Lollobrigida: l’acqua che porta alla morte e tutte le «gaffe» del ministro

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La sai l’ultima gaffe di Lollobrigida?

Il ministro dell’Agricoltura per controbattere alla proposta della Commissione Europea di apporre sulle etichette del vino la scritta «nuoce gravemente alla salute», come per le sigarette, ha inscenato una gag agli Stati Generali del vino, in Campidoglio, in cui ha spiegato: «L’abuso può avere conseguenze molto negative, addirittura pericolose. Il meno che possa capitare è una sudorazione eccessiva, che può portare in casi estremi alla rimozione delle ghiandole sudoripare. Contraccolpi possono riguardare, il cervello, il cuore, il sangue troppo diluito, l’insonnia, danneggiare i reni». Poi il colpo di scena: «E uno dice “ammazza, il vino quante cose fa, e invece no, questa è l’acqua. L’abuso di acqua può portare alla morte, e allora immaginate la necessità, guardandola da una prospettiva salutistica, di inserire una etichettatura allarmistica sulle bottiglie d’acqua».

Lollobrigida si è poi difeso dalle critiche: «È evidente che nessuno possa considerare l’acqua dannosa di per sé, e nel mio intervento sono stato chiarissimo. Anzi, è la cosa migliore da ingerire, ma come per qualsiasi alimento o bevanda, anche un consumo eccessivo può avere conseguenze negative. Lo dice la scienza, non il ministro». Il volo pindarico, insomma, serve per sostenere un ragionamento di buon senso, apparentemente, ossia che «non esistono prodotti che non fanno danni se non se ne abusa». Peccato che, se si cita la scienza, mentre i casi di «abuso di acqua» sono rarissimi, come le sigarette anche l’alcol è considerato cancerogeno, a partire dalla conferma del 1988 dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc). E sicuramente l’Italia ha un interesse economico nel non «demonizzare» l’alcol, contenuto nel vino, di cui è uno dei più grandi produttori.

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Le altre «gaffe»: dalla guerra…

«Quante guerre non ci sarebbero state di fronte a cene ben organizzate?», come fa notare Massimo Gramellini sul Corriere della Sera, l’ultima boutade è anche in rima stavolta. Ma ricostruiamo. Era venerdì 17 maggio 2024 – per alcuni è un’attenuante – e agli Internazionali di tennis che si stanno svolgendo a Roma, presso il padiglione Divina Nazione che celebra i prodotti agricoli italiani, il Ministero dell’Agricoltura organizzava un evento. C’era anche lui, il ministro Lollobrigida, che, intervistato dall’agenzia Viva, dichiarava: «Quanto è importante stare a tavola, discutere, ragionare, bere un bicchiere di vino, dialogare… Quante guerre non ci sarebbero state di fronte a cene ben organizzate?». Quindi la «gaffe» data dalla «sproporzione» dei temi: i conflitti in Ucraina, a Gaza… Tutto risolto davanti a una bella tavolata imbandita, tra pecorino romano e un bel piatto di spaghetti? Sul serio?

…al «suprematismo etnico»

Da quando è ministro dell’Agricoltura ossia dall’ottobre del 2022, Francesco Lollobrigida ha fatto tutta una serie di affermazioni che sono state registrate dai giornali come «gaffes». Solo alcuni, tra cui La Stampa dell’allora direttore Massimo Giannini, hanno messo in dubbio che le sue frasi non siano scivoloni più o meno involontari: era l’aprile 2023, e si parlava della famosa frase sulla «sostituzione etnica». L’aveva pronunciata Lollobrigida al congresso del sindacato Cisal, e tutta l’opposizione era insorta dicendo che il ragionamento che stava facendo il ministro, che partiva da un discorso sui flussi di immigrati da arruolare per il lavoro, sapeva di «suprematismo bianco». Lollobrigida – nello stesso giorno, ahimé, in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si trovava in visita ad Auschwitz – aveva detto: «Le nascite non si incentivano convincendo le persone a passare più tempo a casa, perché si intensificano i rapporti, come ha sostenuto qualcuno, non è quello il modo. Il modo è costruire un welfare che permetta di lavorare e di avere una famiglia, sostenere le giovani coppie a trovare l’occupazione. Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica: gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro. Non è quella la strada». Qui «l’idea della sostituzione etnica» è una teoria molto diffusa in ambienti di estrema destra che sostiene che esista una cospirazione globale per sostituire i bianchi. Ma Lollobrigida respinge le critiche, e in un modo ancora più gaffeur direbbero i francesi: «Sono ignorante, non razzista», dicendo di non conoscere le teorie suprematiste. Non ci ha convinto, e qui avevamo già spiegato i quattro punti critici di questa vicenda.

I femminicidi

Nel giugno 2023, in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei Ministri, Lollobrigida, come per le cene conviviali e le guerre, accosta due temi che nulla hanno a che fare: fiori e violenza sulle donne. Lì la gaffe era da «sproporzione», qui diremmo da «incompatibilità». Lollobrigida dice: «Una donna non si dovrebbe toccare nemmeno con un fiore dice un proverbio, e invece tratterò un argomento che è quello della produzione dei fiori e delle piante nella nostra nazione». Come se uno dicesse: «Dice un proverbio: al contadino non far sapere quant’è buono il formaggio con le pere, e invece vi parlerò delle proteste per le quote latte». Qui per alcuni siamo al dadaismo, per altri si trattava di un lapsus, sicuramente un incipit nonsense del discorso.

Il vino

È il 28 settembre 2023 e il ministro dell’Agricoltura interviene in collegamento al Festival del Trentodoc in difesa del comparto vitivinicolo. Lollobrigida tuona contro chi «tenta di criminalizzare il consumo» di vino e indica invece una nuova strada per promuoverlo: «abbinando il consumo di vino al benessere fisico con gli eventi sportivi». Qui la spinta alla difesa dei prodotti italiani si spinge oltre il buonsenso e genera ipotesi di marketing estremo: dire che il vino fa bene e magari si può anche accompagnare alla pratica sportiva. Alcuni paragonano la «gaffe» a un’altra sparata con effetti cringe indiscutibili, quella contro la carne coltivata e a difesa degli allevamenti italiani. Sui social si ricorda come «l’aneddoto della vitellina Mary». Lollobrigida aveva detto: «Qui in Italia, dove la filiera è virtuosa, viene trattata con affetto: certo poi viene macellata, ma produce carne di qualità. Io non credo che quel ragazzo che lì accanto la tiene con tanto affetto la maltratti». Qui il ragionamento, che vuole ribaltare la connotazione negativa di un prodotto o di una pratica, porta a una «gaffe» da «sostituzione».

I poveri

Celebre l’intervento al Meeting di Rimini del 23 agosto 2023, quando Lollobrigida afferma: «Gli Stati Uniti sono un grande popolo, ci hanno liberato, difeso, su una cosa non ci possono insegnare niente: a mangiare, lo sanno anche loro. Hanno una criticità che devono rimuovere, hanno un differente modello di educazione alimentare. Da noi è interclassista. Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi, cercando dal produttore l’acquisto a basso costo spesso comprano qualità. Da loro le classi meno agiate vengono rimpinzate con elementi condizionanti che vanno nell’interesse del venditore più che del consumatore finale. Lo vediamo con la media del sovrappeso». Qui la «gaffe» è da «esagerazione», come un’iperbole: per esaltare sempre le buone pratiche italiane versus il mondo, Lollobrigida dice che i poveri mangiano meglio dei ricchi in Italia, e scatena l’indignazione sui social e l’assalto di M5S e Pd sul reddito minimo.

La siccità

È il question time del 10 maggio, e al Senato prende la parola il ministro Lollobrigida, che risponde all’interrogazione del senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio sugli effetti della crisi climatica nella produzione vitivinicola del Piemonte. Lollobrigida dice: «Per fortuna quest’anno la siccità colpisce molto di più le regioni del Sud e in particolare la Sicilia, e per fortuna molto meno le zone dalle quali lei proviene…», cioè il Piemonte. Il ragionamento fila, da un punto di vista logico, ma è chiaramente indicibile. L’Ansa scrive: «Una gaffe del ministro per l’Agricoltura Francesco Lollobrigida mette a dura prova i resocontisti del Senato»: perché in effetti, nel resoconto stenografico, quel «per fortuna» diventa però «purtroppo». La prassi, spiega l’Ansa, è che «spesso, quando si è in presenza di “gaffe evidenti” o di errori grammaticali più o meno gravi è prassi che il resocontista corra ai ripari». Tuttavia, essendoci il video integrale della seduta, a fine giornata il resoconto cambia di nuovo: torna «per fortuna». «Di fronte però alla difformità tra quanto si può ascoltare nel video e tra quanto si può leggere sul cartaceo, si è deciso, secondo quanto si apprende in ambienti parlamentari, di ripristinare il virgolettato così com’era stato pronunciato», spiega l’Ansa. Lollobrigida risponde sul suo profilo Facebook attaccando i giornalisti che hanno riportato il fatto, e spiega che voleva dire: «per fortuna in Piemonte non è accaduto quello che sta accadendo in Sicilia cioè che c’è la siccità quest’anno». Si era espresso male, in sostanza. Anche stavolta, per altri è un lapsus. Qui concediamo il beneficio del dubbio.

Il treno

Il 22 novembre 2023 il ministro Lollobrigida è su un frecciarossa che lo deve portare a Napoli e poi a Caivano, all’inaugurazione di un parco. Il treno su cui viaggia e che arriva da Torino ha già accumulato molto ritardo, circa due ore, Trenitalia fa una fermata non prevista a Ciampino e Lollobrigida scende con i suoi collaboratori e con un’auto blu prosegue il suo viaggio. L’azienda si difende dalle numerose critiche diramando una nota in cui si afferma che si tratta di una pratica straordinaria offerta a tutti i viaggiatori del treno e già avvenuta in passato, decisa per emergenze e criticità diverse. Il ministro, rispondendo a un’interpellazione dell’opposizione, alla Camera, dice però di essere stato lui a chiedere la fermata extra «senza alcuna pretesa di ricevere un trattamento di favore, ma nel pieno rispetto del regolamento delle Ferrovie dello Stato». Dove sta la «gaffe»? Nella dichiarazione: «Non ho commesso nessun abuso, ho chiesto, come qualsiasi cittadino… ». Anche qui, la giustificazione diventa un boomerang. «Ho chiesto, come qualsiasi cittadino»: anche qui, gaffe da «sproporzione».

L’Olanda

In un’intervista a Politico, all’inizio di maggio, Lollobrigida ha dichiarato: «Se si riducesse la produzione interna, il cibo europeo verrebbe importato attraverso Rotterdam: è quello che è successo dal 1600 al 1750 in Europa, quando i Paesi Bassi divennero un impero con la Compagnia delle Indie orientali. Alcune cose non sono coincidenze». A quale teoria del complotto ci si riferisce qui? Lollobrigida aveva partecipato, il 7 maggio scorso, a un panel di Coldiretti a Parma durante Cibus. Qui il ministro aveva attaccato il premier olandese Frans Timmermans, affermando che i Paesi Bassi sostengono regole green molto rigide per limitare la produzione agricola degli altri Stati e renderli dipendenti dalle importanzioni e quindi dal porto di Rotterdam. «Non penso che Timmermans sia pazzo», ha detto Lollobrigida. «Penso che abbia calcolato freddamente nell’interesse dell’Olanda e non dell’Italia». Qui nessun fraintendimento: Lollobrigida ne è convinto. Non è una «gaffe» – anche se potrebbe essere un incidente diplomatico – ma, come per la «sostituzione etnica», una teoria che lui sostiene.

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Quindi: sono davvero «gaffes»?

Secondo il vocabolario Treccani una gaffe è un «atto, comportamento, espressione e sim., commessi o detti per goffaggine, inesperienza o anche semplice distrazione, che creano comunque imbarazzo negli altri». Nel caso del ministro la distrazione, vedi il caso della siccità, può giocare brutti scherzi. La goffaggine possiamo ritenerla possibile, come nel tentativo di collegare i fiori di cui deve parlare alla violenza sulle donne. Di una cosa sicuramente non possiamo però dubitare: l’inesperienza. Lollobrigida è un politico navigato di 52 anni che sin da studente è entrato in politica nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile dell’Msi. Il primo incarico da consigliere comunale è del 1996, ed è in Parlamento dal 2018. Qualcuno dirà che «inesperienza» può essere «impreparazione», lui stesso si è definito «ignorante» ed è un fatto che si sia lauretao solo dieci anni fa in Giurisprudenza presso l’Università telematica Cusano. Ma non siamo snob: per noi, Lollobrigida non è un inesperto. E comunque, da quando ricopre la carica di ministro della Repubblica, ha uno standing tale che nessuna inesperienza può essere concessa. Per questo tendiamo a prenderlo sul serio, e a stupirci, ogni volta che afferma cose come: «Quante guerre non ci sarebbero state di fronte a cene ben organizzate?». Perché non sono «gaffes».



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