolò Tartaglia, molte in prima edizione, rappresenta un altro pezzo fondamentale per chi è interessato alla storia della scienza e alla matematica del Rinascimento. Infine, il celebre Campi Phlegraei di William Hamilton, un’opera affascinante che ha ricevuto recentemente una nuova consacrazione con la mostra alle Gallerie d’Italia di Napoli. 

Il collezionista di libri e rarità, tra passione e investimento 

Di libri e rarità lei è anche un appassionato collezionista, ci racconta come è nata questa passione e cosa la tiene oggi ancora viva? A cosa non resiste di un manoscritto o di un libro antico?
Quando ho iniziato a lavorare in questo mondo, pensavo di intraprendere un’avventura completamente nuova. In realtà ho seguito le tracce di chi mi ha preceduto. Mio nonno era un appassionato collezionista di libri, e mio zio materno aveva una delle ultime cartiere ancora attive nei dintorni di Roma. La carta è quindi sempre stata parte della mia vita. Non so se si tratti di una passione ereditata o se l’ho alimentata io stesso nel tempo. Quello che so è che mi affascinano l’utopia, l’illustrazione, l’effimero. Ho un debole per Alfieri e mi piacciono i libri di viaggio tra il XIX e il XX Secolo.

Quali sono i fattori e le variabili del mercato antiquario che influenzano il valore di un libro?
Per la bibliofilia valgono le due regole fondamentali di tutte le altre forme di collezionismo, ovvero la rarità e lo stato di conservazione. Poi ci sono altri discrimini, come l’edizione originale di un libro che ha un valore maggiore rispetto alle ristampe successive, o la sua storia, la sua provenienza. Libri appartenuti a collezionisti noti possono aumentare significativamente il prezzo, come anche se recano autografi dall’autore o postille di personaggi influenti. 

“Il potere dell’arte e della bellezza”: come sarà il futuro del mercato di libri antichi 

Come immagina di condurre la sua direzione, anche in relazione al contributo di studiosi ed esperti, oltre che di collezionisti?
Collezionare oggetti preziosi e rari, oggi, in un mondo dominato dalla tecnologia, rappresenta una forma di resistenza al ritmo frenetico e virtuale del nostro tempo. In un’epoca in cui tutto sembra immediato e digitale, il collezionismo offre un’esperienza tangibile, fatta di storia e significato. Mi piacerebbe, con l’aiuto di esperti e studiosi, coinvolgere le nuove generazioni in questa pratica, cercando di stimolare le loro inclinazioni naturali e i valori che li orientano, per aiutarli a riscoprire il potere dell’arte e della bellezza. 

Dalla sua oltre che ventennale esperienza nel settore, tra passione personale e professionale, come ha visto cambiare questo mercato e come le sembra prospettarsi il futuro della bibliofilia? Chi sono i collezionisti oggi di oggetti rari e antichi, ma silenziosi, rispetto a collezionabili magari più glamour, che tanta esposizione hanno attualmente?
Il mercato è senz’altro cambiato molto negli ultimi decenni, ma credo che i bibliofili siano sempre stati, e continueranno a essere, collezionisti più riservati. In fondo, il possesso di un libro o di un manoscritto è un piacere intimo, privato. Per scoprirne il valore o la bellezza, bisogna toglierlo dalla libreria, sfogliarlo, se non addirittura leggerlo. È un’esperienza completamente diversa dalla smaccata esposizione di un quadro o di un gioiello. I collezionisti moderni vedono i libri non come oggetti di mero valore economico, ma anche come simboli culturali da preservare. La bibliofilia si sta evolvendo, con la tecnologia che potrebbe integrare nuovi modi di fruire i libri, ma l’amore per l’oggetto fisico rimarrà un aspetto centrale di questa passione.

Cristina Masturzo

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