Gino Cecchettin alla Tecnica della Scuola: “Studenti, imparate a vivere i no. Se i genitori vi spianano la strada cercate una sfida”

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Oggi, martedì 25 febbraio, dalle ore 11.00 alle ore 12.00, si è tenuta la quinta lezione di Educazione Civica in diretta organizzata dalla Tecnica della Scuola. Lezione dedicata proprio al tema della violenza di genere che si manifesta – come le cronache evidenziano – sempre più spesso anche tra le aule e nelle scuole.

La diretta della Tecnica della Scuola

Presente alla diretta Gino Cecchettin, presidente della Fondazione Giulia Cecchettin, che porta il nome di sua figlia, la 22enne uccisa per mano del proprio fidanzato nel novembre 2023. La Fondazione, come abbiamo avuto modo di scrivere, ha l’obiettivo di combattere la violenza di genere, anche e soprattutto partendo dalla scuola.

Assieme a lui è stata presente in studio la sociologa Graziella Priulla, grande esperta delle tematiche connesse alla violenza di genere e che nella sua carriera di docente universitaria a Catania ha approfondito con ricerche e saggi proprio il tema della differenza di genere unito e del ruolo del linguaggio nella violenza e nel sessismo.

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Gino Cecchettin: “Dovreste imparare a vivere i no”

Ecco le parole di Gino Cecchettin ai nostri microfoni: “Da questa vicenda ho imparato che il tempo è prezioso, perché diamo tutto per scontato e viviamo con il pilota automatico. Un’altra lezione che ho imparato è focalizzarci sulle cose importanti. Sono riuscito a conservare la razionalità per far fronte a questa situazione. Sapevo che la rabbia e la vendetta mi avrebbero fatto del male e non mi avrebbero reso forte per i miei figli. Sapevo che la rabbia non mi avrebbe fatto andare avanti. Mi è venuta in soccorso Giulia, mi sono concentrato su una sua foto e mi è venuto un sorriso. Ho capito subito dov’era la strategia: cercare di focalizzarmi su qualcosa di bello, ho capito che l’amore è la soluzione a tutto, ho visto affievolirsi gli altri sentimenti, come il rancore, per evitare che un altro padre possa vivere il dolore che ho vissuto io”.

Ecco le risposte di Cecchettin agli studenti: “Non possiamo recriminare cosa è stato o non è stato fatto in passato. La vera domanda è cosa possiamo fare oggi. Unitevi a noi, alle associazioni contro la violenza di genere, e chiedetevi cosa potete fare, fare dibattiti, convincete un compagno di classe che parla di proprietà nei confronti di chi dovrebbe amare, per combattere gli stereotipi che ancora oggi esistono, tutte quelle espressioni che screditano la donna. Come Fondazione abbiamo creato un comitato giovanile”.

“Da genitore dico che c’è bisogno di più dialogo tra genitori e figli. Quando non c’è dovreste essere voi studenti a chiederlo. Non c’è tempo, non c’è coscienza. Da genitore posso consigliare di non dare tutto per scontato. Dovreste imparare a vivere dei no. Se non sono i vostri genitori a farlo perché spianano la strada a tutto provate voi a cercare una sfida e uscire dalla confort zone per capire che la vita non è solo una discesa. Parlate, parlate di più e cercate il dialogo”.

“Una lezione che ho imparato da mia figlia Elena è che la cultura patriarcale fa continuare le violenze, si basa su comportamenti che giustificano le violenze. Esistono ancora stereotipi di genere, che vedono l’uomo aggressivo e dominante mentre la donna deve dedicarsi a percorsi di studio, ad esempio, dedicati alla cura. Questo fa sì che la violenza continui”.

“Giulia ha cercato le sue doti e i suoi valori e ha sempre fatto vedere quello che è, senza maschera. Questo è il modo con cui si dovrebbe vivere. Siate voi stessi come lo era Giulia e prima o poi troverete qualcuno che vi apprezzerà per quello che siete”.

“La Fondazione si ispira al modello di vita di Giulia, cercando di trarre una lezione per noi. Abbiamo voluto creare valore come faceva lei, ci siamo dedicati all’istruzione, alla formazione, cercando di creare un nuovo modello di società in cui vivere cercando di sovrapporre il valore dell’altruismo e dell’impegno sociale, cercando di fare cultura. Abbiamo creato un comitato scientifico che sta per creare una proposta valoriale che porteremo nelle scuole d’Italia, anche grazie al Protocollo che abbiamo firmato del Ministero dell’Istruzione e del Merito, per formare i formatori, i docenti e gli studenti stessi. Poi aiuteremo altre associazioni e cercheremo di aiutare le alunne che vogliono iscriversi a corsi di laurea Stem. Anche negli insegnanti ci sono, radicati, dei retaggi per cui le donne devono fare facoltà umanistiche, atte ad aiutare il prossimo. Le attitudini dello studente sono prioritarie, non deve esserci un percorso stabilito”.

“Non tollerate forme di restrizione della libertà. Chiedetevi qual è la vostra idea di amore e partite da questo. Io non ho cercato giustizia, ho fiducia nelle istituzioni. Preferisco creare valore, cerchiamo di modificare quello che non va piuttosto che arrivare troppo tardi. Cerchiamo di migliorare il mondo piuttosto che renderlo più pesante”.

Cos’è il femminicidio? Le parole di Priulla

Ecco le parole di Priulla: “Femminicidio non è chi viene uccisa, ma perché viene uccisa. Accade quando una donna viene uccisa da un uomo se lei non si adegua all’immagine femminile dell’uomo. Questo significa che la violenza viene effettuata in questa maniera brutale viene preceduta sempre da altri tipi di violenza, come quella psicologica, economica. L’avversario vero di questi uomini non è la donna in sé, ma il fantasma della libertà femminile”.

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Cos’è la cultura dello stupro? Ecco le parole dell’esperta: “Il termine è forte ma spiega l’origine dell’orrore. In una società in cui è presente questa cultura le persone danno per scontato che la violenza sessuale sia un fatto della vita, inevitabile anche se brutto. Tutto questo passa attraverso i modi di dire. Quante volte abbiamo visto vittimizzare una donna che ha vissuto uno stupro? Questo porta le donne a non denunciare. Un altro equivoco che circola è che lo stupro è mosso da desiderio sessuale, ma invece è desiderio di potere. Dobbiamo insistere molto a partire dagli adolescenti”.

“La cultura è millenaria. Sono convinta che si possa fare moltissimo, e lo possa fare chiunque abbia voce pubblica. Nei libri di scuola sembra che le donne non abbiamo fatto nulla, non abbiano governato, non abbiano dipinto, non abbiano fatto musica. La cancellazione è un fatto culturale. Alcune ragazze preferiscono relazioni tossiche piuttosto che la solitudine. Vorrei che le ragazze non pensassero questo”.

RIVEDI LA DIRETTA

Educazione Civica in diretta

L’impegno della Tecnica della Scuola si inserisce lungo questo percorso e si concretizza nella proposta di sette dirette di un’ora, realizzate con cadenza mensile da ottobre 2024 ad aprile 2025 sui temi chiave dell’educazione civica.

Le singole classi potranno partecipare seguendo la diretta in streaming sui canali YouTube e Facebook della Tecnica della Scuola interagendo con gli esperti ed i conduttori con l’invio di domande, quesiti, commenti.

Ogni diretta prevede anche il collegamento streaming con due classi di due diverse scuole italiane che potranno interagire ponendo direttamente domande agli esperti presenti in trasmissione.

Questi i temi e le date delle quattro dirette che si sono svolte nel corso dell’a.s. 2024/25:

  1. 10 ottobre 2024 – L’Intelligenza artificiale generativa: un nuovo modo di far scuola e di studiare?
  2. 6 novembre 2024 –  – Guerra e pace: come essere costruttori di pace in un mondo in conflitto?
  3. 2 dicembre 2024 – – Paura del futuro? Come affrontare il presente costruendo il proprio progetto di vita
  4. 29 gennaio 2025 – Patria, patriottismo ed Educazione Civica. La lezione di Mattarella





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