multe da 400 euro e nuove restrizioni nelle città italiane

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Le città italiane stanno introducendo normative sempre più restrittive per contrastare il fenomeno delle key box, le cassette di sicurezza usate per il self check-in negli affitti brevi. Le amministrazioni locali, in particolare a Roma e Firenze, stanno adottando misure per rimuovere questi dispositivi, considerati elementi di degrado urbano e strumenti che facilitano l’uso indiscriminato degli alloggi turistici.

Sebbene la legge nazionale non vieti espressamente le key box o i tastierini numerici, ne regolamenta l’uso, stabilendo che non possono essere impiegati per consentire l’accesso a turisti non identificati. Tuttavia, oltre alle questioni di sicurezza, molte amministrazioni stanno intervenendo anche sul decoro urbano, a seguito del proliferare di questi dispositivi, spesso installati senza alcun criterio su facciate di palazzi storici, cancelli di parchi pubblici e persino in aree sottoposte a tutela.

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Per approfondire sulla normativa attuale, leggi anche:

Roma: stretta sulle key box e sanzioni fino a 400 euro

A Roma, il Comune ha avviato un’operazione mirata per rimuovere circa 200 key box al giorno. Le nuove norme prevedono sanzioni fino a 400 euro a carico del condominio per ogni dispositivo non rimosso. L’operazione si concentra in particolare nelle zone a maggiore flusso turistico, come il centro storico, soggetto a vincoli di tutela del decoro urbano e del patrimonio architettonico.

La regolamentazione prevede che il divieto riguardi esclusivamente le key box posizionate su suolo pubblico o su beni di proprietà comunale. Quindi, le cassette installate in aree private o in un cortile interno non sono soggette a sanzioni. Tuttavia, il Comune sta monitorando la situazione per evitare abusi e garantire il rispetto delle normative. 

Firenze: un solo tastierino per condominio e divieto di self check-in

A Firenze, il Consiglio comunale ha introdotto norme ancora più rigide rispetto a Roma, con l’obiettivo di regolamentare l’uso delle key box e contrastare gli affitti brevi incontrollati. Il regolamento vieta l’installazione delle key box su spazi pubblici o su superfici accessibili dalla strada, anche se di proprietà privata. Inoltre, ha stabilito che in ogni condominio sia permessa l’installazione di un solo tastierino a codice numerico, purché autorizzato dall’assemblea condominiale e destinato ad accessi privati, non legati ad attività ricettive. 

La delibera comunale, approvata il 10 febbraio, stabilisce che è sempre vietato l’uso di key box, tastiere a codice numerico o altri dispositivi analoghi che consentano l’accesso agli alloggi senza la presenza del gestore o di un incaricato. Per garantire il rispetto delle nuove disposizioni, i proprietari hanno avuto un termine di dieci giorni per rimuovere le key box non conformi, trascorsi i quali scatteranno le sanzioni amministrative pari a 400 euro. 

Chi non rispetta il divieto rischia non solo multe, ma anche conseguenze più gravi: se un host dovesse continuare a effettuare il check-in da remoto, anziché di persona, come richiesto dalla recente circolare  del Ministero dell’Interno (in base all’articolo 109 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza), le autorità potrebbero procedere non solo con una contravvenzione, ma anche con una denuncia e ulteriori accertamenti. I controlli, inoltre, potrebbero essere estesi anche in altri ambiti, come ad esempio la regolarità del pagamento della tassa di soggiorno, il possesso del Codice Identificativo Nazionale (CIN) e l’eventuale presenza di abusi edilizi nell’appartamento affittato ai turisti.

Venezia: prime valutazioni della Soprintendenza

Anche Venezia sta valutando l’introduzione di normative specifiche sulle key box. Al momento, non esiste ancora una regolamentazione ufficiale (che dovrebbe comunque essere emanata a breve), ma la Soprintendenza ha già segnalato che molte di queste cassette di sicurezza sono installate senza autorizzazione paesaggistica, sollevando dubbi sulla loro compatibilità con il decoro urbano e la tutela del patrimonio storico.

A dicembre, una circolare della Polizia ha ribadito il divieto del check-in da remoto, stabilendo che l’identificazione dell’ospite deve avvenire sempre di persona. Tuttavia, il regolamento comunale non è stato ancora approvato. Secondo notizie riportate a livello locale, la giunta starebbe valutando di proporre al Consiglio comunale una regolamentazione che vieterebbe il self check-in solo per gli affitti superiori ai 120 giorni all’anno

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Conclusioni

Le misure adottate dalle amministrazioni locali sono volte a contrastare l’aumento indiscriminato degli affitti brevi, che in molte città italiane stanno riducendo la disponibilità di alloggi per i residenti, contribuendo all’aumento dei prezzi degli affitti, alla trasformazione del tessuto urbano e ad altre problematiche legate alla turistificazione eccessiva. Inoltre, l’installazione di key box sulle facciate degli edifici storici è ritenuta un elemento di degrado estetico e può comportare problemi di sicurezza.

Sulla base di queste considerazioni, altre città e località turistiche potrebbero in futuro adottare regolamenti più restrittivi, sulla scia delle amministrazioni che hanno già emanato provvedimenti in merito.

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