(Teleborsa) – Il settore biologico italiano continua a crescere, trainato dall’aumento dei consumi interni e dal successo dell’export. Nel 2024, le vendite di prodotti bio sul mercato nazionale hanno superato i 6,5 miliardi di euro, mentre l’export agroalimentare biologico ha raggiunto i 3,9 miliardi di euro, con un incremento del 7% rispetto al 2023.
Nel 2024, le vendite di prodotti bio nel mercato interno sono aumentate del 5,7%. I consumi domestici rappresentano la quota principale, con 5,2 miliardi di euro, mentre il settore della ristorazione fuori casa si attesta a 1,3 miliardi di euro. La grande distribuzione resta il canale privilegiato per gli acquisti bio (3,3 miliardi di euro, +5,3%), con iper e supermercati che superano 1,6 miliardi di euro. In forte crescita i discount (+6%), mentre l’e-commerce segna una lieve flessione (-0,4%). Anche i negozi specializzati bio registrano una crescita significativa (+9%), superando il miliardo di euro.
L’export agroalimentare bio continua a espandersi, raggiungendo 3,9 miliardi di euro nel 2024 (+7%). Le principali destinazioni dei prodotti biologici italiani sono Germania, Francia, Scandinavia, Benelux e Stati Uniti. Inoltre, un terzo delle aziende italiane del settore food & beverage prevede di esportare bio nei prossimi anni.
L’origine italiana è un elemento di forza per il bio all’estero: il 49% delle aziende del settore food e il 64% di quelle del settore wine riconoscono che la provenienza italiana è determinante per il successo nei mercati internazionali. L’Italia è tra i Paesi leader nella produzione bio di qualità, con un’elevata reputazione soprattutto negli Stati Uniti e nei Paesi del Nord Europa.
La crescente attenzione al benessere e alla sana alimentazione spinge l’acquisto di prodotti biologici. Il 47% dei consumatori sceglie bio per l’origine italiana o locale, mentre il 34% ricerca certificazioni DOP/IGP. Cresce l’interesse per confezioni sostenibili (20%) e prodotti 100% vegetali (20%). Inoltre, il bio è considerato un fattore chiave per la salute (30%), la sostenibilità ambientale (24%) e la qualità (12%).
Nel settore della ristorazione, i prodotti locali e a km 0 sono fondamentali per il 90% dei consumatori, mentre il 68% ritiene essenziale la presenza di opzioni bio. Tuttavia, l’offerta bio nella ristorazione collettiva presenta margini di miglioramento. Infine, la sensibilizzazione nelle scuole è cruciale per accrescere la consapevolezza sull’importanza del biologico nelle mense scolastiche e nell’educazione alimentare dei più giovani.
“I dati hanno rivelato quanto il marchio biologico rappresenti un boost per le imprese italiane nel presidio dei mercati internazionali: circa 4 su 10 sostengono che il bio abbia molto favorito il posizionamento dell’azienda oltreconfine” – dichiara Silvia Zucconi, Chief Operating Officer Nomisma SpA – “ma anche l’origine italiana o territoriale è un fattore di successo indispensabile per imprese e consumatori. In questa direzione, l’adozione di un logo biologico Made in Italy risulta cruciale per certificare in modo chiaro l’autenticità, la qualità e l’origine dei prodotti bio italiani, non solo oltre confine: anche il 75% degli italiani ritiene che la presenza di un logo bio italiano rappresenti una garanzia aggiuntiva all’origine del prodotto”.
“Il focus sul fuori casa ha permesso di misurare il valore dei bio nei consumi alimentari extra-domestici ma anche di evidenziare, attraverso l’analisi dei comportamenti e le preferenze di consumatori e operatori, aree di miglioramento e margini di crescita per il biologico nei diversi canali della ristorazione commerciale e collettiva – ” dichiara Evita Gandini, Head of Market Insight Nomisma SpA – “Fondamentali in tal senso risultano attività di formazione per operatori Horeca su caratteristiche e utilizzi di ingredienti/prodotti bio in cucina e attività di sensibilizzazione rivolte ai genitori rispetto alla presenza, alla qualità e le garanzie del biologico presso la ristorazione scolastica dei propri figli”.
“L’andamento positivo del biologico riflette la crescente consapevolezza di fare scelte alimentari responsabili, sia per la propria salute che per l’ambiente – afferma Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio – Il biologico unisce l’identità e l’eccellenza delle produzioni enogastronomiche italiane con l’attenzione alla sostenibilità garantita da pratiche agronomiche che aumentano la fertilità del suolo e non utilizzano chimica di sintesi. Negli anni, il biologico è uscito dalla dimensione di nicchia, ma c’è ancora ampio spazio di espansione considerato che molti paesi europei hanno consumi interni superiori rispetto ai nostri. Per questo è importante continuare a dare impulso al settore, con attività di informazione, promozione ed educazione alimentare, a partire dalle scuole. Un sostegno concreto arriverà dal Marchio biologico italiano, che, oltre a favorire la presenza dei prodotti bio nei mercati internazionali, assicura un’immediata riconoscibilità, rafforzando il ruolo degli agricoltori e favorendo la collaborazione tra produzione, trasformazione e distribuzione. È proprio la capacità di fare sistema che dobbiamo spingere per favorire lo sviluppo di filiere di Made in Italy Bio al giusto prezzo, consolidando il legame tra cittadini e produttori biologici”.
“I dati presentati oggi, con il biologico fuori casa che raggiunge 1,3 miliardi di euro, in aumento del 5% sul 2023, confermano la validità dell’intuizione di dedicare il nuovo format di SANA Food ai professionisti dell’horeca e del retail specializzato. L’evento si propone come hub di confronto e sviluppo per la business community, chiamata a ripensare il ruolo dell’alimentazione away from home in un’ottica sempre più orientata alla sana alimentazione e alla sostenibilità ambientale e sociale. SANA Food interpreta la crescente consapevolezza dei consumatori riguardo a salute e benessere, insieme alla loro preferenza per cibi e bevande salutari anche al bar, al ristorante, in mensa e in generale fuori casa” ha commentato Claudia Castello, Exhibition Manager di SANA.
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