Mali: l’ex primo ministro Maïga torna a bacchettare il governo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Dopo tre mesi di silenzio, Choguel Maïga critica la giunta militare con una conferenza stampa. Gli occhi puntati sulle elezioni presidenziali (per ora non in vista) e sul rischio di finire nelle patrie galere

24 Febbraio 2025

Articolo di Redazione

Microcredito

per le aziende

 

Tempo di lettura 3 minuti

L’ex primo ministro maliano Choguel Maïga in una foto del 2022 – Credit: Presidenza della Repubblica del Benin / via Flickr

Choguel Kokalla Maïga, ex primo ministro maliano, ha confermato che la separazione tra il suo gruppo politico e le autorità militari al potere è ormai irreversibile. Nella sua prima conferenza stampa, a tre mesi dalla destituzione, ha dettagliato la rottura tra il regime attuale e la coalizione di cui fa parte. 

Figura chiave del Movimento del 5 Giugno/Raggruppamento delle forze patriottiche (M5-RFP), Maïga aveva partecipato attivamente alle proteste contro l’ex presidente Ibrahim Boubacar Keïta, deposto da un colpo di Stato nell’agosto 2020.

Successivamente, dopo un secondo golpe nel 2021, era stato nominato primo ministro dalla giunta militare, per poi essere rimosso lo scorso 20 novembre, a seguito delle sue critiche nei confronti del governo guidato dal generale Assimi Goïta. Al suo posto, è stato designato il generale Abdoulaye Maïga.

La lingua sciolta di Maïga

Durante le due ore di conferenza stampa, Maïga ha dichiarato che con la sua destituzione la giunta ha infranto il «patto d’onore» siglato il 24 maggio 2021 tra il M5-RFP e le autorità militari, sancendo così la rottura definitiva. 

La sua lista di critiche ha incluso vecchie e nuove denunce. Partendo dalle prime: l’ex primo ministro è tornato a denunciare l’esclusione del suo gruppo dalle decisioni politiche su temi fondamentali. Quello dell’esclusione è un tasto particolarmente sensibile e che richiama le circostanze del suo allontanamento dal governo, avvenuto nel novembre del 2024. Già allora Maïga protestò in pubblico per aver appreso solo dalla stampa della decisione di rinviare le elezioni presidenziali.  

Prestito personale

Delibera veloce

 

Tra le sue nuove critiche spiccano invece le denunce di «arresti e detenzioni extragiudiziali» ai danni di membri del M5-RFP. Ma non solo. Ha accusato l’élite al potere di tenere comportamenti «impensabili per i cittadini maliani ordinari» e del tutto incoerenti con la promessa di cambiamento fatta dai militari. 

Non poteva mancare l’affondo sulle elezioni. Le ha invocate al più presto, richiedendo che il governo crei le condizioni per farle svolgere nel modo adeguato. 

Nonostante l’impegno iniziale, preso sotto pressione internazionale, di restituire il potere ai civili entro marzo 2024, la giunta non ha ancora fissato una nuova scadenza elettorale. 

L’ombra del tribunale

Tono e contenuto delle sue critiche rimangono inusuali in Mali, in cui, di questi tempi, si finisce in galera per molto meno. Lo sanno i tanti politici, attivisti, giornalisti e influencers dati in pasto ai tribunali dalla presa di potere del colonnello (poi autoproclamatosi generale) Assimi Goita nel 2021. 

E non è detto che Maïga non faccia quella fine; i guai giudiziari sono già iniziati. Nel gennaio 2025, il rapporto del Verificatore Generale (l’organo deputato a contrastare la corruzione nel settore pubblico) del Mali lo ha accusato di cattiva gestione finanziaria e spese non autorizzate durante il mandato svolto tra il 2020 e il 2023. Il rapporto evidenzia irregolarità amministrative e finanziarie, tra cui l’approvazione di un prestito improprio di oltre 20 miliardi di franchi CFA (circa 30 milioni di euro).

Scommessa rischiosa

In quanto ex-alleato della giunta, Maïga è più difficile da reprimere brutalmente; un’azione del genere potrebbe alienare parte della base di sostegno del governo. Ciò spiegherebbe perché possa spingersi così lontano nelle critiche. 

Ma perché esporsi? La risposta sembra si trovi nelle sue ambizioni presidenziali. Per vari analisti, tra cui Oumar Berte, avvocato e politologo maliano interpellato dall’emittente France 24, l’obiettivo è rifarsi un’immagine in vista delle prossime elezioni. 

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

I rischi di una strategia del genere sono molteplici. A partire dal fatto che non è noto quando si tornerà alle urne.

Copyright echo date(“Y”); ?> © Nigrizia – Per la riproduzione integrale o parziale di questo articolo contattare previamente la redazione: redazione@nigrizia.it

Condividi questo articolo





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Contabilità

Buste paga

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link