La Lombardia ha resistito nel 2024, ma ora energia e dazi preoccupano

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Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Lombardia

Nel 2024, il settore manifatturiero lombardo ha vissuto un anno di stabilità apparente, con variazioni minime rispetto all’anno precedente. La produzione industriale ha registrato un -0,8%, mentre l’artigianato si è mantenuto invariato. Nonostante il rallentamento, la Lombardia ha comunque performato meglio rispetto alla media nazionale, che ha visto una contrazione del -3,7%.

Sul fronte del fatturato, il calo è stato contenuto (-0,3% per l’industria, -0,7% per l’artigianato), mentre gli ordinativi interni hanno sofferto maggiormente (-0,5% per l’industria, -1,7% per l’artigianato). Tuttavia, gli ultimi mesi dell’anno hanno segnato qualche segnale di ripresa: la produzione ha visto una crescita tendenziale dello 0,2%, il fatturato ha registrato un +1,3% e gli ordini esteri sono saliti del 4,1% rispetto al quarto trimestre del 2023.

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“I nuovi fattori di incertezza che si prospettano sulla scena internazionale, col rischio di nuove misure protezionistiche e relative tensioni commerciali, non danno certo una mano alla ripresa che si era timidamente innescata nel manifatturiero lombardo” ha dichiarato Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia. “Le imprese lombarde dimostrano ancora una volta una grande capacità di tenuta, sapendo cogliere ogni occasione di crescita anche in un contesto non certo favorevole. Occorre supportare questi segnali di crescita, facendo leva sulla riduzione dei costi delle materie prime e dei tassi di interesse ma affiancando una serie di misure che scongiurino una guerra di dazi e rafforzino il ruolo dell’Europa nello scenario internazionale che si sta delineando”.

I settori più performanti sono stati la Chimica (+4,5%) e l’Alimentare (+2,7%), mentre il comparto moda ha sofferto fortemente: Tessile -8,3%, Pelli-calzature -6,8%, Abbigliamento -1,7%. Anche la Siderurgia (-3,1%), la Meccanica (-1,6%) e i Mezzi di trasporto (-0,9%) hanno registrato flessioni.

“In un contesto geopolitico ancora complicato, le imprese lombarde dimostrano ancora una volta una grande capacità di tenuta, sapendo cogliere ogni occasione di crescita anche in un contesto non certo favorevole. La Lombardia si conferma certamente più performante rispetto all’intero contesto nazionale” ha affermato Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico Regione Lombardia. “C’è la necessità di supportare questi segnali di leggera crescita, affrontando con urgenza, concretezza e in modo strutturale il tema dei costi energetici, così come quello dell’accesso al credito”.

L’occupazione ha subito un lieve calo (-0,4% nell’industria e -0,1% nell’artigianato), con un aumento del ricorso alla cassa integrazione, soprattutto nei settori più in difficoltà. Tuttavia, le aspettative sull’occupazione per il prossimo trimestre tornano positive, anche se quasi l’80% degli imprenditori prevede stabilità.

“I dati di Unioncamere Lombardia certificano un 2024 all’insegna dell’incertezza per la nostra industria” ha spiegato Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Lombardia (nella foto). “Nonostante il -0,8% della produzione, con settori come tessile, siderurgia, mezzi di trasporto e meccanica più penalizzati di altri, l’industria lombarda continua a performare meglio di Italia ed Europa. Caro energia e guerra dei dazi sono le principali minacce alla ripartenza: sull’energia, anche a causa della speculazione, le imprese continuano a sostenere costi non competitivi; mentre i dazi Usa, e i controdazi dei partner commerciali, rischiano di compromettere un mercato fondamentale per la Lombardia e di complicare ulteriormente l’approvvigionamento di materie prime”.

Dal mondo dell’artigianato, il quadro resta complesso: “Il pessimismo del comparto artigiano trova giustificazione nella fatica di questo momento storico dove gli investimenti sono in contrazione non per mancanza di volontà o visione, ma per il costo del credito che grava sulle MPMI, molto più che sulle realtà di maggiori dimensioni” ha sottolineato Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Lombardia. “Serve un potente innesto di tecnologie e personale con competenze e conoscenze adatte a gestire e guidare tale innovazione, affinché contribuisca a migliorare i livelli di produttività, vero tallone d’Achille delle nostre aziende produttive”.

Il 2024 si chiude dunque con un bilancio in chiaroscuro per il manifatturiero lombardo: resilienza e

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capacità di adattamento emergono come elementi chiave, ma la strada verso una ripresa solida richiederà interventi mirati, sia a livello nazionale che europeo, per affrontare le sfide globali che ancora gravano sulle imprese.



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