LA BENETTON E’ PIU’ FORTE DELLA NAZIONALE (E DI ASCIONE)

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Conto e carta

difficile da pignorare

 


Quando quel mio caro amico, era il tempo dei Test Match di Novembre, oggi romanticamente chiamati Autumn Series, mi ha detto quella cosa:”La Benetton è più forte della Nazionale” ricordo di aver avuto uno stupido sussulto, averlo guardato come si fa con un illuso visionario, per poi accorgermi che lo stupidotto ero io, certo che ero io, ormai è ovvio: la Benetton è più forte della Nazionale.

E anche, come ha continuato a dire lui:” … se si potesse fare una partita Benetton Vs Nazionale vincerebbe la prima, è chiaro”. Già, non dico che non ci sarebbe partita ma il risultato potrebbe essere ben poco in equilibrio.

La cosa effettivamente torna, un po’ come un uno più uno che fa due, la squadra di Treviso rappresenta una fetta consistente della Nazionale, si porta con se i magici Menoncello e Brex, l’indistruttibile Ruzza, i fratelli Cannone, il gigante Negri e lo scavatore Zuliani. Questi solo per citare quelli che, nello scorso fine settimana di Sei Nazioni, nella debacle con la Francia, sono parsi fra i migliori in campo. ma ci sono anche Lamaro, Spagnolo e l’ultima “scoperta” Favretto.

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Ma poi la Benetton ti mette in campo anche una bella combriccola di stranieri che, ecco la cosa importante, dopo anni di affinamento, quella combriccola è di altissima qualità: Albornoz, Bernasconi, Smith, Umaga, Gallo, Mendy solo per citarne alcuni. Poi ci sono le “chicche” nel cassetto,tutte made in Italy, perchè Iachizzi ed Izekor sono una gran cosa, il secondo poi sta facendo una gran stagione.

Andando al sodo si deve allora dire che quel pezzo di Benetton azzurrabile collegato a quel pezzettino piccolo piccolo di Zebre azzurrabile a sua volta, ovvero la Nazionale, non rappresenta il massimo della competitività ovale presente sul nostro territorio ovale. Pazzesco ma è così.

Così finalmente, oggi , mogi mogi, dobbiamo prendere atto che, arrivata in Italia questa volta con la miglior squadra, la Francia ci ha battuto come un tappeto polveroso con undici mete, oltre settanta punti fatti ed una poesia di rugby  che neanche li abbiamo visti passare. Però oggi, purtroppo, abbiamo capito di aver sbagliato più del previsto negli ultimi quindici anni trascorsi e, il fatto che possiamo dire con “fiducia” (urca!) che la Benetton ne avrebbe prese di meno, non è una consolazione ma una ammissione di colpa sull’operato della guida tecnica federale.

Però la nostra Nazionale è questa, il frutto di tutto il lavoro tecnico di tutti questi ultimi anni è tutto lì, a volte ci basta, per battere la Georgia di una incollatura, per strapazzare un Galles alla canna del gas, per guardare qualche isolana del Pacifico dall’alto, che poi è tutto quello che ci serve quando ci serve ma tutti insieme è solo questo. Va detto che, evidentemente, la qualità complessiva di un XV che gioca il Sei Nazioni oggi ha bisogno di molto di più per emergere davvero.

Ma questo non significa che non dobbiamo lo stesso accontentarci, anche con un sorriso, seppur mesto, prendere atto che il nostro risultato è questo, che le selezioni e le varie versioni di Accademie ci hanno portato qui, è poco per un paese come l’Italia ma è sempre meglio di stare, come la Georgia, a piangere di disperazione e bussare ad una porta che non si aprirà forse mai.

Quella volta noi nel Sei Nazioni ci siamo entrati, abbiamo tenuto benino l’inizio ma poi la nostra Direzione Tecnica federale ha collezionato un progetto evidentemente fallimentare e siamo arrivati fino a qui, è un decennio che ne raccontiamo i limiti, questo fine settimana li abbiamo rivisti tutti quei limiti.

Ora però incrociamo le dita, la vecchia Direzione Tecnica, quella che ci ha portati qui, quella che ha maturato in passato (ed oggi) i più grandi e gravi insuccessi del rugby azzurro (vi ricordate le 36 sconfitte consecutive nel Sei Nazioni vero?), ovvero Franco Ascione, è recentemente  stato nuovamente promosso e riportato al vertice del nostro rugby. 

Dedico a lui, al tecnico federale Franco Ascione, tutti i settantatre punti che ci hanno rifilato i cugini transalpini, uno per uno, se li merita tutti, gli dedico la delusione dei sessantacinquemila allo Stadio Olimpico ieri, delle centinaia di migliaia davanti alla TV, gli dedico le lacrime dei nostri ragazzi sconfitti e le prese in giro che arriveranno dai media internazionali.  E’ tutta roba sua, se la tenga stretta come la poltrona che solo la politica, mica il merito, gli ha restituito.

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Perchè se la Benetton è più forte della Nazionale, saremo anche contenti per lei, ma significa anche che c’è qualcosa di grande grande che non ha funzionato.

Sempre e comunque: Forza Azzurri.



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